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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06252013-130301


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ALIBANI, SIMONE
URN
etd-06252013-130301
Titolo
IL CONCORDATO PREVENTIVO COME SOLUZIONE DELLE CRISI DI IMPRESA: IL CASO ALFA S.R.L.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
correlatore Prof. Marchi, Davide
relatore Prof. Poddighe, Francesco
Parole chiave
  • concordato preventivo
  • concordato in continuità aziendale
  • concordato con riserva
  • attestatore
  • responsabilità del professionista
Data inizio appello
15/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2053
Riassunto
Il contesto economico-produttivo italiano è sempre più caratterizzato dalla presenza di imprese che, gravanti in uno stato di crisi economica e finanziaria, non possiedono più risorse con cui operare. Oggetto del presente lavoro è la riforma alla procedura concorsuale introdotta con il “Decreto Sviluppo”, D.l. 83/2012, nell’estate del 2012. Questa riforma fa riferimento al fatto che il debitore non avendo la capacità di adempiere con regolarità alle proprie obbligazioni, il creditore dello stesso non può ottenere il soddisfacimento del proprio credito. Infatti, il patrimonio che dovrebbe garantire tale credito è incapiente e/o non è più aggredibile: per questo motivo il creditore potrebbe essere esso stesso contagiato dal default. In origine, il legislatore sembrava proteggere prevalentemente il creditore, in seguito invece, in controtendenza, sembrò agevolare il debitore: infatti, al debitore sono offerti numerosi strumenti per uscire dalla crisi nel migliore dei modi possibili. Questi strumenti sono chiaramente a scapito dei creditori. Da ultimo, per effetto delle riforme degli anni 2000, vale a dire dalla riforma del 2005 fino alla riforma del 2012, il legislatore ha compreso che oggetto di attenzione per poter comporre la crisi e risolverla, non deve essere né il debitore né il creditore: occorre tutelare il mercato in sé. In sostanza, il legislatore vuole ora tutelare le unità produttive ancora capaci di produrre reddito in futuro: in altre parole è meritevole di tutela una impresa capace di produrre un livello di ricchezza tale da superare quella consumata per produrla: questo perché, tutelando l'impresa, si tutelano anche posti di lavoro
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