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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06222023-083856


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
TREVISAN, ELENA
URN
etd-06222023-083856
Titolo
Dermatite atopica in età adolescenziale: l'impatto sul benessere psichico. Studio sperimentale nei pazienti e nei loro caregivers.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
Parole chiave
  • adolescenti
  • atopic dermatitis
  • dermatite atopica
  • genitori
  • parents
  • qualità della vita
  • quality of life
  • questionari
  • questionnaires
  • teenagers
Data inizio appello
11/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2093
Riassunto
INTRODUZIONE
La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da
lesioni eczematose pruriginose ed è la più comune delle malattie della pelle nella
popolazione pediatrica. È una patologia ad eziopatogenesi multifattoriale e si manifesta principalmente durante la prima infanzia.
I segni e i sintomi della DA (eczema, lichenificazione, prurito) comportano un impatto
significativamente negativo sulla qualità della vita.
La DA ha inoltre un notevole impatto emotivo sui genitori e caregiver dei pazienti,
comportando una riduzione della qualità della vita dell’intero nucleo familiare e aumentati
livelli di stress. Inoltre i costi che comporta questa patologia non devono essere sottovalutati.
Per questi motivi si considera fondamentale l’importanza di un approccio multidisciplinare nella
gestione dei pazienti con DA.
L’obiettivo primario di questo studio è quello di caratterizzare le alterazioni della qualità di
vita e gli eventuali profili psicopatologici negli adolescenti affetti da DA in relazione alla
severità del quadro allergico-dermatologico e di valutare il conseguente impatto sulla qualità della vita dei famigliari. Lo studio è stato eseguito raccogliendo i dati attraverso questionari, proposti ai pazienti con DA ed al genitore o caregiver.
La Da è considerata la malattia dermatologica con maggior burden misurato con daly, circa il 40 % considera la patologia coeme invalidante. Sebbene spesso venga sottovalutata, l’ impatto sulla qualità della vita è molto significativo, soprattutto durante il periodo dell’ adolescenza, quando i pazienti stanno sviluppando una propria identità. I problemi principali che si riscontrano sono legati alla perdita della qualità del sonno a causa del prurito, nell’ambito sociale e nel tempo libero.
Sembra che ci sia un’ associazione tra DA e disturbi d’ ansia negli adolescenti, mentre per gli adulti sembra esser più frequente l’ associazione con disturbi depressivi. Inoltre è ampiamente studiato in letteratura il legame che hanno i pazienti con DA e ADHD, sebbene ancora non ci siano risposte definitve. Anche riguardo all’ ideazione e comportamenti suicidari si è studiata una possibile associazione e anche in quest’ ambito si trovano risultati contrastanti. Quel che è emerso è che negli atopici vi sia un picco di suicidio durante la prima metà dell’ anno, periodo che corrisponde con l’ esacerbazione delle allergie.
La DA ha un impatto significativo anche nei genitori e nei caregivers, quanto il diabete. Questa riduzione della qualità della vita sembra esser dovuta ad una perdita di sonno, dovuta alla perdita del sonno del figlio, alle preoccupazioni degli effetti collaterali del trattamenti ed ai sentimenti di colpa. Studi riportano un tempo medio di 2,6 h per la veglia nottura. Inoltre il costo finanziario della patologia non è da sottovalutare, sia costi diretti (visite, creme emollienti, detergenti…) e indiretti (assenteismo). Lo stress nei genitori sembra colpire soprattutto le madri, questo perchè sono le madri tendenziamente ad occuparsi più dei figli, che, in questo caso, hanno bisogno di attenzioni speciali, come lavarsi spesso ed evitare triggers; questo può provocare una iperprotettività nei confronti dei figli, derminando stress e il danneggiando delle relazioni coniugali. Spesso i genitori si colpevolizzano ed sembra esserci, infatti, la tendenza a sviluppare distubi depressivi e d’ansia. Ci sono studi riguardo all’ideazione omicidio-suicidaria e sembra essere più alta questa frequenza nei genitori di pazienti con DA rispetto alla popolazione generale.
