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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06272018-175735


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
FIORELLI, EMILIO
URN
etd-06272018-175735
Titolo
La Radioembolizzazione nel Colangiocarcinoma Intraepatico non operabile: studio dosimetrico e valutazione della risposta terapeutica
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Volterrani, Duccio
tutor Dott.ssa Guidoccio, Federica
Parole chiave
  • tare
Data inizio appello
17/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2088
Riassunto
Il colangiocarcinoma intraepaticoepatico (ICC) è il secondo tumore epatico primario più comune e, sebbene raro, sta registrando una crescente incidenza nel Nord America e in Europa. L’ICC ha una prognosi molto infausta con una mediana sopravvivenza se non trattato da 3 a 8 mesi; se trattato con terapie locali la sopravvivenza arriva anche fino a 15 mesi, mentre è di circa 12 mesi se trattato con terapie sistemiche. La radioembolizzazione epatica per via intrarteriosa (TARE) con Ittrio-90 fa parte delle terapie loco regionali per il trattamento dei ICC, indicato in pazienti non operabili (Stadio III e Stadio IV) e con malattia confinata all’organo. E’ una procedura in cui vengono iniettate tramite un accesso percutaneo, per via intra-arteriosa, particelle embolizzanti marcate con un radioisotopo. Le microsfere marcate con Ittrio-90 che è un Beta emittente puro, vanno a localizzarsi preferenzialmente a livello del microcircolo tumorale, dove esplicano la loro azione terapeutica.
Scopo: scopo di questa tesi è stato di valutare tutti i trattamenti TARE eseguiti presso AOUP in pazienti con ICC dal 2012 a oggi, e valutare l’efficacia del trattamento mediante l’utilizzo dei modelli radiobiologici di riferimento (il modello lineare-quadratico).
Materiali e metodi: sono stati trattati 26 pazienti con ICC inoperabile per un totale di 33 procedure. Sette dei ventisei pazienti (26.9%) avevano ricevuto come primo trattamento quello di TARE i restanti 19 pazienti erano stati sottoposti ad altri trattamenti locali e sistemici. Il calcolo dell’attività di microsfere di Ittrio-90 da somministrare per il trattamento è stato effettuato in tutti i pazienti con il metodo così detto della BSA. E’ stata eseguita una dosimetria 3d utilizzando le immagini PET/TC post trattamento con Ittrio-90 per calcolare la dose media assorbita dal tumore. La risposta in termini di riduzione volumetrica del tumore è stata valutata mediante TC dopo 1 mese dal trattamento e successivamente ad intervalli di 3 mesi. Abbiamo utilizzato il modello lineare quadratico semplificato per stimare il parametro radiobiologico Alpha attraverso il quale abbiamo potuto valutare teoricamente l’efficacia del trattamento a livello locale.
Risultati: Sulla base del metodo della BSA per il calcolo dell’attività da iniettare, nei 33 trattamenti TARE effettuati sono stati somministrati 969±330 MBq (media±DS) di microsfere di Ittrio-90. La valutazione della risposta al trattamento è stata effettuata su tutte le lesioni incluse nel trattamento utilizzando i criteri RECIST 1.1 basati sulla TC con mdc. La migliore risposta in termini di riduzione volumetrica del tumore è avvenuta in un intervallo temporale medio di 128±90 giorni dal trattamento TARE . Sono stati osservati 7 casi (21.2%) di risposta parziale, 17 casi (51.5%) di stabilità di malattia e 9 (casi 27%) di progressione tumorale. Il volume del tumore è risultato significativamente (t-test p <0,05) ridotto dopo il trattamento TARE (94 ±117 cc). La durata media del follow-up è stata di 12,5 ±7,9 mesi(mediana 12,9 mesi). Durante il follow-up 19 pazienti hanno presentato progressione della malattia epatica e 21 hanno messo in evidenza progressione della malattia a livello extra-epatico. All’ultimo follow-up (30 maggio 2018), sono stati registrati 13 decessi (50 %),mentre i restanti 13 pazienti (50%) sono tuttora in follow-up. La mediana di sopravvivenza è risultata di 20,2 mesi (IC 95% 14,7-50,8 mesi) dal trattamento TARE. Sebbene non sia stata osservata una differenza statisticamente significativa, la mediana di sopravvivenza dei pazienti che presentavano una PD al momento del controllo TC a un mese dal trattamento TARE risultava di 15,6 (IC 95% 2,5-20,2 mesi) mesi, a fronte di una sopravvivenza media dei pazienti con SD e PR di 20,2 (IC 95% 11,1 - ∞ mesi) e 28,2 mesi (IC 95% 8,1-28,2 mesi), rispettivamente. Abbiamo provato a valutare l’efficacia del trattamento mediante l’utilizzo dei modelli radiobiologici di riferimento (il modello lineare-quadratico). Utilizzando i dati a nostra disposizione (massa iniziale del tumore, massa finale del tumore, dose assorbita dal tumore) abbiamo stimato il parametro radiobiologico Alpha (che rappresenta la risposta del tessuto tumorale alle radiazioni ionizzanti). In tal modo abbiamo osservato come il Tumor Control Probability (TCP) sia molto bassa, ipotizzando quindi che la dose assorbita dal tessuto tumorale non sia sufficiente per controllare localmente la malattia.
Conclusioni: La nostra esperienza preliminare, in accordo con i dati della letteratura, conferma la sicurezza del trattamento di radioembolizzazione epatica in pazienti con ICC. Può rappresentare pertanto una valida opzione terapeutica in pazienti in stadio avanzato di malattia. Inoltre questo studio dimostra come l’attività somministrata secondo il metodo del BSA sottostima la dose assorbita dal tumore necessaria per controllare la malattia locale. Studi futuri devono essere eseguiti in tal senso per confermare questo dati preliminari.
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