Tesi etd-06262008-205718 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
RICCIOLINI, PAOLA
URN
etd-06262008-205718
Titolo
Ruolo neuroprotettivo della somatostatina in un modello ischemico di retina di topo
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
Relatore Prof. Bagnoli, Paola
Relatore Dott. Cervia, Davide
Relatore Dott. Cervia, Davide
Parole chiave
- ischemia
- somatostatina
Data inizio appello
21/07/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/07/2048
Riassunto
Una delle principali cause della morte neuronale che si accompagna in diverse patologie retiniche è l’ischemia. Nella retina sono espressi il neuropeptide somatostatina (SRIF) ed i suoi cinque recettori (sst1-sst5) accoppiati a proteine G, soprattutto sst2. È stato recentemente suggerito che sst2 possa avere proprietà anti-ischemiche nella retina di diversi mammiferi, tuttavia il suo ruolo neuroprotettivo rimane ancora da stabilire.
Lo scopo della tesi è studiare le proprietà neuroprotettive e farmacologiche di sst2, utilizzando un nuovo modello sperimentale di ischemia retinica in vitro nel topo. In particolare abbiamo utilizzato retine di topi wild-type (WT) e retine con delezione genica del recettore sst1 (sst1 knock-out (sst1 KO )). Le retine WT e sst1 KO sono state sottoposte a trattamento ischemico e trattate sia con il peptide nativo sia con diversi analoghi sintetici, incluso l’agonista a largo spettro pasireotide, l’agonista selettivo per sst2 octreotide e l’antagonista selettivo per sst2 cyanamide. Tramite tecniche di immunocitochimica e TUNEL assay (che misura la frammentazione nucleare), abbiamo dimostrato che il recettore sst2 è sovraespresso nelle retine di sst1 KO e che la morte dei neuroni retinici che si verifica in seguito a trattamento ischemico risulta significativamente ridotta rispetto alle retine WT. Nelle retine WT, l’applicazione di SRIF, pasireotide ed octreotide riduce la morte neuronale sotto condizioni ischemiche, mentre cyanamide ne provoca l’aumento. Inaspettatamente, nelle retine sst1 KO l’utilizzo di questi analoghi provoca aumento della morte neuronale. Durante l’ischemia, la morte cellulare avviene per apoptosi, inoltre, aumenta il rilascio di glutammato che causa fenomeni di eccitotossicità a carico dei neuroni retinici. Abbiamo quindi misurato con PCR i livelli di espressione del mRNA della caspasi-3, una proteasi attiva durante i processi apoptotici, e tramite HPLC ESI-MS abbiamo misurato il rilascio di glutammato. Nelle retine sst1, rispetto alle WT, entrambi questi markers di morte cellulare risultano significativamente ridotti.
Da questi risultati si evince che il sistema somatostatinergico ha un ruolo protettivo nei confronti dell’ischemia retinica riducendo la morte neuronale causata dall’apoptosi, probabilmente attraverso la riduzione dell’eccitossicità da glutammato. Il responsabile di questi effetti è il recettore sst2. Quando sst2 è sovraespresso la sua attivazione con agonista causa una desensitizzazione che si manifesta con un peggioramento del danno ischemico. I meccanismi responsabili di questo fenomeno rimangono ancora da chiarire.
In conclusione, lo studio approfondito della cascata biochimica che media le proprietà neuroprotettive del sistema somatostatinergico nel modello ischemico può fornire nuove prospettive terapeutiche soprattutto per quanto concerne glaucoma e retinopatie diabetiche.
Lo scopo della tesi è studiare le proprietà neuroprotettive e farmacologiche di sst2, utilizzando un nuovo modello sperimentale di ischemia retinica in vitro nel topo. In particolare abbiamo utilizzato retine di topi wild-type (WT) e retine con delezione genica del recettore sst1 (sst1 knock-out (sst1 KO )). Le retine WT e sst1 KO sono state sottoposte a trattamento ischemico e trattate sia con il peptide nativo sia con diversi analoghi sintetici, incluso l’agonista a largo spettro pasireotide, l’agonista selettivo per sst2 octreotide e l’antagonista selettivo per sst2 cyanamide. Tramite tecniche di immunocitochimica e TUNEL assay (che misura la frammentazione nucleare), abbiamo dimostrato che il recettore sst2 è sovraespresso nelle retine di sst1 KO e che la morte dei neuroni retinici che si verifica in seguito a trattamento ischemico risulta significativamente ridotta rispetto alle retine WT. Nelle retine WT, l’applicazione di SRIF, pasireotide ed octreotide riduce la morte neuronale sotto condizioni ischemiche, mentre cyanamide ne provoca l’aumento. Inaspettatamente, nelle retine sst1 KO l’utilizzo di questi analoghi provoca aumento della morte neuronale. Durante l’ischemia, la morte cellulare avviene per apoptosi, inoltre, aumenta il rilascio di glutammato che causa fenomeni di eccitotossicità a carico dei neuroni retinici. Abbiamo quindi misurato con PCR i livelli di espressione del mRNA della caspasi-3, una proteasi attiva durante i processi apoptotici, e tramite HPLC ESI-MS abbiamo misurato il rilascio di glutammato. Nelle retine sst1, rispetto alle WT, entrambi questi markers di morte cellulare risultano significativamente ridotti.
Da questi risultati si evince che il sistema somatostatinergico ha un ruolo protettivo nei confronti dell’ischemia retinica riducendo la morte neuronale causata dall’apoptosi, probabilmente attraverso la riduzione dell’eccitossicità da glutammato. Il responsabile di questi effetti è il recettore sst2. Quando sst2 è sovraespresso la sua attivazione con agonista causa una desensitizzazione che si manifesta con un peggioramento del danno ischemico. I meccanismi responsabili di questo fenomeno rimangono ancora da chiarire.
In conclusione, lo studio approfondito della cascata biochimica che media le proprietà neuroprotettive del sistema somatostatinergico nel modello ischemico può fornire nuove prospettive terapeutiche soprattutto per quanto concerne glaucoma e retinopatie diabetiche.
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