La letteratura è concorde sul fatto che queste comorbidità siano dipendenti dalla gravità della patologia. Più grave è la patologia e più aumenta il rischio che vi siano questi profili psicopatologici associati.
MATERIALI E METODI
Lo studio è stato condotto dal mese di marzo del 2023 al giugno 2023 ed è stato proposta agli adolescenti con DA dell’Ambulatorio di Allergologia Pediatrica dell’ Ospedale Santa Chiara di Pisa, dell’ Ambulatorio di Dermatologia dell’ Ospedale Santa Chiara di Pisa e dell’ Ambulatorio di Allergologia Pediatrica e Dermatologia Pediatrica dell’ Ospedale Mayer di Firenze.
Per il gruppo dei casi sono stati arruolati quarantotto pazienti con dermatite atopica. I criteri di inclusione prevedevano:
-Età compresa tra gli 11 e i 18 anni.
-Diagnosi di DA precedente.
-Assenza di percorso psicologico in corso e di diagnosi di patologia psichiatrica.
Lo studio ha incluso un gruppo di controllo rappresentato da pazienti adolescenti in cura presso il servizio di Endocrinologia Pediatrica dell’U.O di Pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa (Pazienti Controllo) e dai loro genitori (Genitori Controllo).
Il gruppo di controllo è composto da ventisei Pazienti Controllo. I criteri di inclusione prevedevano:
-Età compresa tra gli 11 e i 18 anni.
-Assenza di diagnosi di DA.
-Assenza di altra patologia organica in corso.
-Assenza di percorso psicologico in corso e di diagnosi di patologia psichiatrica.
L’unico criterio di inclusione per i Genitori era la genitorialità del paziente.
In questo studio i pazienti arruolati sono stati sottoposti alla visita ed è stata valutata la gravità della dermatite con il PO-SCORAD, successivamente hanno compilato questionari.
Al paziente sono stati consegnati i seguenti questionari da compilare: CDQLI, PEDS-QL 8-12 o 13-18 (in base all’ età), TQoL, YSR 11-18.
Il genitore ha compilato invece i seguenti questionari: DFIQ, PEDS-QL 8-12 o 13-18 (in base all’ età del paziente), CBCL 6-18 e un questionario basale.
Il Paziente Controllo ha compilato i questionari: PEDS-QL 8-12 o 13-18 (in base all’ età), YSR 11-18.
Il Genitore Controllo ha compilato i questionari: PEDS-QL 8-12 o 13-18 (in base all’ età del paziente), CBCL 6-18 e un questionario basale.
Il CDLQI, valuta l’impatto della DA sulla qualità della vita del paziente, è un questionario autovalutativo. Anche il TQoL valuta la qualità della vita ma non è validato in italiano. Ad un maggior punteggio corrisponde un maggior impatto.
Il questionario basale compilato dai genitori include informazioni anagrafiche, grado di istruzione del genitore, stato civile, fascia di reddito e patologie associate nel nucleo famigliare (asma, rinite allergica, shock anafilattico...) e terapie in atto nei figli.
Nel questionario PEDS-QL viene indagata la salute e l’attività fisica, gli stati emotivi, la vita sociale e le attività scolastiche. Gli elementi vengono valutati in modo inverso e trasformati linearmente su una scala da 0-100, i punteggi più alti indicano una migliore qualità della vita.
Per quanto riguarda l’YSR 11-18 le domande riguardano vari aspetti della vita, tra cui sintomi di ansia, depressione (problemi internalizzanti), comportamenti aggressivi (problemi esternalizzanti) e problemi sociali. Inoltre, vengono indagati secondo i criteri diagnostici del DSM, problemi affettivi, problemi d'ansia, somatici, di attenzione/iperattività, oppositivo-provocatori, della condotta, ossessivo-compulsivi e stress post-traumatico. L'obiettivo è ottenere una valutazione soggettiva degli adolescenti sulla propria salute mentale e il loro funzionamento psicologico. Il CBCL 6-18 è un questionario che indaga le stesse cose e che viene compilato dai genitori.
