Tesi etd-06232020-162507 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MIRABELLI, LAURA
URN
etd-06232020-162507
Titolo
La filiale Olivetti di Firenze: analisi conoscitiva e proposte per il recupero
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
relatore Prof.ssa Ulivieri, Denise
relatore Prof.ssa Landi, Stefania
relatore Prof.ssa Ulivieri, Denise
relatore Prof.ssa Landi, Stefania
Parole chiave
- architettura
- firenze
- olivetti
- restauro del moderno
- struttura appesa
Data inizio appello
09/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/07/2090
Riassunto
Sul finire degli anni Sessanta la Olivetti sceglie l’architetto Alberto Galardi e gli ingegneri Silvano Zorzi e Augusto Bianco per il progetto della nuova filiale Olivetti di Firenze. È un edificio nato da un ragionamento strutturale funzionale, formato da quattro piani liberi appesi, tramite un sistema di tiranti, a quattro grandi travi in cemento armato precompresso appoggiate alle torri delle scale e degli ascensori collocate agli estremi del palazzo.
Galardi concepisce l’edificio come un oggetto tecnologicamente perfetto con dettagli raffinati che ne sottolineano il funzionamento strutturale.
Il plan libre è lasciato alla fantasia degli arredi Olivetti Synthesis disegnati da Ettore Sottsass in un’operazione combinata di architettura e design.
Dopo alterne vicende, l’edificio risulta attualmente in disuso dal 2014.
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo quello di avanzare una proposta di recupero nel rispetto del riconosciuto valore architettonico.
La metodologia di indagine, finalizzata ad avere un quadro conoscitivo esauriente, ha previsto:
-Lo studio del contesto storico e culturale, all’interno del quale si colloca il progetto di Galardi, Zorzi, Bianco, prevedendo tra l’altro l’approfondimento sulla storia straordinaria di Adriano Olivetti e la lettura storico-critica delle iniziative Olivetti in Toscana, con particolare riferimento al patrimonio architettonico dell’azienda: dalla colonia estiva di Massa, alla storia dei centri di formazione fiorentini.
-L’esame in dettaglio dell’evoluzione storica del contesto urbanistico di Firenze.
-L’approfondimento della produzione architettonica di Galardi e Zorzi
L’edificio fiorentino viene successivamente analizzato sulla base di un’approfondita ricerca storico bibliografica e archivistica.
Per Firenze si esamina in dettaglio il contesto storico e urbanistico, dal piano del Poggi a quello del 1962 di Edoardo Detti.
Alla luce dei risultati di un’attenta analisi a scala urbana, il progetto ha preso in esame diverse ipotesi di recupero – dall’uso commerciale, a quelle direzionali ed espositive – nel rispetto della configurazione a pianta libera.
Tra le soluzioni progettuali ipotizzate, dopo una esauriente valutazione si è deciso di dare all’edificio una nuova vita pubblica dedicandolo a spazi per sviluppo digitale, per studio e per coworking.
I piani liberi sono stati resi funzionali con elementi mobili e capsule che permettono alle diverse funzioni di realizzarsi con il massimo grado di libertà secondo le necessità del momento. Sono state previste anche zone per il riposo e per la ricreazione lasciando libere aree dedicate per ogni piano.
Il piano terra viene mantenuto completamente libero e trasparente, limitato da superfici vetrate a scomparsa, che nel caso di mostre o di eventi speciali ne fanno una piccola piazza, uno spazio urbano, a cavallo fra il giardino e il marciapiede, a tradire la “voglia di città”, intesa come luogo di scambio fra gli uomini di matrice tipicamente olivettiana.
Galardi concepisce l’edificio come un oggetto tecnologicamente perfetto con dettagli raffinati che ne sottolineano il funzionamento strutturale.
Il plan libre è lasciato alla fantasia degli arredi Olivetti Synthesis disegnati da Ettore Sottsass in un’operazione combinata di architettura e design.
Dopo alterne vicende, l’edificio risulta attualmente in disuso dal 2014.
Il presente lavoro di tesi ha come obiettivo quello di avanzare una proposta di recupero nel rispetto del riconosciuto valore architettonico.
La metodologia di indagine, finalizzata ad avere un quadro conoscitivo esauriente, ha previsto:
-Lo studio del contesto storico e culturale, all’interno del quale si colloca il progetto di Galardi, Zorzi, Bianco, prevedendo tra l’altro l’approfondimento sulla storia straordinaria di Adriano Olivetti e la lettura storico-critica delle iniziative Olivetti in Toscana, con particolare riferimento al patrimonio architettonico dell’azienda: dalla colonia estiva di Massa, alla storia dei centri di formazione fiorentini.
-L’esame in dettaglio dell’evoluzione storica del contesto urbanistico di Firenze.
-L’approfondimento della produzione architettonica di Galardi e Zorzi
L’edificio fiorentino viene successivamente analizzato sulla base di un’approfondita ricerca storico bibliografica e archivistica.
Per Firenze si esamina in dettaglio il contesto storico e urbanistico, dal piano del Poggi a quello del 1962 di Edoardo Detti.
Alla luce dei risultati di un’attenta analisi a scala urbana, il progetto ha preso in esame diverse ipotesi di recupero – dall’uso commerciale, a quelle direzionali ed espositive – nel rispetto della configurazione a pianta libera.
Tra le soluzioni progettuali ipotizzate, dopo una esauriente valutazione si è deciso di dare all’edificio una nuova vita pubblica dedicandolo a spazi per sviluppo digitale, per studio e per coworking.
I piani liberi sono stati resi funzionali con elementi mobili e capsule che permettono alle diverse funzioni di realizzarsi con il massimo grado di libertà secondo le necessità del momento. Sono state previste anche zone per il riposo e per la ricreazione lasciando libere aree dedicate per ogni piano.
Il piano terra viene mantenuto completamente libero e trasparente, limitato da superfici vetrate a scomparsa, che nel caso di mostre o di eventi speciali ne fanno una piccola piazza, uno spazio urbano, a cavallo fra il giardino e il marciapiede, a tradire la “voglia di città”, intesa come luogo di scambio fra gli uomini di matrice tipicamente olivettiana.
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