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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06252014-210219


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
MIELE, MATTEO
URN
etd-06252014-210219
Titolo
L’Alta Asia buddhista (Tibet, Bhutan e Mongolia) tra il crepuscolo dell’Impero Ch’ing e la nascita della Repubblica cinese: aspetti geopolitici e diplomatici britannici
Settore scientifico disciplinare
SPS/14
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE E SOCIALI
Relatori
commissario Negash, Tekeste
commissario Taddia, Irma
commissario Lemmi, Enrica
tutor Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • Repubblica cinese
  • Raj britannico
  • Persia
  • Nepal
  • Mongolia
  • India
  • Impero britannico
  • Himalaya
  • Grande gioco
  • Gran Bretagna
  • Dalai Lama
  • Cina
  • Ch'ing
  • Bogd Khaan
  • Bhutan
  • Alta Asia
  • Afghanistan
  • Accordo di Simla
  • Repubblica popolare cinese
  • Russia
  • Tibet
  • Trattato di Punakha
  • Trattato tibeto-mongolo
  • Ugyen Wangchuck
Data inizio appello
04/07/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi vuole essere un’analisi della situazione in Tibet, Bhutan e Mongolia nel periodo che intercorre tra la fase finale dell’Impero Ch’ing e i primi anni della Repubblica cinese dal punto di vista degli interessi diplomatici e geopolitici dei britannici. Allo stesso tempo, attraverso la ricostruzione dei fatti storici di inizio Novecento, seppure nella prospettiva inglese, si propongono degli strumenti interpretativi per la dimensione geopolitica contemporanea dell’area in esame.
Dopo una rapida analisi del buddhismo tibetano e della sua dimensione politica (il legame primario tra i tre paesi studiati è appunto quello di natura religiosa e questo avrà non pochi effetti sulle dinamiche geopolitiche studiate), il lavoro si articola in una prima parte dedicata principalmente al Tibet e gli inglesi nel periodo conclusivo e immediatamente successivo al Grande gioco, alla visita del Dalai Lama a Pechino e all’incontro con l’ambasciatore inglese Jordan e con il principe del Sikkim e alla “Nuova Politica” dei Ch’ing in Tibet. Sempre nella prima parte, uno spazio rilevante della ricerca è dedicato alla contesa tra britannici e cinesi sul Bhutan dopo il Trattato di Punakha del 1910. Per rendere più attenta l’analisi, come raffronto, viene descritta anche la situazione del vicino Nepal, altro paese indipendente, come il Bhutan, che a differenza di quest’ultimo, però, oltre a non aver delegato la propria politica estera ai britannici (pur essendo comunque alleati di Londra), aveva effettivamente anche un antico legame con la dinastia mancese.
La seconda parte del lavoro è dedicata invece alle indipendenze di Tibet e Mongolia, ai loro effetti sugli equilibri in Alta Asia. Il crollo della dinastia Ch’ing aveva infatti mutato radicalmente lo scenario su cui si basava l’Accordo anglo-russo del 1907 (che aveva messo fine al Grande gioco). In particolare la proclamazione dell’indipendenza mongola, nel dicembre del 1911, a causa dell’antico e forte legame di tipo religioso e culturale di Urga con Lhasa (ribadito attraverso il Trattato tibeto-mongolo del gennaio 1913), assieme alla relazione di natura politica ed economica tra Mongolia e Russia, porterà gli inglesi all’Accordo di Simla del 1914 (firmato infine solo da britannici e tibetani, ma non dai cinesi). Nel lavoro viene analizzata e ricostruita nel dettaglio la trattativa “parallela” tra inglesi e russi: i primi avevano infatti il bisogno di avere l’accettazione di San Pietroburgo per mettere in atto quanto si stava stabilendo a Simla. In un primo tempo si cercò di utilizzare il nuovo status della Mongolia come una sorta di “merce di scambio” per far accettare ai russi un nuovo assetto del Tibet. In realtà però la diplomazia britannica si trovò a dover affrontare un negoziato ben più esteso e complesso.
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