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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06242007-100316


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Pisini, Marta
URN
etd-06242007-100316
Titolo
Effetti dell'invasione di Caulerpa racemosa e della sedimentazione su popolamenti algali dell'infralitorale roccioso
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
Relatore Dott. Bulleri, Fabio
Relatore Prof. Benedetti Cecchi, Lisandro
Parole chiave
  • Caulerpa racemosa
  • sedimentazione
Data inizio appello
17/07/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
La mia Tesi Specialistica consistente in una ricerca sperimentale in Ecologia Marina, effettuata nel piano infralitorale della costa rocciosa livornese (in località Calafuria ed Antignano).
Lo scopo della ricerca è quello di valutare i meccanismi alla base dell’invasione di fondali rocciosi da parte dell’alga esotica Caulerpa racemosa, oltre all’entità ed alla persistenza di eventuali cambiamenti a carico dei popolamenti algali nativi.
Studi descrittivi suggeriscono che la struttura dei popolamenti algali in aree colonizzate da C. racemosa differisce, in termini di diversità specifica ed abbondanza relativa, da quella dei popolamenti in aree non invase; infatti, nelle aree invase, si osserva una minore diversità. Tali differenze potrebbero essere attribuite direttamente alla presenza di C. racemosa, che rappresenterebbe quindi un agente di cambiamento (modello “driver of change”). In questo caso, la rimozione sperimentale di C. racemosa dovrebbe risultare in una riduzione delle differenze rispetto ad aree non invase (controlli) e quindi si dovrebbe ottenere un aumento di diversità nelle unità in cui C. racemosa è stata rimossa. Alternativamente, condizioni ambientali variabili a piccola scala, quali ad esempio gli elevati livelli di sedimentazione rilevati in alcuni siti di studio, potrebbero aver alterato la struttura dei popolamenti algali, favorendo la colonizzazione di C. racemosa (modello “passenger of change”). In questo caso, la rimozione di C. racemosa non risulterebbe in cambiamenti significativi della struttura dei popolamenti algali, mentre, indipendentemente dalla presenza di C. racemosa, l’eliminazione del sedimento potrebbe influire positivamente sulla struttura dei popolamenti algali. Infine, entrambi i fattori potrebbero essere responsabili delle alterazioni documentate e la contemporanea eliminazione di entrambe le forme di disturbo sarebbe quindi necessaria per il recupero dei popolamenti algali.
Per testare la prima ipotesi, relativa al modello “driver of change”, C. racemosa è stata rimossa manualmente da unità sperimentali di taglia differente (quadrati di 40 cm x 40 cm e di 20 cm x 20 cm). L' abbondanza di C. racemosa è stata lasciata inalterata in altre unità sperimentali che sono servite da controlli.
Per testare l’ipotesi relativa al modello “passenger of change”, invece, è stato scelto un sito ad Antignano, in cui i popolamenti differiscono da quelli di Calafuria per la presenza di alghe arborescenti, in particolare la specie Halopitis incurvus. La presenza di queste alghe impedisce la colonizzazione del substrato da parte di C. racemosa. Per verificare se la sedimentazione può essere la causa primaria di cambiamenti nei popolamenti (sia maturi che durante la fase di ricolonizzazione dopo un evento di disturbo), in questo sito abbiamo scelto 30 unità sperimentali (quadrati di 20 cm x 20 cm) che sono state sottoposte a 6 differenti trattamenti (5 quadrati per trattamento): 1) alghe arborescenti presenti ed aggiunta di sedimento; 2) alghe arborescenti presenti e sedimentazione naturale; 3) alghe arborescenti rimosse ed aggiunta di sedimento; 4) alghe arborescenti rimosse e sedimentazione naturale. Inoltre, allo scopo di valutare gli effetti della manipolazione delle alghe arborescenti e della sedimentazione in base alla presenza/assenza di C. racemosa sono stati introdotti altri 2 trattamenti: (5) alghe arborescenti e C. racemosa rimosse ed aggiunta di sedimento; (6) alghe arborescenti e C. racemosa rimosse e sedimentazione naturale.
Per la quantità di sedimento da aggiungere, ci siamo basati sulla quantità che mediamente si deposita nei siti ad elevata sedimentazione, dove non si trovano alghe arborescenti.
Le condizioni sperimentali sono state mantenute per l’intera durata dello studio (1 anno) e le unità sperimentali sono state campionate periodicamente in maniera non distruttiva. L’analisi dei dati disponibili attraverso procedure univariate e multivariate, indica il ruolo interattivo della sedimentazione e della presenza dell’invasore sulla struttura dei popolamenti residenti. Sulla base di questi risultati non è possibile attribuire in modo univoco la specie invasiva alla condizione “driver” o “passenger”.
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