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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06232020-102120


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GARIBOLDI, SARA RACHELE
URN
etd-06232020-102120
Titolo
Il banchetto funerario nella Mesopotamia del III millennio a.C.: evidenze archeologiche e rappresentazioni figurate.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ORIENTALISTICA: EGITTO, VICINO E MEDIO ORIENTE
Relatori
relatore D'Agostino, Anacleto
correlatore Pizzimenti, Sara
Parole chiave
  • banchetto funerario
  • Bronzo Antico
  • evidenze archeologiche
  • kispum
  • Mesopotamia
  • rappresentazioni figurate
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’elaborato si pone come obiettivo l’analisi del banchetto funerario nel Vicino Oriente Antico nel III millennio a.C.. L’area considerata come oggetto di studio fa riferimento a ciò che gli studiosi identificano con la denominazione di Grande Mesopotamia, per identificare quell’area geografica che comprende, non solo, i territori del sud mesopotamico, ma anche quelli di Siria e della Turchia sud-orientale. Le regioni siro-anatoliche sono coinvolte in una rete di scambi con l’alluvio mesopotamico a partire dal V millennio a.C., periodo di sviluppo della cultura Obeid, e che si fanno intensi nel corso del IV millennio a.C.. L’argomentazione ha come scopo principale di capire se, effettivamente, ciò che si conosce ad oggi dello svolgimento del banchetto funerario, nella Mesopotamia di III millennio a.C., è identificabile nelle evidenze archeologiche e artistiche rinvenute nei siti selezionati per questo studio.
Inizialmente si è proposta un’analisi antropologica del banchetto funerario e l’importanza che il rituale assume all’interno di una società, presentando teorie sociologiche che spiegano il perché sia usato come rito di aggregazione al termine dei rituali funerari. Successivamente si apre una sezione dedicata all’idea che i mesopotamici hanno della morte e dei diversi rituali utilizzati per esorcizzarla. L’immagine del mondo ultraterreno, per il mondo mesopotamico, è conosciuta grazie ai poemi mitologici di periodo sumero, neo-assiro e neo-babilonese, principali fonti scritte che, in stile narrativo e simbolico, trattano questo tema. Fa seguito un approfondimento sulle pratiche funerarie della Mesopotamia di III millennio a.C., che permette di comprendere gli elementi identificativi del rituale kispum, termine accadico per indicare il banchetto funerario, e come riconoscerlo nelle evidenze artistiche e archeologiche, proponendo gli studi interpretativi di diversi studiosi, tra i quali Cohen, Maiocchi, MacDougal, Pinnock, Tsukimoto, e molti altri.
I capitoli che offrono una panoramica storico-artistica della Mesopotamia di III millennio a.C., sono stati inseriti nell’elaborato per inquadrare il contesto nel quale si sviluppa il rituale kispum. In particolare, la sezione dedicata alla rappresentazione figurata si concentra su quelle forme d’arte impiegate, nel Bronzo Antico (3000-2000 a.C.), per comunicare lo svolgimento del banchetto funerario, ovvero: la sfragistica, la statuaria e la produzione ceramica.
Il nucleo centrale della ricerca include lo studio di siti ripartiti nelle corrispondenti aree geografiche di appartenenza: bassa Mesopotamia, Siria e Anatolia sud-orientale. Gli insediamenti presi in considerazione per questo studio sono stati selezionati per una maggior quantità di testimonianze inerenti ad un probabile svolgimento del banchetto funerario. Nell’analisi di ogni sito, in seguito ad una breve descrizione introduttiva degli scavi, si procede con lo studio delle aree sepolcrali, urbane o extraurbane, e delle aree templari, laddove rinvenute; contesti diversi in cui sono state scoperte testimonianze del rituale kispum. L’analisi si concentra, principalmente, sulla ceramica, le installazioni adibite a possibili aree per la celebrazione del rituale e le forme artistiche, tra cui la statuaria e la sfragistica.
Nel capitolo conclusivo, in seguito ad una ricapitolazione dei principali temi trattati nell’elaborato, si identificano quegli elementi caratteristici del rituale kispum riscontrabili nelle evidenze archeologiche e artistiche dei siti scelti, confrontandoli con le interpretazioni avanzate dai diversi studiosi del rituale. Infine, è proposta un’interpretazione personale, partendo da una valutazione critica e dalla contestualizzazione delle evidenze raccolte ed esposte all’interno dell’elaborato.
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