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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06282022-162103


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GIAMBASTIANI, LUCA
URN
etd-06282022-162103
Titolo
Progetto VEG-PM10: Applicazione di un modello di georeferenziazione delle principali patologie respiratorie e cardiovascolari correlate all'esposizione del particolato atmosferico da parte dei cittadini della Piana di Lucca.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Baggiani, Angelo
tutor Dott. Totaro, Michele
Parole chiave
  • air Pollution
  • cardiovascolari
  • georeferenziazione
  • inquinamento
  • Lucca
  • ospedalizzazione
  • particolato
  • Piana
  • PM
  • respiratorie
  • smog
Data inizio appello
12/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2092
Riassunto
L’associazione fra l’inquinamento atmosferico e la morbidità e la mortalità nell’uomo è nota ormai da più di mezzo secolo. Già a partire dai primi del Novecento, con episodi drammatici quali la “Meuse Valley fog” del 1930 (1) e “Il Grande smog di Londra” del 1952, si è iniziata a porre l’attenzione sul fenomeno “inquinamento”, cercando in qualche modo di regolamentarne le emissioni, avendone capito la stretta associazione con la salute umana. Tali eventi furono infatti responsabili di un brusco innalzamento dei livelli di inquinamento urbano, da cui derivarono un gran numero di morti ed altrettanti ammalati di molte patologie, fra cui quelle respiratorie e cardiovascolari (2).
Secondo i dati della World Health Organization (WHO), 9 persone su 10 ad oggi risiedono in zone in cui la qualità dell’aria non rispetta i criteri dettati dalle varie normative nazionali ed internazionali, superando le soglie limite imposte dalle linee guida. Sono inoltre 3.8 milioni le morti annuali derivanti dall’esposizione domestica ai fumi e ad altre fonti di inquinamento indoor e 4.2 milioni di morti all’anno sono il risultato dell’esposizione all’inquinamento outdoor (3).
Particolato atmosferico, ossidi di Azoto, diossido di zolfo, monossido di Carbonio, ozono e piombo, sono solo alcune delle sostanze con cui ci vediamo costretti, giorno dopo giorno, a relazionarci sempre di più. Un ruolo importante per quanto concerne l’aumentata concentrazione ambientale di questi inquinanti è sicuramente attribuibile al costante intensificarsi delle attività industriali che vanno a ricoprire, progressivamente, un ruolo sempre maggiore nello scenario globale, sia in termini di estensione superficiale che di utilizzo di risorse naturali, in genere non rinnovabili. Non è da dimenticare anche il contributo del traffico veicolare, delle attività agricole, oltre che dei fenomeni naturali, come incendi, tempeste ed eruzioni vulcaniche (4).
La contaminazione dell’aria, del suolo e delle acque determina conseguenze dirette ed indirette sugli ecosistemi, sull’ambiente, sulla flora e sulla fauna, e sulla salute umana (5). Da decenni è ormai noto lo stretto rapporto esistente fra la qualità dell’aria e le patologie umane, in particolar modo respiratorie, cardiovascolari, e oncologiche, oltre che metaboliche e neurologiche. Si devono allo smog un quarto delle vittime di ictus e di malattie cardiovascolari ed un terzo di quelle di tumore al polmone (6). L’aumentata concentrazione degli inquinanti ambientali inoltre correla positivamente con il tasso di ospedalizzazione per asma, con le riacutizzazioni di BPCO e con un alterato sviluppo della funzione polmonare, fenomeno che peraltro incide anche sullo sviluppo del sistema respiratorio del neonato e del bambino (7).
L’inquinamento ambientale rappresenta, al giorno d’oggi, un fenomeno con cui sicuramente abbiamo imparato a convivere, ma che certamente non dobbiamo smettere di combattere. L’opinione pubblica globale, gli Stati, gli enti e i governi stanno adottando comportamenti comuni volti alla promozione di specifiche politiche incentrate sulla riduzione delle emissioni, sul riconoscimento delle aree a rischio e sull’adozione di comportamenti correttivi, manifestando un sentimento collettivo e rivolgendo un unico sguardo nella direzione che mira al progressivo risanamento della qualità dell’aria che respiriamo. L’Europa farà la sua parte, e così anche l’Italia, avendo recepito, con il Decreto legislativo del 13 Agosto 2010, n.155, la Direttiva madre 2008/50/CE: anche il nostro paese mirerà a monitorare, analizzare e correggere, effettuando interventi volti alla riduzione delle emissioni nocive.
Il nostro studio fa parte di un grande progetto che si prefigge come obiettivo l’analisi della qualità dell’aria, la determinazione delle specie chimico-fisiche in essa presenti, la loro quantificazione, nonché l’ideazione di metodi e strategie che, in qualche modo, mirino a ridurre l’inquinamento ambientale stesso, o meglio, che riducano il rischio di contatto fra esso e l’uomo.
Il successo di tale progetto, nel lungo termine, potrebbe rendersi evidente attraverso la riduzione dei tassi di incidenza e di mortalità delle varie malattie correlate all’inquinamento, oltre che come un auspicabile taglio agli ingenti costi diretti ed indiretti ad esse attribuibili.
Tutte le attività da noi effettuate, descritte più in là in questa trattazione, saranno concentrate in una specifica parte del territorio italiano, e in particolar modo della regione Toscana: la Piana Lucchese, area critica dal punto di vista del superamento dei valori soglia di alcuni inquinanti.
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