Tesi etd-06282017-235237 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CONDELLO, CHIARA
URN
etd-06282017-235237
Titolo
Effetto della terapia estroprogestinica sui fattori metabolici, sulla funzionalità renale e sull’apparato cardiovascolare nella donna in post-menopausa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott.ssa Caputo, Maria Teresa
correlatore Dott.ssa Caputo, Maria Teresa
Parole chiave
- post menopausa
- rischio cardiovascolare
- terapia estroprogestinica
Data inizio appello
18/07/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/07/2087
Riassunto
Nelle donne in post menopausa, con la conseguente riduzione della secrezione estroprogestinica, si assiste ad una maggiore incidenza di malattia cardiovascolare e ad un’accelerazione della progressione del danno renale in caso di malattia renale cronica poiché vengono meno gli effetti cardio-metabolici e nefroprotettivi degli estrogeni.La carenza di estrogeni può essere integrata con la somministrazione della terapia ormonale sostitutiva. Studi volti a valutarne il potenziale effetto cardio-nefroprotettivo, però, hanno condotto a risultati contraddittori per cui ad oggi l’indicazione principale all’uso di questa terapia è la presenza dei sintomi correlati alla menopausa.
Lo scopo di questo studio retrospettivo è valutare nel corso del tempo gli effetti della terapia ormonale sul profilo di rischio cardio-metabolico e sulla funzionalità renale, per contribuire a chiarire quanto emerge dai dati presenti in letteratura.
Sono state arruolate 139 donne in postmenopausa,sottoposte a visita clinica completa, prelievo di sangue venoso, ECG e EcocolorDoppler cardiaco. La popolazione è stata suddivisa in due gruppi in base alla assunzione o meno della terapia ormonale sostitutiva.
Delle 139 donne, 90 sono state rivalutate in un arco di tempo compreso tra il 2007 e il 2016 con visite di follow-up.Dal confronto dei dati raccolti al basale e al follow-up, differenze statisticamente significative sono emerse riguardo l’impatto della terapia ormonale sostitutiva sulla funzione renale, la quale ha mostrato una significativa tendenza alla riduzione nei soggetti in terapia.
Nello stesso gruppo di pazienti è stato osservato un miglioramento del profilo lipidico e dei valori di pressione arteriosa.
L’impatto complessivo della terapia ormonale sul rischio cardiovascolare globale, quindi, sembra essere verosimilmente nullo poiché il peggioramento della funzione renale, anch'esso fattore di rischio cardiovascolare, è bilanciato dal miglioramento del profilo metabolico e pressorio e ciò è stato confermato anche dai dati ecocardiografici che non mostrato modificazioni significative.
Ulteriori studi saranno necessari per caratterizzare meglio le pazienti che potranno beneficiare di questo tipo di trattamento.
Al momento attuale è, comunque, consigliabile procedere con cautela alla somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, in particolar modo valutando l’effettiva necessità della prescrizione in caso di alterata funzione renale.
Lo scopo di questo studio retrospettivo è valutare nel corso del tempo gli effetti della terapia ormonale sul profilo di rischio cardio-metabolico e sulla funzionalità renale, per contribuire a chiarire quanto emerge dai dati presenti in letteratura.
Sono state arruolate 139 donne in postmenopausa,sottoposte a visita clinica completa, prelievo di sangue venoso, ECG e EcocolorDoppler cardiaco. La popolazione è stata suddivisa in due gruppi in base alla assunzione o meno della terapia ormonale sostitutiva.
Delle 139 donne, 90 sono state rivalutate in un arco di tempo compreso tra il 2007 e il 2016 con visite di follow-up.Dal confronto dei dati raccolti al basale e al follow-up, differenze statisticamente significative sono emerse riguardo l’impatto della terapia ormonale sostitutiva sulla funzione renale, la quale ha mostrato una significativa tendenza alla riduzione nei soggetti in terapia.
Nello stesso gruppo di pazienti è stato osservato un miglioramento del profilo lipidico e dei valori di pressione arteriosa.
L’impatto complessivo della terapia ormonale sul rischio cardiovascolare globale, quindi, sembra essere verosimilmente nullo poiché il peggioramento della funzione renale, anch'esso fattore di rischio cardiovascolare, è bilanciato dal miglioramento del profilo metabolico e pressorio e ciò è stato confermato anche dai dati ecocardiografici che non mostrato modificazioni significative.
Ulteriori studi saranno necessari per caratterizzare meglio le pazienti che potranno beneficiare di questo tipo di trattamento.
Al momento attuale è, comunque, consigliabile procedere con cautela alla somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, in particolar modo valutando l’effettiva necessità della prescrizione in caso di alterata funzione renale.
File
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