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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06272018-220553


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (6 anni)
Autore
BRONZONI, JESSICA
URN
etd-06272018-220553
Titolo
La chirurgia pancreatica nel paziente anziano ad alto rischio
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
CHIRURGIA GENERALE
Relatori
relatore Prof. Morelli, Luca
Parole chiave
  • pazienti anziani
  • pancreasectomia
  • duodenocefalopancreasectomia
  • chirurgia pancreatica
Data inizio appello
17/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2088
Riassunto
Introduzione: negli ultimi decenni il miglioramento delle condizioni socio-economiche e i progressi della medicina hanno determinato, soprattutto nei Paesi più avanzati, un aumento della popolazione anziana e, al tempo stesso, un incremento dell'incidenza di molte patologie tumorali e quindi la necessità di trattare pazienti con età sempre più elevata. In particolare, i centri che si occupano di chirurgia pancreatica si trovano sempre più frequentemente a occuparsi di pazienti anziani con comorbidità importanti. Pertanto diviene necessario valutare i risultati di questo tipo di chirurgia nelle fasce di età più elevate e nei pazienti che, a causa di patologie preesistenti, presentano un alto rischio operatorio.
Lo scopo di questo elaborato è quello di valutare l'outcome di pazienti anziani ad alto rischio operatorio (ASA, American Society of Anesthesiologists) sottoposti a interventi di chirurgia resettiva pancreatica, in confronto a soggetti più giovani e a pazienti della stessa fascia di età ma rischio anestesiologico più basso.

Pazienti e metodi: abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche, operatorie e post-operatorie di 345 pazienti sottoposti a resezione pancreatica negli anni 2010-2017 presso l'S. D. di Chirurgia Generale. I soggetti sono stati sottoposti a duodenocefalopancreasectomia (DCP), pancreasectomia sinistra, pancreasectomia totale, pancreasectomia intermedia, enucleoresezione o a intervento chirurgico per pseudocisti pancreatica. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi in base all'età: < 65 anni (Gruppo A), 65-74 anni (Gruppo B), ≥ 75 anni (Gruppo C).

Risultati: dei 345 paziente, 117 facevano parte del gruppo A (33.9%), 128 del Gruppo B (37.1%) e 100 del Gruppo C (29.0%). I pazienti di età avanzata presentavano più frequentemente gravi comorbidità rispetto ai pazienti più giovani, in particolare per quanto riguarda patologie cardiovascolari, pneumopatie e diabete mellito, e un'incidenza maggiore di reinterventi e complicanze post-operatorie, quali fistole pancreatiche e ritardo di canalizzazione superiore. Tuttavia, la mortalità perioperatoria non è risultata significativamente più elevata nei pazienti più anziani rispetto ai pazienti dei gruppi A e B (p = 0,12 e p = 0,41 rispettivamente). Inoltre, all'interno del Gruppo C il confronto tra pazienti con diverso rischio operatorio non ha mostrato differenze significative riguardo a complicanze chirurgiche (p = 0,59), reinterventi (p = 0,45) e mortalità (p = 0,34): in particolare, tra i 18 pazienti con età maggiore a 75 anni e ASA 4, solo un paziente è stato sottoposto a reintervento e la mortalità è stata assente.
Per quanto riguarda la sopravvivenza a lungo termine, i pazienti più anziani hanno presentato una sopravvivenza media significativamente minore rispetto agli altri due gruppi, ma la mortalità per patologia oncologica non è risultata significativamente diversa nel confronto tra i tre gruppi (p = 0,08 tra gruppi A e B, p = 0,05 tra i gruppi A e C, p = 0,78 tra i gruppi B e C). Prendendo in considerazione il sottogruppo ASA 4 dei più anziani, la sopravvivenza media non si è dimostrata statisticamente differente rispetto ai pazienti nella stessa fascia di età e con minore rischio anestesiologico (p = 0,53).

Conclusioni: la nostra esperienza suggerisce che l'età avanzata non dovrebbe rappresentare un motivo per precludere ai pazienti anziani con patologia pancreatica o periampollare la possibilità di sottoporsi a intervento chirurgico con finalità curativa, sebbene essa sia legata a un maggior numero di complicanze postoperatorie e di reinterventi e a una sopravvivenza media minore. Infatti, la mortalità per malattia oncologica nei pazienti operati non è risultata differente tra il gruppo dei soggetti più anziani e gli altri due gruppi. Inoltre, anche l'elevato rischio anestesiologico (ASA 4) nei soggetti con età ≥ 75 anni non dovrebbe essere considerato, di principio, una controindicazione assoluta a una chirurgia potenzialmente curativa, in quanto la sopravvivenza a breve e a lungo termine è stata la medesima di quelli con rischio minore (ASA 1-3).
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