logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06282016-170130


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SANGUINETTI, ANDREA
Indirizzo email
andreasanguinetti90@hotmail.it
URN
etd-06282016-170130
Titolo
RUOLO DEL PRECONDIZIONAMENTO ISCHEMICO REMOTO NELLA PREVENZIONE DELLA NEFROPATIA INDOTTA DA MEZZO DI CONTRASTO
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • CI-AKI
  • CIN
  • CREATININEMIA
  • NEFROTOSSICO
  • PREVENZIONE
  • RIPC
  • TC CON MDC
Data inizio appello
19/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background- La CIN (Nefropatia Indotta da Contrasto) è associata ad un aumeno di mortalità e morbilità. Il meccanismo sottostante è attribuibile a un danno ischemico al rene. Lo scopo dello studio è valutare l’impatto del precondizionamento ischemico remoto sull’incidenza della CIN.
Metodi e Risultati- Pazienti ricoverati nel reparto di Anestesia e Rianimazione IV dello Stabilimento Ospedaliero di Cisanello con necessità di sottoporsi ad esame TC con MdC sono stati divisi in: (n=10) sottoposti a RIPC ( 3 cicli composti da 5 minuti di ischemia con gonfiaggio del bracciale a 200mmHg e 5 minuti di riperfusione) e (n=18) sottoposti a cure standard. Entrambi i gruppi erano a rischio di sviluppo di CIN.
Il primo obiettivo era valutare l’incidenza della CIN, definita come aumento della Creatinina sierica del 25% o di 0,5mg/dl rispetto ai valori basali in 48-72h, dopo somministrazione MdC. La CIN si è verificata in 6 pazienti(21%), 5(22%)nel gruppo controllo e 1(10%) nel gruppo RIPC (odds ratio 0,28; P 0,05). Non sono stati rilevati effetti avversi associati al RIPC.
Conclusioni- Il RIPC prima della somministrazione del MdC ha prevenuto la CIN nei pazienti esaminati. Il nostro lavoro richiede un trial più ampio per risultati statisticamente più significativi e per la valutazione dell’outcome clinico.

Background—Contrast medium–induced acute kidney injury is associated with substantial morbidity and mortality. The underlying mechanism has been attributed in part to ischemic kidney injury. The aim of this trial was to assess the impact of remote ischemic preconditioning on contrast induced nefrophaty.
Methods and Results—Patients hospitalized in intensive care unit (ICU) undergoing elective Computed Tomography were divided to standard care with (n=10) or without ischemic preconditioning (n =18); intermittent arm ischemia through 3 cycles of 5-minute inflation at 200mmHg and 5-minute deflation of a blood pressure cuff). Overall, both study groups were at risk of developing contrast medium–induced acute kidney injury.The primary end point was the incidence of contrast medium–induced kidney injury, defined as an increase in serum creatinine 25% or 0.5 mg/dL above baseline at 48-72 hours after contrast medium exposure. Contrast medium–induced acute kidney injury occurred in 6 patients (21%), 5 (22%) in the control group and 1 (10%) in the remote ischemic preconditioning group (odds ratio, 0.28; P 0.05). No major adverse events were related to remote ischemic preconditioning.
Conclusions—Remote ischemic preconditioning before contrast medium use prevents contrast medium–induced acute kidney injury developement examined patients. Our findings deserve a larger trial to establish the effect of remote ischemic preconditioning on clinical outcomes.

File