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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06262016-181407


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SPADA, ERIKA
URN
etd-06262016-181407
Titolo
Il ritardato clampaggio del cordone ombelicale: novità nell'assistenza del neonato a termine in sala parto
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Boldrini, Antonio
Parole chiave
  • cordone ombelicale
  • neonato a termine
  • ritardato clampaggio
Data inizio appello
19/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le trasfusione placentare resa possibile dal clampaggio ritardato del cordone (praticato almeno un minuto dopo la nascita o quando ne siano cessate le pulsazioni) si associa ad un incremento del volume ematico intravascolare e quindi del peso alla nascita, dell'ematocrito e della emoglobinemia, e conseguentemente delle riserve marziali, con conseguente riduzione del rischio di anemia nei primi mesi di vita. Questo studio si propone di valutare gli effettivi benefici apportati dall’introduzione di tale procedura nei nati a termine nella casistica della U.O. di Neonatologia della Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
Nello studio sono stati inclusi 50 neonati a termine da gravidanza singola espletata mediante parto vaginale e con adattamento neonatale fisiologico sottoposti a clampaggio ritardato (gruppo A), confrontati con un gruppo di controllo di pari numerosità e caratteristiche, sottoposto, invece, a clampaggio immediato (gruppo B).
Per entrambi i campioni sono stati valutati: ematocrito ed emoglobina misurati su emogasanalisi cordonale, peso alla nascita, calo ponderale alla dimissione (48 o 72 ore dopo la nascita), ematocrito ed emoglobina alla dimissione, incidenza di ittero ed eventuale necessità di fototerapia.
Inoltre, sono stati raccolti dati sulla anamnesi della madre e sul decorso della gravidanza, con particolare attenzione ai casi di diabete gestazionale, rottura prematura delle membrane e colonizzazione da SGB al tampone vagino-rettale, eventuale trattamento con betametasone in minaccia di parto pretermine, allo scopo di evidenziare potenziali fattori limitanti all’esecuzione della procedura.
Nei neonati appartenenti al gruppo A non è emerso, contrariamente a quanto riportato in letteratura, un incremento medio del peso corporeo alla nascita né una variazione dell’entità del calo ponderale alla dimissione rispetto al gruppo di controllo (gruppo B).
È stato, invece, riscontrato nel gruppo A un incremento statisticamente significativo dei valori medi di ematocrito misurato su emogasanalisi capillare alla dimissione (p = 0,013), ed anche i valori medi di emoglobina, seppur senza raggiungere significatività statistica, sono risultati lievemente più elevati nello stesso campione.
Tali vantaggi non sono stati associati a maggior rischio di ittero: infatti, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa tra i due gruppi per quanto riguarda i valori di bilirubinemia alla dimissione e l’eventuale necessità di trattamento.
I risultati ottenuti ci consentono di affermare che il clampaggio tardivo nei neonati a termine sia una procedura efficace, avendo dimostrato un sensibile incremento dell’ematocrito e dell’emoglobinemia e sicura, non essendo stata associata ad alcuna complicanza legata all’incremento della massa eritrocitaria (distress respiratorio, ittero...).
Nel nostro studio non sono emerse differenze statisticamente significative nei parametri valutati tra le pazienti con diabete gestazionale e le pazienti sane, verosimilmente perché tutte le pazienti diabetiche (9%) avevano una patologia ben controllata dalla terapia e non di particolare gravità; di fatto, tutte hanno partorito a termine neonati AGA. Non si è raggiunta significatività statistica confrontando i parametri valutati nelle pazienti con PROM (9%), tampone vagino-rettale positivo (9%) e sottoposte a profilassi ante-partum con betametasone (5%) rispetto ai controlli: questo ci induce a ritenere che nessuno di questi fattori sia limitante all’esecuzione della procedura, confermandone, così, la sicurezza.
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