Tesi etd-06242013-222153 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TARANTINI, GAIA
URN
etd-06242013-222153
Titolo
Ruolo dell'ecografia delle ghiandole salivari maggiori nella diagnosi e nel follow-up dei pazienti con Sindrome di Sjogren.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Caramella, Davide
Parole chiave
- ecografia
- Sjogren
Data inizio appello
23/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/07/2053
Riassunto
La mia tesi di laurea ha preso in esame il ruolo dell'ecografia delle ghiandole salivari maggiori nella diagnosi e nel follow-up dei pazienti con Sindrome di Sjögren (SS).
Sono stati arruolati consecutivamente 242 pazienti: 132 affetti da Sindrome di Sjögren primitiva, 57 affetti da sindrome sicca non immunomediata e 53 affetti da Connettivite Indifferenziata (UCTD).
Gli scopi della tesi sono stati:
A. confermare l'accuratezza dell'ecografia delle ghiandole salivari maggiori nella diagnosi differenziale della SS rispetto alla sindrome sicca non immunomediata in pazienti di nuova diagnosi;
B. indagare l'accuratezza dell'ecografia delle ghiandole salivari maggiori nella diagnosi differenziale della SS rispetto all'UCTD;
C. dimostrare eventuali correlazioni tra le alterazioni ecografiche e gli indici di attività di malattia nel follow-up dei pazienti con malattia di più lunga durata.
Questo mio lavoro di tesi ha permesso di dimostrare come l'ecografia delle ghiandole salivari maggiori sia una tecnica sensibile e specifica per la diagnosi differenziale della SS non solo nei confronti delle sindromi sicche non immunomediate ma anche rispetto ad altre connettivopatie. In considerazione della non invasività della metodica è pertanto auspicabile che l’ecografia possa presto entrare nell’armamentario diagnostico della SS, specie per favorirne una diagnosi precoce. Ciò è ancora più verosimile in considerazione del fatto che la disomogeneità strutturale delle ghiandole salivari, documentabile mediante ultrasonografia, è maggiore nelle prime fasi di malattia mentre nel tempo prevalgono le alterazioni fibrotiche con conseguente incremento dell’ecogenicità. Nel follow-up dunque l’utilizzo della metodica ha sicuramente un posto di rilievo nel valutare il danno ghiandolare instauratosi nel tempo. Inoltre dal punto di vista della stratificazione prognostica, i dati raccolti mostrano una buona correlazione tra i reperti ecografici e i dati bioumorali, il quadro istologico delle ghiandole salivari minori, la compromissione del flusso salivare e l’attività sistemica di malattia rendendo l’ecografia una metodica indispensabile nell’assessment dei pazienti con SS. L’utilizzo routinario della metodica non può però prescindere da un consensus internazionale sui criteri ecografici da utilizzare per la diagnosi di SS e per la valutazione del coinvolgimento delle ghiandole salivari in corso di malattia. A questo proposito è stato costituito un gruppo di studio europeo per la definizione di nuovi criteri ecografici per la diagnosi di malattia che una volta validati permetteranno di chiarire il ruolo dell’ecografia delle ghiandole salivari nell’algoritmo diagnostico della SS e nella stratificazione prognostica dei pazienti.
Sono stati arruolati consecutivamente 242 pazienti: 132 affetti da Sindrome di Sjögren primitiva, 57 affetti da sindrome sicca non immunomediata e 53 affetti da Connettivite Indifferenziata (UCTD).
Gli scopi della tesi sono stati:
A. confermare l'accuratezza dell'ecografia delle ghiandole salivari maggiori nella diagnosi differenziale della SS rispetto alla sindrome sicca non immunomediata in pazienti di nuova diagnosi;
B. indagare l'accuratezza dell'ecografia delle ghiandole salivari maggiori nella diagnosi differenziale della SS rispetto all'UCTD;
C. dimostrare eventuali correlazioni tra le alterazioni ecografiche e gli indici di attività di malattia nel follow-up dei pazienti con malattia di più lunga durata.
Questo mio lavoro di tesi ha permesso di dimostrare come l'ecografia delle ghiandole salivari maggiori sia una tecnica sensibile e specifica per la diagnosi differenziale della SS non solo nei confronti delle sindromi sicche non immunomediate ma anche rispetto ad altre connettivopatie. In considerazione della non invasività della metodica è pertanto auspicabile che l’ecografia possa presto entrare nell’armamentario diagnostico della SS, specie per favorirne una diagnosi precoce. Ciò è ancora più verosimile in considerazione del fatto che la disomogeneità strutturale delle ghiandole salivari, documentabile mediante ultrasonografia, è maggiore nelle prime fasi di malattia mentre nel tempo prevalgono le alterazioni fibrotiche con conseguente incremento dell’ecogenicità. Nel follow-up dunque l’utilizzo della metodica ha sicuramente un posto di rilievo nel valutare il danno ghiandolare instauratosi nel tempo. Inoltre dal punto di vista della stratificazione prognostica, i dati raccolti mostrano una buona correlazione tra i reperti ecografici e i dati bioumorali, il quadro istologico delle ghiandole salivari minori, la compromissione del flusso salivare e l’attività sistemica di malattia rendendo l’ecografia una metodica indispensabile nell’assessment dei pazienti con SS. L’utilizzo routinario della metodica non può però prescindere da un consensus internazionale sui criteri ecografici da utilizzare per la diagnosi di SS e per la valutazione del coinvolgimento delle ghiandole salivari in corso di malattia. A questo proposito è stato costituito un gruppo di studio europeo per la definizione di nuovi criteri ecografici per la diagnosi di malattia che una volta validati permetteranno di chiarire il ruolo dell’ecografia delle ghiandole salivari nell’algoritmo diagnostico della SS e nella stratificazione prognostica dei pazienti.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
La tesi non è consultabile. |