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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06262007-161346


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Bresci, Paolo
URN
etd-06262007-161346
Titolo
Concentrazioni bancarie, efficienza e competitività: il caso "Intesa-Sanpaolo"
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
ECONOMIA E COMMERCIO
Relatori
Relatore Prof. Giannini, Marco
Parole chiave
  • concentrazioni bancarie
Data inizio appello
12/07/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro affronta il fenomeno delle concentrazioni bancarie dapprima da un punto di vista teorico (capitolo 1), descrivendone i fattori di cambiamento, gli obiettivi e le fonti di creazione del valore secondo i principali filoni della letteratura economica.
Nel capitolo 2 si passa ad una rassegna dei “casi reali” riportando le principali pubblicazioni inerenti ricerche empiriche effettuate negli Usa, in Europa e in Italia.
Nel capitolo 3 viene affrontata la problematica degli (eventuali) effetti anti-competitivi delle concentrazioni, evidenziando il presupposto teorico della disciplina anti-trust e descrivendo l’attuale legislazione in vigore a livello comunitario e nazionale.
Infine, il capitolo 4 descrive la recente aggregazione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi alla luce delle teorie precedentemente esposte e dell’esperienza storica, con particolare riferimento ai problemi di natura organizzativa. Partendo dalle motivazioni e dagli obiettivi ufficiali, si è cercato di indagare sugli eventuali ulteriori moventi non palesi o, addirittura, inconfessabili cercando dei riscontri nell’analisi dei dati ufficiali (i bilanci consolidati degli ultimi cinque anni) e delle altre forme di comunicazione utilizzabili a questo scopo (ad esempio, quelle riguardanti il processo di integrazione stesso).
Stante il breve periodo intercorso dagli effetti giuridici della fusione (1 gennaio 2007) e lo stato “in progress” dei suoi effetti economici, si è deciso di non giudicarne i risultati né da un punto di vista dell’analisi di efficienza/redditività, né dal punto di vista del “mercato”.
Si è voluto, invece, evidenziare come questa operazione, dal teorico elevato potenziale in quanto a creazione di valore, presenti in realtà alcune minacce legate all’incompatibilità delle formule imprenditoriali adottate dalle due banche, con il rischio che le tensioni organizzative possano prevalere su quelle operative e che venga dispersa parte del valore risultante dalla “sommatoria” dei due gruppi.
Inoltre, sorge il sospetto che questa operazione, definita “fusione tra pari” sia più propriamente inquadrabile come una “cattura di valore” realizzata dal management di Banca Intesa a discapito di quello di Sanpaolo Imi; e che una parte preponderante della creazione di valore sia legata all’accresciuto potere di mercato e, pertanto, venga realizzata a discapito della clientela.
L’enfasi posta sulla distribuzione di benefici per tutti gli stakeholders e la volontà di ricoprire “un ruolo sociale” potrebbe essere (anche) finalizzata all’ottenimento di una benevolenza socio-politica, essendo volta a controbilanciare questa situazione di potere (evidenza aggravata da fatto che i primi due operatori del mercato controllano quasi il 40% dello stesso); come potrebbe essere (anche) una manifestazione della c.d. “dimensione politica” del fenomeno.
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