Tesi etd-06232020-163027 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LAVIOLA, ROBERTA
URN
etd-06232020-163027
Titolo
Sensibile e invisibile in Marcel Proust
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Iacono, Alfonso Maurizio
Parole chiave
- arte
- filosofia dell'esistenza
- immagine
- Proust
- rappresentazione
- recherche
- Ruskin
- simbolismo
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2060
Riassunto
Marcel Proust, scandagliando la struttura del romanzo, nella sua Recherche non si propone soltanto di raccontare gli avvenimenti della propria vita, ma, senza neanche saperlo, tenta di definire le leggi dell’animo umano, trasformando la realtà in una filosofia dell’esistenza.
Partendo dal sensibile, dai più piccoli e anche dai più banali oggetti dell’esperienza, Proust estrae da questi qualcosa di essenziale ed invisibile, ma non per questo inaccessibile.
È grazie all’arte - la scrittura, la pittura, la musica - che questo processo diventa possibile.
Marcel Proust cerca costantemente le essenze, ma non le trova né nel passato, né nel presente né tantomeno nel futuro.
Le essenze si nascondono nelle cose, ma si possono ritrovare solo quando un momento presente riesce ad identificarsi in un momento passato: è un istante nuovo, atemporalmente estraneo eppure così familiare.
È questo il processo creativo dell’artista in rapporto all’esistenza, di cui Marcel Proust fu maestro.
Partendo dal sensibile, dai più piccoli e anche dai più banali oggetti dell’esperienza, Proust estrae da questi qualcosa di essenziale ed invisibile, ma non per questo inaccessibile.
È grazie all’arte - la scrittura, la pittura, la musica - che questo processo diventa possibile.
Marcel Proust cerca costantemente le essenze, ma non le trova né nel passato, né nel presente né tantomeno nel futuro.
Le essenze si nascondono nelle cose, ma si possono ritrovare solo quando un momento presente riesce ad identificarsi in un momento passato: è un istante nuovo, atemporalmente estraneo eppure così familiare.
È questo il processo creativo dell’artista in rapporto all’esistenza, di cui Marcel Proust fu maestro.
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