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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06272022-173104


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
LA MATTINA, ROSARIA
URN
etd-06272022-173104
Titolo
Gli intervalli elettrocardiografici dell'indice di resistenza renale come predittori di danno renale acuto post-operatorio. Studio comparativo con i pattern di flusso venoso.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
correlatore Prof. Corradi, Francesco
Parole chiave
  • AKI
  • danno renale acuto
  • ecografia renale
  • Doppler renale
  • RRI
  • VII
  • v-STI
  • a-STI
Data inizio appello
12/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2092
Riassunto
Introduzione: Il danno renale acuto è una condizione frequente che interessa tra il 30 ed il 60% dei pazienti critici ricoverati in terapia intensiva e ne complica il decorso esponendo loro ad un aumentato rischio mortalità a medio e a lungo termine. Tale condizione determina infatti un aumento rischio cardiovascolare e di evoluzione in malattia renale cronica end-stage. La precocità e l’accuratezza della diagnosi risulta pertanto fondamentale. Lo studio ecografico dell’indice di resistenza renale (RRI) a livello dell’arteria interlobare rappresenta l’imaging di prima linea nella diagnosi di AKI. E’ inoltre possibile studiare il versante venoso della vascolarizzazione renale mediante l’indice di impedenza venosa (VII). Aggiungendo a questi due indici la traccia elettrocardiografica è possibile studiare l’adeguatezza dell’accoppiamento elettromeccanico della portata cardiaca a livello splancnico mediante la valutazione di due indici chiamati: v-STI e a-STI.
Obiettivo dello studio: valutare l’accuratezza diagnostica degli intervalli elettrocardiografici derivati dall’onda Doppler di RRI nella previsione del danno renale acuto in pazienti critici, paragonandoli con i pattern di flusso venoso.
Materiali e metodi: è stato condotto uno studio prospettico, osservazionale, su 63 pazienti ricoverati in terapia intensiva dall’11 Febbraio 2021 all’11 Luglio 2021 ventilati meccanicamente con 6-8ml/kg e PEEP 5cmH2O. Sono state eseguite ecocardiografia ed ecografia renale, valutando RRI, VII, v-STI e a-STI, entro 2h dall’ingresso in terapia intensiva. Le condizioni di studio sono state mantenute stabili durante l’esecuzione dell’esame. L’outcome primario era lo sviluppo di AKI entro il giorno 5 dall’ingresso in UTI.
Risultati: la valutazione ecocardiografica della funzione sistolica sinistra e destra (LVEF e TAPSE) non è risultata statisticamente significativa nella predizione dell’AKI (rispettivamente p value 0,355 e 0,454).
A livello renale, RRI seppure al limite della significatività statistica (p value = 0,076) non risulta clinicamente utile nella predizione dello sviluppo di AKI nella nostra popolazione. VII è risultato statisticamente significativo nella discriminazione precoce dei pazienti che sviluppavano AKI di qualsiasi grado rispetto a chi non sviluppa AKI (p value <0,001), mentre v-STI è risultato statisticamente significativo nella distinzione dei pazienti che sviluppavano AKI severo rispetto agli altri, riuscendo a stadiare anche all’interno del gruppo di pazienti in AKI-3 la severità della congestione (p value = 0,026). La valutazione del pattern di flusso venoso permette anche di valutare la risposta alla terapia diuretica e l’appropriatezza terapeutica.
Dal nostro studio a-STI si è dimostrato migliore nella capacità di distinguere i pazienti che avrebbero sviluppato danno renale acuto ma anche il livello di gravità (p value < 0,001).
Alla regressione logistica multivariata, a-STI è risultato essere il predittore indipendente in grado di fornire il maggior contributo nella diagnosi precoce di AKI entro i 5 giorni dal ricovero.
Dalle curve ROC nel confronto dell’accuratezza diagnostica dei vari indici studiati nella capacità di predire lo sviluppo di AKI, a-STI si è dimostrato il parametro con una migliore sensibilità e specificità (AUROC 0,998; p<0,001 con sensibilità 97% e specificità 96%) permettendo di individuare come cut-off clinicamente utile il valore di 0,37.
Dalle curve ROC, a-STI è risultato essere parametro predittore più accurato (AUROC 0,988; p=0,001 con sensibilità 93% e specificità 98%) individuando come cut-off clinicamente utile il valore di 0,74.
Conclusioni: i pazienti critici che sviluppano AKI hanno una maggiore durata dei r-STI rispetto a chi non sviluppa AKI; a-STI è predittivo di AKI a 5 giorni e presenta una migliore accuratezza diagnostica di AKI o AKI severo rispetto a RRI, VII, v-STI.
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