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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06252018-224918


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PELAGATTI, ELISABETTA
Indirizzo email
e.pelagatti@yahoo.com
URN
etd-06252018-224918
Titolo
Studio prospettico delle variazioni di densità minerale ossea in pazienti con carcinoma mammario precoce in trattamento con inibitori dell'aromatasi
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Di Munno, Ombretta
correlatore Dott. Mazzantini, Maurizio
Parole chiave
  • densità minerale ossea
  • osteoporosi
  • inibitori dell'aromatasi
  • bisfosfonati
  • denosumab
  • carcinoma mammario
Data inizio appello
17/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2088
Riassunto
Lo studio si è articolato nell’osservazione longitudinale di donne in menopausa con carcinoma mammario non metastatico in trattamento con inibitori dell’aromatasi (IA), inviate all'UO di Reumatologia, per la prevenzione e/o il trattamento dell'osteoporosi indotta da IA.
Gli obiettivi dello studio sono stati:
• la valutazione del profilo di rischio per osteoporosi e fratture di fragilità attraverso la raccolta di dati anamnestici ed ematochimici in donne con carcinoma mammario non metastatico;
• la variazione di densità minerale ossea (BMD), valutata tramite densitometria a raggi X (DXA), nelle pazienti trattate con farmaci antiriassorbitivi (Bisfosfonati e Denosumab) e confrontate con quelle non trattate.

Sono state incluse nello studio 213 pazienti, di cui, il 18,3% fumatrici.
Delle 213 pazienti, il 50,7% è risultato avere un insufficiente introito di calcio e delle 141 pazienti in cui sono stati misurati i livelli basali di 25OHD3 (69% dell’intero campione), i valori medi sono risultati 18,5 ng/ml ± 10,5, con il 64,1% che ha presentato valori compresi tra 10 e 30 ng/ml.
Le variazioni della BMD sono state valutate, limitatamente alle 153 pazienti che avevano iniziato la terapia con IA da non più di 6 mesi, in 85 pazienti di cui 43 trattate con farmaci antiriassorbitivi (bisfosfonati e in minor percentuale denosumab) e 42 non trattate. Il periodo medio di osservazione è stato di 37,7±16 mesi.
Tutte le pazienti avevano ricevuto una supplementazione con calcio (dietetica e/o farmacologica) e una supplementazione con vitamina D (farmacologica) se dalle analisi basali emergevano ridotti livelli di 25OHD3 (<30 ng/ml).

Al termine del periodo di osservazione, i valori di T-score, a livello della colonna e del femore (totale e collo) nel gruppo trattato con antiriassorbitivi, si sono dimostrati stabili nelle pazienti trattate.
Nel gruppo non trattato, i valori T-score hanno mostrato un significativo decremento rispetto ai valori basali a livello vertebrale (-1,27±1,1 vs -1,56±1, p=0,006) e a livello del femore totale (-1,0±0,8 vs -1,1±0,8, p=0,02) mentre stabili sono rimasti i valori a livello del collo femorale.

Questi risultati, seppur derivanti da una casistica molto limitata, sottolineano l’importanza di prevenire e trattare l’osteoporosi indotta da IA ricorrendo anche ad un maggior utilizzo di un farmaco potenzialmente più efficace sulla BMD e sulla riduzione del rischio di frattura come il denosumab, la cui prescrivibilità è stata ampliata dalla nota 79 dell’AIFA (20 maggio 2015).
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