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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06242019-104732


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE VITA, MICAELA
URN
etd-06242019-104732
Titolo
Nutrizione nell'arrampicata sportiva: studio delle abitudini e dei comportamenti alimentari
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof. Gravina, Giovanni
Parole chiave
  • alimentazione
  • arrampicata sportiva
  • comportamenti alimentari
  • disordini dell'alimentazione
  • food habits and behaviours
  • nutrizione
  • RED-S
  • rock climbing
  • sport
Data inizio appello
10/07/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO
Introduzione
L’arrampicata sportiva, una volta praticata come disciplina alpinistica o come attività ri-creativa all’aperto, è diventata uno sport a metà degli anni ’80. Dal 1989 è stata ricono-sciuta ufficialmente come forma di competizione sportiva a livello mondiale, e recente-mente l’arrampicata sportiva è stata inclusa tra le discipline previste ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Come in altri sport gravitazionali, il peso corporeo è sempre stato oggetto di forti atten-zioni da parte degli scalatori, ed è diventato oggetto di regolamentazione nelle gare di arrampicata. Nel 2009, la Federazione Austriaca di Arrampicata ha introdotto per i par-tecipanti un livello minimo di indice di massa corporea (IMC), con un valore di 17 kg / m2 per le femmine e 18 kg / m2 per i maschi. Anche L’IFSC (International Federation of Sport Climbing) ha espresso preoccupazione per la perdita di peso negli atleti scalatori, implementando lo screening dell’IMC e imponendo la squalifica agli atleti che rifiutano di sottoporsi alle misurazioni [1].
Pochi sono gli studi relativi alla nutrizione in questa disciplina e mostrano come la prati-ca alimentare più comune consista nella restrizione cronica delle calorie, nell’intento di migliorare le prestazioni e ridurre il carico sulle estremità del corpo. Questa condotta, se protratta a lungo, può portare a conseguenze negative, fino a configurare un disordine del comportamento alimentare [28]. Recentemente, il CIO ha formulato una nuova di-chiarazione di consenso riguardante la sindrome RED-S (Relative Energy Deficiency in Sport), estendendo ai maschi il termine “Triad ” (fino a quel momento riferito alle atlete di genere femminile) che comporta un’alterazione delle funzioni fisiologiche relative al metabolismo, al ricambio osseo, al sistema immunitario e alla produzione di ormoni ses-suali, causate dalla carenza di energia disponibile a svolgere appieno queste funzioni [5]. Quando la disponibilità di energia (EA) scende al di sotto di 30 kcal / kg di massa magra al giorno, il grasso e la massa magra saranno utilizzati dall'organismo per produrre energia, con conseguente perdita di forza e resistenza, compromettendo così le presta-zioni e annullando i benefici dell’allenamento [5].
Obbiettivo
Lo scopo di questo studio è di raccogliere informazioni sulle abitudini e comportamenti alimentari e di indagare le correlazioni tra le misure antropometriche e il grado di arram-picata, in un campione maschile italiano di arrampicatori sportivi. Lo studio mira anche a valutare le possibili correlazioni tra la disponibilità di energia (EA = introito energetico (EI) - Energia spesa per l’Esercizio (EEE) / massa magra (FFM)), l’apporto di macronu-trienti, l'assunzione di acqua e lo stato di salute generale degli ultimi 12 mesi.
Materiali e metodi
Sono state raccolte le misure antropometriche in un campione di 60 uomini, con diversi livelli prestazionali di arrampicata su roccia, con età compresa tra 20 e 58 anni. Insieme alla rilevazione del peso, dell’altezza e dello spessore di 3 pliche cutanee, è stata con-dotta un'intervista sulle abitudini alimentari con metodo retrospettivo (recall).
Successivamente 2 questionari sono stati inviati on-line. Il primo questionario raccoglie informazioni sulle attività di arrampicata e sugli altri sport praticati. Il secondo è compo-sto da: una indagine su abitudini e comportamenti alimentari, un questionario semi quantitativo sulla frequenza degli alimenti (FFQ) e una raccolta di informazioni sullo sta-to di salute e sugli infortuni verificatisi negli ultimi 12 mesi.
Risultati
I partecipanti allo studio risultano per la quasi totalità onnivori (90%) e con un profilo nu-trizionale di tipo mediterraneo, composto dal 51,4% EN da carboidrati, 17% EN da pro-teine, 28,3% EN da grassi, 3,3% EN da alcol. L'apporto calorico medio è di 1627 ± 596 kcal / giorno. Il 96,7% dei partecipanti non raggiunge il Dispendio calorico (TDEE = RMR * LAF) stimato e l'86,7% ha una disponibilità di energia inferiore a 30 kcal / kg FFM con una restrizione che riguarda tutti i macronutrienti. Molti atleti (40%) evitano o controllano l’assunzione di carboidrati, prevalentemente riducendo gli zuccheri semplici. L'assunzione d'acqua è ≤ 1 litro per il 50% del campione, durante i giorni di arrampicata. Emerge una correlazione negativa tra il livello di arrampicata e la percentuale di massa grassa, nonostante vi sia una correlazione positiva tra livello di arrampicata e assunzio-ne di carboidrati (> di 3 g/kg p.c.). Il 50% del campione ha subito infortuni negli ultimi 12 mesi, e sono emerse correlazioni positive con il consumo di alcol e le infezioni riportate. L'affaticamento degli avambracci risulta correlato positivamente con la disidratazione.
