Tesi etd-06232014-133908 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CAVERNI, CARLO
URN
etd-06232014-133908
Titolo
Il conflitto di interessi in Italia alla luce degli ultimi interventi in materia con specifica attenzione al fenomeno del pantouflage.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Pertici, Andrea
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
07/07/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente studio si propone di esaminare in modo sistematico i profili generali della legislazione italiana sul conflitto di interessi dei titolari di cariche di governo, previsto nella legge 20 luglio 2004, n. 215, con particolare attenzione al regime delle incompatibilità post-carica.
Il tema oggetto dell'indagine deve necessariamente fondarsi su un'analisi profonda dell'attuale sistema democratico, alla luce degli ultimi interventi in materia, e con particolare attenzione alle esperienze straniere, in considerazione della necessaria omogeneizzazione della disciplina per una maggiore tutela del cittadino in un contesto socio-economico dove i confini territoriali sono sempre più labili.
Servire l'interesse generale è la missione primaria dei governi e delle istituzioni pubbliche ed i cittadini si aspettano che ogni titolare di cariche pubbliche eserciti le funzioni a lui demandate con integrità, equità ed imparzialità.
Sempre più spesso, invece, i governi sono tenuti a vigilare i loro agenti perché non compromettano con interessi privati le decisioni e la gestione della cosa pubblica: in una società sempre più esigente, una mala gestio dei conflitti di interesse pregiudica la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
In considerazione dell'entità che il fenomeno del conflitto di interessi ha preso all'interno della vita economica, finanziaria e pubblica, un tentativo di riforma sembra dunque utile e necessario: nuovi tipi di relazioni si sono creati tra il settore pubblico e quello privato, potenzialmente capaci di creare nuovi conflitti di interessi, e in grado di compromettere la necessaria separazione tra gli interessi privati e i doveri pubblici dei titolari di funzioni pubbliche tanto da degenerare, talora, in casi di corruzione .
In questo scenario, dove l'opinione pubblica sollecita il legislatore a vigilare sull'integrità delle decisioni di Governo, per ricostruire il rapporto eletto/elettore l'analisi si prefigge di focalizzare l'attenzione su di un istituto spesso trascurato e sottovalutato nel nostro Paese, ma che, come dimostrato nell'esperienza straniera e segnatamente statunitense, risponde ad un'esigenza coessenziale nella disciplina del conflitto di interessi che guardi non solo al presente, ma anche al futuro: promuovere una maggiore trasparenza in seno alle istituzioni pubbliche deve partire dunque dall'instaurazione di un regime di incompatibilità che seguono alla dismissione dell'incarico pubblico in capo all'ex titolare di funzioni di governo adeguato soprattutto sotto il profilo sanzionatorio .
Con tale istituto infatti, in applicazione del principio generale di salvaguardia dell'imparzialità dell'azione pubblica ex art. 97 Cost., il legislatore si pone il precipuo fine di scongiurare il rischio che l'attività di governo possa essere utilizzata dall'interessato con il fine di precostituirsi un beneficio futuro, consistente, in ipotesi, nell'attribuzione di incarichi successivi alla cessazione della carica .
Tuttavia, l'attuale disciplina in materia, come la dottrina ha più volte sottolineato, presenta forti elementi di criticità che motivano, dunque, una rinnovata attenzione al tema del conflitto di interessi, col fine primario di una imprescindibile revisione.
Il tema oggetto dell'indagine deve necessariamente fondarsi su un'analisi profonda dell'attuale sistema democratico, alla luce degli ultimi interventi in materia, e con particolare attenzione alle esperienze straniere, in considerazione della necessaria omogeneizzazione della disciplina per una maggiore tutela del cittadino in un contesto socio-economico dove i confini territoriali sono sempre più labili.
Servire l'interesse generale è la missione primaria dei governi e delle istituzioni pubbliche ed i cittadini si aspettano che ogni titolare di cariche pubbliche eserciti le funzioni a lui demandate con integrità, equità ed imparzialità.
Sempre più spesso, invece, i governi sono tenuti a vigilare i loro agenti perché non compromettano con interessi privati le decisioni e la gestione della cosa pubblica: in una società sempre più esigente, una mala gestio dei conflitti di interesse pregiudica la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
In considerazione dell'entità che il fenomeno del conflitto di interessi ha preso all'interno della vita economica, finanziaria e pubblica, un tentativo di riforma sembra dunque utile e necessario: nuovi tipi di relazioni si sono creati tra il settore pubblico e quello privato, potenzialmente capaci di creare nuovi conflitti di interessi, e in grado di compromettere la necessaria separazione tra gli interessi privati e i doveri pubblici dei titolari di funzioni pubbliche tanto da degenerare, talora, in casi di corruzione .
In questo scenario, dove l'opinione pubblica sollecita il legislatore a vigilare sull'integrità delle decisioni di Governo, per ricostruire il rapporto eletto/elettore l'analisi si prefigge di focalizzare l'attenzione su di un istituto spesso trascurato e sottovalutato nel nostro Paese, ma che, come dimostrato nell'esperienza straniera e segnatamente statunitense, risponde ad un'esigenza coessenziale nella disciplina del conflitto di interessi che guardi non solo al presente, ma anche al futuro: promuovere una maggiore trasparenza in seno alle istituzioni pubbliche deve partire dunque dall'instaurazione di un regime di incompatibilità che seguono alla dismissione dell'incarico pubblico in capo all'ex titolare di funzioni di governo adeguato soprattutto sotto il profilo sanzionatorio .
Con tale istituto infatti, in applicazione del principio generale di salvaguardia dell'imparzialità dell'azione pubblica ex art. 97 Cost., il legislatore si pone il precipuo fine di scongiurare il rischio che l'attività di governo possa essere utilizzata dall'interessato con il fine di precostituirsi un beneficio futuro, consistente, in ipotesi, nell'attribuzione di incarichi successivi alla cessazione della carica .
Tuttavia, l'attuale disciplina in materia, come la dottrina ha più volte sottolineato, presenta forti elementi di criticità che motivano, dunque, una rinnovata attenzione al tema del conflitto di interessi, col fine primario di una imprescindibile revisione.
File
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tesi_pantouflage.pdf | 1.25 Mb |
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