Tesi etd-06262023-163123 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CIULLI, PIETRO
URN
etd-06262023-163123
Titolo
“L'apporto medico legale al fenomeno della morte improvvisa. Non sempre una morte da causa"naturale".”
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Di Paolo, Marco
Parole chiave
- autopsia morte improvvisa medico legale
Data inizio appello
11/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2093
Riassunto
La morte improvvisa è una forma di decesso che per definizione insorge repentinamente in un soggetto apparentemente sano, asintomatico, o la cui malattia cronica non faceva presupporre un rapido declino. È una morte rapida, che insorge a distanza di poche ore dall’esordio improvviso dei sintomi, e soprattutto è dovuta a cause naturali. Va da sé che tutte quelle circostanze in cui il decesso è da imputare all’azione di terzi, oppure a cause accidentali o comportamenti suicidi, non possono rientrare nella definizione di morte improvvisa. Può essere provocata da patologie cardiache, che ne rappresentano la causa preponderante tanto che in letteratura si parla di morte cardiaca improvvisa (SCD), ma anche da patologie non cardiache, meno frequentemente; ne sono un esempio le malattie vascolari non cardiache, malattie respiratorie e gastrointestinali.
Per definizione la morte improvvisa è provocata da cause naturali, pertanto se non adeguatamente indagata, non è possibile classificarla come tale. Lo strumento principale della medicina forense in questo senso è l’autopsia, di cui esistono due tipi: il riscontro diagnostico e l’autopsia giudiziaria, le quali si prefiggono obiettivi differenti: mentre lo scopo della prima tipologia è quello di confermare la diagnosi della patologia che ha causato la morte attraverso l’esame interno del defunto, la seconda, essendo richiesta dall’autorità giudiziaria, ha lo scopo di raccogliere ed esaminare tutte le evidenze di rilevanza giudiziaria, che possano confermare un sospetto coinvolgimento di terze parti o una causa non naturale del decesso, quale suicidio, uso di droghe o abuso di farmaci.
L’esame interno non differisce nella sua procedura tra i due tipi di autopsie, ma l’autopsia giudiziaria concentra la sua attenzione anche sulle peculiarità rinvenute all’esame esterno e soprattutto sulla conferma dei sospetti sopracitati attraverso un adeguato esame tossicologico.
Per il seguente studio, sono stato analizzati i dati di 107 soggetti deceduti per sospetta morte improvvisa dal 2000 al 2020, esaminati presso gli obitori di medicina legale di Pisa e di Livorno, che in parte non sono stati sottoposti ad accertamenti, mentre in altra parte sono stati sottoposti a riscontro diagnostico, oppure ad esame esterno o ad autopsia giudiziaria. Da quest’analisi, si evidenzia come solamente tramite autopsia medico-legale sia stato possibile evidenziare che non tutte le presupposte morti improvvise siano state causate da eventi naturali, in contraddizione con la definizione stessa della patologia. In particolare è stato possibile rilevare che le morti da abuso di farmaci o di droghe producono a livello cardiaco dei reperti spesso sovrapponibili a quelli presenti in caso di morte improvvisa cardiaca naturale. Si rende quindi manifesta l’importanza dell’autopsia medico-legale, che tramite l’esecuzione di un esame esterno accurato, nonché dell’autopsia in se stessa e l’effettuazione di un eventuale esame tossicologico permette l’identificazione di cause letali non naturali altrimenti non rilevabili ad un riscontro diagnostico.
Per definizione la morte improvvisa è provocata da cause naturali, pertanto se non adeguatamente indagata, non è possibile classificarla come tale. Lo strumento principale della medicina forense in questo senso è l’autopsia, di cui esistono due tipi: il riscontro diagnostico e l’autopsia giudiziaria, le quali si prefiggono obiettivi differenti: mentre lo scopo della prima tipologia è quello di confermare la diagnosi della patologia che ha causato la morte attraverso l’esame interno del defunto, la seconda, essendo richiesta dall’autorità giudiziaria, ha lo scopo di raccogliere ed esaminare tutte le evidenze di rilevanza giudiziaria, che possano confermare un sospetto coinvolgimento di terze parti o una causa non naturale del decesso, quale suicidio, uso di droghe o abuso di farmaci.
L’esame interno non differisce nella sua procedura tra i due tipi di autopsie, ma l’autopsia giudiziaria concentra la sua attenzione anche sulle peculiarità rinvenute all’esame esterno e soprattutto sulla conferma dei sospetti sopracitati attraverso un adeguato esame tossicologico.
Per il seguente studio, sono stato analizzati i dati di 107 soggetti deceduti per sospetta morte improvvisa dal 2000 al 2020, esaminati presso gli obitori di medicina legale di Pisa e di Livorno, che in parte non sono stati sottoposti ad accertamenti, mentre in altra parte sono stati sottoposti a riscontro diagnostico, oppure ad esame esterno o ad autopsia giudiziaria. Da quest’analisi, si evidenzia come solamente tramite autopsia medico-legale sia stato possibile evidenziare che non tutte le presupposte morti improvvise siano state causate da eventi naturali, in contraddizione con la definizione stessa della patologia. In particolare è stato possibile rilevare che le morti da abuso di farmaci o di droghe producono a livello cardiaco dei reperti spesso sovrapponibili a quelli presenti in caso di morte improvvisa cardiaca naturale. Si rende quindi manifesta l’importanza dell’autopsia medico-legale, che tramite l’esecuzione di un esame esterno accurato, nonché dell’autopsia in se stessa e l’effettuazione di un eventuale esame tossicologico permette l’identificazione di cause letali non naturali altrimenti non rilevabili ad un riscontro diagnostico.
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