Tesi etd-06232005-120726 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Antonacci, Daniela
Indirizzo email
d_antonacci76@yahoo.it
URN
etd-06232005-120726
Titolo
L'"etica" del gioco: benefici a breve e a lungo termine in una colonia di gorilla (Gorilla gorilla gorilla)
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE BIOLOGICHE
Relatori
relatore Palagi, Elisabetta
relatore Cordoni, Giada
relatore Dott.ssa Borgognini Tarli, Silvana
relatore Cordoni, Giada
relatore Dott.ssa Borgognini Tarli, Silvana
Parole chiave
- gioco
- gorilla
Data inizio appello
18/07/2005
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/07/2045
Riassunto
Il comportamento di gioco come facente parte della comunicazione sociale nei Primati è stato soltanto negli ultimi anni oggetto di numerosi studi; sulla base delle definizioni scaturite nasce l’ esigenza di supportare o confutare quanto scarsamente ritrovato in letteratura sul Gorilla di pianura, provando ad ampliarne le conoscenze in merito.
Lo studio è stato condotto sulla colonia di Gorilla gorilla gorilla ospitata presso il Parco Primati “Apenheul” di Apeldoorn (Paesi Bassi), costituita da 16 individui ( 1 maschio adulto, 5 femmine adulte, 2 adolescenti, 5 giovani, 3 infanti).
I metodi di osservazione utilizzati sono:
1) focal-animal sampling con cui sono stati registrati tutti i comportamenti di un animale focale nell’arco di 30 minuti per un totale di 723 ore;
2) scan sampling con cui sono stati registrati i comportamenti di gioco e grooming di tutti gli individui della colonia ad intervalli regolari di 5 minuti per un totale di 378 ore;
3) sampling all occurrences con cui sono stati registrati tutti i comportamenti aggressivi e tutte le interazioni sessuali tra gli individui per un totale di 723 ore;
4) ad libitum sampling con cui sono stati annotati particolari comportamenti utili per l’interpretazione dei dati.
L’ analisi parte da uno studio generale del comportamento di gioco all’interno della colonia osservata, per poi addentrarsi nelle specifiche funzioni e ruoli di un comportamento considerato “ambiguo” ma evidentemente presente nella vita di questi animali.
Una società despotica come quella del Gorilla presenta l’ attività ludica solo tra gli immaturi del gruppo e non tra gli adulti, per comprendere tale fenomeno è stata indagata l’ eventuale presenza di benefici a breve termine dell’ uso del gioco tra chi ancora non è un adulto.
La situazione di semicattività in cui gli animali si trovano, ci ha dato la possibilità di condurre osservazioni in condizioni controllate. Provando così che i livelli di gioco aumentano là dove c’è una ristrettezza spaziale e nel periodo appena precedente alla distribuzione del cibo, si può pensare al comportamento di gioco come “riduttore” di tensione in momenti di forte conflitto di interesse tra i membri del gruppo.
Il riconoscimento dello stato di gioco ammette la presenza di segnali chiari ed evidenti che tolgano ogni ambiguità interpretativa a chi osserva (lo sperimentatore) e a chi agisce (l’ animale). La frequente presenza di Play face e Full play face (I segnali più comuni ritrovati nei primati) solo nelle sessioni ludiche e in nessun altro contesto, anche nel gorilla, supporta la teoria che l’ animale necessiti di un segnale da comunicare al compagno a conferma del fatto che in corso ci sia un gioco e non altro. Nel caso specifico della colonia, il segnale più usato è quello più evidente la Full Play face, per mantenere proprio quelle sessioni di gioco più vigorose che potrebbero risultare anche le più ambigue.
Il gioco assume forma comunicativa anche se svolto dal singolo individuo, non condiviso, quindi come gioco solitario. L’analisi ha evidenziato in esso una significativa potenzialità nell’ innescare a sua volta un gioco sociale. Il carattere attrattivo per l'inizio di una sessione ludica in compagnia ha suggerito la possibilità, non ancora del tutto esplorata, che il gioco solitario possa a sua volta rientrare nella definizione di segnale di gioco.
Lo studio è stato condotto sulla colonia di Gorilla gorilla gorilla ospitata presso il Parco Primati “Apenheul” di Apeldoorn (Paesi Bassi), costituita da 16 individui ( 1 maschio adulto, 5 femmine adulte, 2 adolescenti, 5 giovani, 3 infanti).
I metodi di osservazione utilizzati sono:
1) focal-animal sampling con cui sono stati registrati tutti i comportamenti di un animale focale nell’arco di 30 minuti per un totale di 723 ore;
2) scan sampling con cui sono stati registrati i comportamenti di gioco e grooming di tutti gli individui della colonia ad intervalli regolari di 5 minuti per un totale di 378 ore;
3) sampling all occurrences con cui sono stati registrati tutti i comportamenti aggressivi e tutte le interazioni sessuali tra gli individui per un totale di 723 ore;
4) ad libitum sampling con cui sono stati annotati particolari comportamenti utili per l’interpretazione dei dati.
L’ analisi parte da uno studio generale del comportamento di gioco all’interno della colonia osservata, per poi addentrarsi nelle specifiche funzioni e ruoli di un comportamento considerato “ambiguo” ma evidentemente presente nella vita di questi animali.
Una società despotica come quella del Gorilla presenta l’ attività ludica solo tra gli immaturi del gruppo e non tra gli adulti, per comprendere tale fenomeno è stata indagata l’ eventuale presenza di benefici a breve termine dell’ uso del gioco tra chi ancora non è un adulto.
La situazione di semicattività in cui gli animali si trovano, ci ha dato la possibilità di condurre osservazioni in condizioni controllate. Provando così che i livelli di gioco aumentano là dove c’è una ristrettezza spaziale e nel periodo appena precedente alla distribuzione del cibo, si può pensare al comportamento di gioco come “riduttore” di tensione in momenti di forte conflitto di interesse tra i membri del gruppo.
Il riconoscimento dello stato di gioco ammette la presenza di segnali chiari ed evidenti che tolgano ogni ambiguità interpretativa a chi osserva (lo sperimentatore) e a chi agisce (l’ animale). La frequente presenza di Play face e Full play face (I segnali più comuni ritrovati nei primati) solo nelle sessioni ludiche e in nessun altro contesto, anche nel gorilla, supporta la teoria che l’ animale necessiti di un segnale da comunicare al compagno a conferma del fatto che in corso ci sia un gioco e non altro. Nel caso specifico della colonia, il segnale più usato è quello più evidente la Full Play face, per mantenere proprio quelle sessioni di gioco più vigorose che potrebbero risultare anche le più ambigue.
Il gioco assume forma comunicativa anche se svolto dal singolo individuo, non condiviso, quindi come gioco solitario. L’analisi ha evidenziato in esso una significativa potenzialità nell’ innescare a sua volta un gioco sociale. Il carattere attrattivo per l'inizio di una sessione ludica in compagnia ha suggerito la possibilità, non ancora del tutto esplorata, che il gioco solitario possa a sua volta rientrare nella definizione di segnale di gioco.
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