Conclusioni
Nonostante non si sia riscontata alcuna correlazione tra peso corporeo, indice di massa corporea e livello di arrampicata, gli scalatori adottano un regime calorico fortemente restrittivo autoimposto. Per le restrizioni adottate, anche se principalmente a carico di zuccheri, grassi saturi e cibi fritti, l’introito energetico risulta complessivamente inade-guato per la copertura del fabbisogno giornaliero. Sarebbe appropriato effettuare ulterio-ri indagini per accertare la presenza di disordini dell’alimentazione e della nutrizione, di disturbi del comportamento alimentare e di sindrome da bassa disponibilità energetica RED-S, specialmente tra gli arrampicatori che provano senso di colpa nell’assunzione di determinati alimenti e tra coloro che sono maggiormente soggetti a infezioni o altri di-sturbi fisici.

NUTRITION IN ROCK CLIMBING: AN EATING HABITS AND BEHAVIOURS STUDY
SUMMARY
Introduction
Rock climbing was once an alpine discipline or an outdoor recreational activity which became a sport in the mid ‘80s. Since just 1989 an official worldwide competition was recognized and filnally, climbing has been selected to feature at the Tokyo 2020 Olympic Games.
Climbers have always paid a strong attention to body weight, as others gravitational sports, but the issue of excessively low body weight in climbing has become a selective parameter in competitions. In 2009, the Austrian Climbing Federation introduced - for participants to compete - a minimum required body mass index (BMI), with a value of a BMI >17 kg/m2 for females and >18 kg/m2 for males. The IFSC (International Federation of Sport Climbing) have also expressed concern towards weight loss in climbing athletes, implementing BMI screening and imposing disqualification to athletes who refuse to submit to measurements [1].
Few studies show that the most common dietary practice consist of chronic calorie restriction, in order to improve performance and to lower the load on body extremities. This habit may lead to negative consequences when used for prolonged periods and could be considered a disordered eating behaviour [28]. More recently, the term ‘Relative Energy Deficiency in Sport’ (RED-S) replaced the term Triad (referred to female athletes) and the IOC has updated a consensus statement regarding RED-S syndrome in male, which brings to impaired physiological function in metabolic rate, bone health, immunity, sex hormone caused by relative energy deficiency [5]. When energy availability (EA) falls below 30 kcal/kg of fat free mass per day, fat and lean tissue will be metabolised by the body to create fuel, resulting in the loss of strength and endurance, subsequently compromising performance and negating the benefits of training [5].
Objective
The aim of this study is to collect information about food habits and behaviours and to investigate correlations between anthropometric measures and the climbing degree, in a male Italian sample of rock climbers. The study aims also to evaluate the possible correlations among Energy Availability (EA=Energy intake (EI) - Exercise Energy Expenditure (EEE) / Fat Free Mass (FFM)), the macronutrient, the water intake and the general health status in the last 12 months.
Materials and methods
Anthropometrical data have been collected in a sample of 60 rock climbing men , aged 20-58 years, of different climbing abilities. A retrospective interview about food consumption (recall) has been conducted while collecting age, weight, height and 3 skinfold measures.
2 questionnaires have been sent on-line. The first questionnaire concerns climbing and exercise activities. The second is composed by a a part to evaluate eating habits and behaviours , a Semi-quantitative Food frequency questionnaire (FFQs), and a third part collecting information about health status and injuries occured in the last 12 months.
Results
An omnivorous, mediterranean nutritional profile appears to be the main pattern used (90% of the participants), with an overall caloric composition of 51,4% carbohydrates, 17% proteins, 28,3% fats, 3,3% alcohol. The mean caloric intake is 1627±596 kcal/day. A percentage of 96,7% does not reach the Total Daily Energy Expenditure (TDEE=RMR*PAL) and 86,7% has an Energy Availability below 30 kcal/kg FFM. Restriction data concerns all the macronutrients. A large number of athletes (40%) is avoidant/restrictive towards carbohydrates, mainly controlling sugars. Water intake is ≤1liter for 50% of the sample, during climbing days. A negative correlation between climbing level and Fat Mass emerged, despite of a positive correlation between climbing level and carbohydrates intake (over 3g/kg b.w.). Injuries occurred at 50% of the sample, in the last 12 months, and positive correlations are shown with alcohol consumption and infections encountered. Forearms fatigue results to be correlated positively with dehydration.
Conclusions
Despite of finding no correlation between body weight, BMI, and climbing level, rock climbers adopt an autoimposed very severely restrictive caloric intake. For a large number of subjects restrictions are mainly on sugars, saturated fats and fryed food. Further investigations about the presence of disordered eating behaviours or eating disorders and RED-S syndrome would be appropriate, especially among rock climbers which are affected from a sense of guilt , suffers from infections and dizzines.
File