Tesi etd-06252008-005935 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
DAMILANO, DINO VINCENZO CARLO
URN
etd-06252008-005935
Titolo
INDIVIDUAZIONE DELLE SOGLIE PLUVIOMETRICHE CRITICHE PER L'INNESCO DI FRANE RAPIDE NELLA RIVIERA LIGURE DI LEVANTE (SP)
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
Relatore Prof. Puccinelli, Alberto
Relatore Dott. Giannecchini, Roberto
Relatore Dott. Giannecchini, Roberto
Parole chiave
- Frana superficiale
- Liguria orientale
- pericolosità di frana
- soglia pluviometrica
Data inizio appello
25/07/2008
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
25/07/2048
Riassunto
Sintesi
La Riviera Ligure di Levante è caratterizzata da piogge relativamente abbondanti (valori intorno a 1000 mm medi annui), che, tuttavia, possono essere particolarmente intense e concentrate. Ciò è dovuto principalmente alla sua posizione geografica e alla sua conformazione: questo tratto di Appennino Ligure a immediato contatto con un mare ampio, aperto e profondo (il Mar Ligure), presenta infatti vette che raggiungo i 700-800 m di altezza. In diversi casi, le piogge che hanno colpito quest’area hanno provocato frane superficiali (tipo soil slip-debris flows), creando notevoli disagi alla popolazione (per esempio, durante il nubifragio del 10 Settembre 1981 si innescarono centinaia di frane).
L’individuazione di soglie pluviometriche critiche per l’innesco di frane è quindi molto importante per la realizzazione di efficienti sistemi di allertamento, specialmente in una regione a forte vocazione turistica e con problematiche di viabilità.
Con lo scopo di contribuire a individuare la pericolosità da frana di questa area, è stata eseguita un’analisi dettagliata degli eventi pluviometrici principali pregressi. Infatti, sono state prima individuate delle stazioni equipaggiate con strumentazioni in grado di registrare le piogge in maniera continua nel tempo (pluviometri registratori) e che potessero fornire serie storiche ininterrotte e significative di dati. Sulla base di tali indicazioni, le stazioni di Levanto (SP), Portovenere (SP) e Vernazza (SP) sono state ritenute le più idonee allo studio. Successivamente, sono stati analizzati i dati pluviometrici registrati da tali stazioni nell’intervallo di anni dal 1967 al 2006 per Levanto e Portovenere e dal 2003 al 2006 per Vernazza, e confrontati con l’avvenimento di frane superficiali, in modo tale da esaminare la relazione tra l’attività delle frane e le piogge. La ricerca degli effetti provocati dagli eventi pluviometrici è avvenuta esaminando principalmente le testate di quotidiani locali e gli enti preposti alla gestione del territorio. In particolare, gli eventi pluviometrici più importanti avvennero negli anni 1968, 1970, 1977, 1981, 1984, 1992, 1996, 1998 e 2000.
Molti tentativi sono stati fatti, in varie regioni del mondo, per ottenere una relazione tra i parametri della pioggia e l’avvenimento di frane superficiali e per identificare delle soglie pluviometriche locali innescanti frane superficiali. Per l’area di studio, sono state definite delle soglie pluviometriche critiche per l’innesco di questo tipo di frane in termini di intensità e durata della pioggia di evento, della pioggia annua media (PAM) e delle piogge antecedenti.
Le soglie ottenute per l’area in oggetto sono state inoltre confrontate con quelle ottenute da alcuni studiosi sia per le vicine Alpi Apuane, che per altre regioni del mondo.
La Riviera Ligure di Levante è caratterizzata da piogge relativamente abbondanti (valori intorno a 1000 mm medi annui), che, tuttavia, possono essere particolarmente intense e concentrate. Ciò è dovuto principalmente alla sua posizione geografica e alla sua conformazione: questo tratto di Appennino Ligure a immediato contatto con un mare ampio, aperto e profondo (il Mar Ligure), presenta infatti vette che raggiungo i 700-800 m di altezza. In diversi casi, le piogge che hanno colpito quest’area hanno provocato frane superficiali (tipo soil slip-debris flows), creando notevoli disagi alla popolazione (per esempio, durante il nubifragio del 10 Settembre 1981 si innescarono centinaia di frane).
L’individuazione di soglie pluviometriche critiche per l’innesco di frane è quindi molto importante per la realizzazione di efficienti sistemi di allertamento, specialmente in una regione a forte vocazione turistica e con problematiche di viabilità.
Con lo scopo di contribuire a individuare la pericolosità da frana di questa area, è stata eseguita un’analisi dettagliata degli eventi pluviometrici principali pregressi. Infatti, sono state prima individuate delle stazioni equipaggiate con strumentazioni in grado di registrare le piogge in maniera continua nel tempo (pluviometri registratori) e che potessero fornire serie storiche ininterrotte e significative di dati. Sulla base di tali indicazioni, le stazioni di Levanto (SP), Portovenere (SP) e Vernazza (SP) sono state ritenute le più idonee allo studio. Successivamente, sono stati analizzati i dati pluviometrici registrati da tali stazioni nell’intervallo di anni dal 1967 al 2006 per Levanto e Portovenere e dal 2003 al 2006 per Vernazza, e confrontati con l’avvenimento di frane superficiali, in modo tale da esaminare la relazione tra l’attività delle frane e le piogge. La ricerca degli effetti provocati dagli eventi pluviometrici è avvenuta esaminando principalmente le testate di quotidiani locali e gli enti preposti alla gestione del territorio. In particolare, gli eventi pluviometrici più importanti avvennero negli anni 1968, 1970, 1977, 1981, 1984, 1992, 1996, 1998 e 2000.
Molti tentativi sono stati fatti, in varie regioni del mondo, per ottenere una relazione tra i parametri della pioggia e l’avvenimento di frane superficiali e per identificare delle soglie pluviometriche locali innescanti frane superficiali. Per l’area di studio, sono state definite delle soglie pluviometriche critiche per l’innesco di questo tipo di frane in termini di intensità e durata della pioggia di evento, della pioggia annua media (PAM) e delle piogge antecedenti.
Le soglie ottenute per l’area in oggetto sono state inoltre confrontate con quelle ottenute da alcuni studiosi sia per le vicine Alpi Apuane, che per altre regioni del mondo.
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