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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06242020-205108


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CHERUBINI, BEATRICE
URN
etd-06242020-205108
Titolo
Armando Pizzinato: Quarto Tempo
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Patti, Mattia
Parole chiave
  • anni sessanta - settanta
  • Giardino di Zaira
  • naturalismo
  • Pizzinato
  • Venezia
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2090
Riassunto
Armando Pizzinato, pittore, pordenonese di nascita e veneziano d’adozione, classe 1910, sconosciuto a molti, incompreso a tanti.
Di lui si ricordano gli anni romani e la militanza partigiana, la fondazione della Nuova Secessione Artistica Italiana, Fronte Nuovo delle Arti poi, citato nei manuali di storia dell’arte sempre prima di Giuseppe Santomaso, sempre dopo Ennio Morlotti, ma soltanto per rigorose questioni di ordine (alfabetico).

Il Fronte Nuovo delle Arti, la soddisfazione dell'acquisto del suo "Primo Maggio" da parte di Peggy Guggenheim, unica opera frontista acquistata dalla collezionista dopo la famosa Biennale veneziana del 1948, furono occasioni felici della vita di Pizzinato: una fetta di gloria, seppur piccola, qualche riconoscimento e l’America. Poteva dirsi arrivato forse, fare il maestro. Poteva vendere vendendosi. Arrivò però il richiamo al buon senso e alla tradizione del Partito, il Partito Comunista, e Pizzinato, fedele ai propri ideali, non seppe tirarsi indietro e rispose. Fu dunque pioniere del Realismo Socialista ma sempre secondo a Renato Guttuso. Eppure, definirlo pioniere è dire poco. Per il realismo, per il socialismo, Pizzinato ha ‘sputato sangue’.
Poi il passo indietro del Partito. Quindi l’isolamento. Unico soldato rimasto a combattere una guerra già finita. Quindi l’oblio.
E' a questo punto che, solitamente, le brevi e rare biografie sul pittore pordenonese si interrompono. Eppure, Pizzinato il pennello non l’ha mai mollato. Non l’ha fatto quasi fino alla morte, sopraggiunta alla veneranda età di novantaquattro anni (il 17 aprile 2004).
Esiste dunque un Pizzinato che nessuno ha mai raccontato, se non in poche righe. Un Pizzinato che dopo anni di solitudine e di incomprensione, che dopo un periodo di crisi artistica e personale ritrovò sé stesso e la libertà di essere sé stesso grazie alla natura – la natura del giardino di casa, dei boschi di betulle russe, della laguna veneziana prima, del volo dei gabbiani e delle marine ligure poi – dando vita così ad un nuovo tempo della propria opera pittorica, un quarto tempo.

Perché Quarto Tempo?
«Sono stato io a definire ‘quarto’ il tempo dopo la conclusione del periodo realista, all’epoca dell’antologica alla Galleria Bevilacqua La Masa nel 1962» rispose Pizzinato a Rossella Florean quando nel 1999 la storica dell’arte gli domandò sul significato di questa definizione allora attribuita a Giuseppe Mazzariol.
Il critico veneziano parlò infatti, a più riprese, di un ‘quarto tempo pizzinatesco’ in riferimento alle opere realizzate dal pordenonese nel corso degli anni Ottanta, opere nuove, opere astratte in cui non vi è dettaglio figurativo, solo forme e colore.
Se si adottasse la formula elaborata da Mazzariol tutta l’attività pittorica di Pizzinato degli anni Sessanta-Settanta andrebbe però erroneamente assimilata all’opera precedente.
Risulta, a questo punto, logico e corretto dar credito a quanto sostenuto dal pittore stesso e definire ‘Quarto Tempo’ il periodo 1963-1978 circa dove, convenzionalmente, 1963 indica la data in cui Pizzinato si ‘liberò’ dai dettami realisti ed intraprese il nuovo cammino ‘naturalista’, e 1978 ‘anno-spartiacque’ in cui quella ormai riconquistata libertà artistica lo ricondusse ad una personale visione astratta aprendo così un nuovo capitolo, un nuovo tempo, una nuova fase artistica.

Con questo elaborato (che ha visto luce anche grazie all’ausilio del materiale, talvolta inedito, fornito dall’Archivio Carte del Contemporaneo – sezione Armando Pizzinato del Centro Interuniversitario di Studi Veneti (CISVe) e alla preziosa testimonianza della Professore Silvana Tamiozzo Goldmann, responsabile dell’Archivio e persona vicina al pittore) si intende quindi – dopo aver ripercorso le precedenti tappe biografiche ed artistiche del pittore – riordinare e raccontare l’opera pittorica, l’attività espositiva e le considerazioni critiche su di esse, relative agli anni 1963-1978, fornendo al lettore un quadro quanto più ampio e completo possibile della vicenda artistica di Armando Pizzinato nel periodo sopracitato.
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