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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06242014-115520


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
ANGELOTTI, FRANCESCA
URN
etd-06242014-115520
Titolo
Autoanticorpi patogeni nel lupus sistemico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Migliorini, Paola
Parole chiave
  • lupus sistemico
  • diagnostica
  • anticorpi anti-DNA
Data inizio appello
22/07/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Dal momento che gli anticorpi anti-dsDNA rivestono un ruolo centrale nel lupus eritematoso sistemico, sia come anticorpi marker, quindi importanti dal punto di vista diagnostico, sia per la loro correlazione con l’attività di malattia e il danno d’organo, e viste le problematiche inerenti alle diverse metodiche diagnostiche impiegate per la loro ricerca, questo lavoro sperimentale è stato sviluppato con l’obiettivo di ricercare nuove metodiche per rilevarli.

In una precedente fase di questo lavoro, sono stati ricercati gli anticorpi anti-dsDNA nei sieri di un elevato numero di pazienti affetti da LES, utilizzando come antigeni per il riconoscimento 3 tipi diversi di DNA, lineare e circolare, di origine rispettivamente genomica e plasmidica (plasmide sperimentale pK201/CAT e di controllo pUC19). E’ stata, inoltre, ricercata una correlazione tra gli anticorpi misurati tramite le metodiche sopra citate e diversi parametri clinici e laboratoristici, tra cui l’indice ECLAM, i livelli di anticorpi anti-C1q, di grande rilievo per la diagnosi, la valutazione del livello di attività di malattia77-79 e la correlazione col danno d’organo, e i livelli del frammento C3 del complemento, essendo l’ipocomplementemia un importante parametro correlato con proporzionalità inversa al livello di attività di malattia.

Nel complesso, i 3 test per misurare gli anti-dsDNA si sono dimostrati tutti in grado di discriminare nettamente pazienti LES da soggetti normali e tutti e tre hanno mostrato una correlazione positiva con l’indice ECLAM e il titolo di anticorpi anti-C1q, mentre negativa con i livelli di C3, come atteso per un test che misuri anticorpi prodotti essenzialmente nelle fasi di attività di malattia. Dal confronto fra i titoli di anticorpi anti-dsDNA misurati con i 3 metodi, si è osservo che esisteva un’elevata correlazione ma non una completa sovrapposizione, suggerendo che i diversi substrati misurino popolazioni non completamente sovrapposte di anticorpi anti-dsDNA.
Questo dato è risultato ancor più evidente dal confronto dei risultati del dosaggio di anti-dsDNA mediante CLIF e mediante ELISA con i tre tipi di DNA, poiché la “sovrapposizione” fra CLIF e il test ELISA che utilizza il DNA di plasmide è risultata superiore rispetto al test che utilizza DNA genomico.
La conclusione di queste osservazioni è stata che gli anticorpi misurati col test che utilizza DNA plasmidico sperimentale pK201/CAT potrebbero essere almeno in parte specifici per una particolare conformazione del dsDNA, comune al plasmide, circolare e ricco di purine, e al DNA di cinetoplasto di Crythidia Luciliae.

In questa fase del lavoro sperimentale si è cercato, pertanto, di caratterizzare meglio il potenziale diagnostico di questi test, in particolare la loro specificità, applicandoli all’analisi, oltre che di soggetti sani e di LES, anche di altre malattie autoimmuni sistemiche, in cui gli anti-dsDNA non dovrebbero essere presenti. La ricerca degli anticorpi anti-dsDNA è stata eseguita con test ELISA home made, kit commerciali e CLIF test, ed i risultati sono stati confrontati tra loro in termini di sensibilità e specificità.

Partendo, inoltre, dall’ipotesi secondo la quale gli anticorpi anti-dsDNA si leghino a un complesso DNA-peptide piuttosto che al dsDNA libero, un altro interessante obiettivo che questo studio si è prefisso è quello di testare la reattività di sieri di soggetti LES, di malattie di controllo e di soggetti sani nei confronti di complessi DNA-peptidi differenti. Dal confronto tra i diversi risultati si possono ottenere informazioni sulla sensibilità e sulla specificità dei test ELISAs così strutturati e, in aggiunta, evidenziare se complessi con peptidi diversi sono in gradi discriminare sottopopolazioni anticorpali diverse, che potrebbero correlarsi a sottotipi clinici differenti, ad esempio a un certo tipo d’interessamento d’organo. Nell’eventualità in cui questo fosse confermato, si potrebbe pensare di costituire un test ELISA utilizzando come antigeni diversi tipi di complessi DNA-peptide, in modo tale da poter così rilevare anticorpi diversi, aumentando perciò la sensibilità e la specificità del test.
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