DFIQ indaga l’impatto della dermatite atopica sui genitori, aiutando a comprendere gli effetti della malattia sulla vita quotidiana della famiglia.
ANALISI STATISTICA e DISCUSSIONE
Le popolazioni si sono dimostrate omogenee per tutte le variabili utilizzate.
Il PO-SCORAD ha identificato 29 pazienti (60,4%) con eczema lieve, 13 pazienti (27,1%) con eczema moderato e 6 paziento con eczema grave (12,5%). La minor presenza di quest’ultimi è dovuta al fatto che sono meno rappresentati nella popolazione.
Confrontato i valori ottenuti dal CDLQI, TQoL, PEDS-QL e YSR (considerando il punteggio delle competenze totali), con la gravità di dermatite, è risultato che i pazienti con DA moderata e grave hanno un punteggio più alto della popolazione con DA lieve, per i questionari sulla qualità della vita (CDLQI e TQoL) e quindi peggior qualità della vita. I punteggi dei pz con DA grave sono inferiori ai punteggi dei pazienti con DA moderata, ma rimangono comunque molto maggiori che con DA lieve, questo può essere spiegato dal numero ridotto nella nostra popolazione di pazienti con DA grave.
Abbiamo analizzato il punteggio dei questionari compilati dai genitori, PEDS-QL, DFIQ e CBCL (competenze totali), in base alla gravità della DA dei figli: c’è una correlazione tra l’aumento della gravità della DA con il peggioramento del punteggio del DFIQ, spesso le problematiche derivano dal malcontento per le spese sostenute.
Da queste analisi è chiaro come i pz con DA abbiano una riduzione della qualità della vita, soprattutto in relazione alla gravita della patologia, come valori medi si è giunti al risultato di ‘’ lieve variazione della qualità della vita’’, risultato inferiore rispetto alle casistiche in letteratura.
Abbiamo confrontando i punteggi del PEDS-QL tra i pazienti con DA e i pazienti controllo, tra i genitori DA e i genitori controllo, tra i genitori DA e i pazienti DA, tra i genitori controllo e i pazienti controllo non sono emerse significative differenze statistiche. Quindi tra i gruppi non ci sono differenze tra la percezione della limitata qualità di vita.
Gli stessi confronti li abbiamo fatti con i punteggi ottenuti dai questionari YSR e CBCL sulla psicopatologa dell’adolescente.
I risultati delle nostre analisi non ha dimostrato associazione tra patologie psicologiche o psichiatriche e DA. In particolare, non sono stati confermati i dati secondo i quali nei pazienti adolescenti affetti da DA sia maggiore la presenza di ADHD e di problemi internalizzanti come disturbi d’ ansia o depressione. Inoltre, il nostro risultato può essere spiegato dal fatto che la maggior parte della popolazione in studio fosse costituita da pazienti con DA lieve e moderata; un recente studio ha dimostrato l’assenza dell’impatto sulla salute mentale in questi pazienti, che invece risulta essere presente in pazienti con DA grave.
Le significatività che sono emerse riguardano soprattutto l’idea di somatizzazione e i problemi psichiatrici totali, e sono emerse dal confronto della percezione del genitore DA con il genitore controllo. Quindi il genitore di adolescenti con DA percepisce più problemi psicopatologi in suo figlio, rispetto ad un genitore con il figlio senza DA. La stessa differenza emerge anche tra il confronto tra la percezione del genitore DA con il paziente con DA stesso, il genitore percepisce più problemi di somatizzazione, psichiatrici totali, disturbi affettivi, e c’è una tendenza alla significatività anche per i disturbi post traumatici. Non sono presenti differenze di percezione tra i pazienti senza DA e i loro genitori, così come dal confronto tra i pazienti con DA e i pazienti controllo non sono emerse differenze significativamente rilevanti.
Questi dati possono indicare che i genitori di adolescenti affetti da DA potrebbero avere un’eccessiva preoccupazione riguardo al quadro psicosociale dei figli. Come studiato in letteratura, infatti, i genitori di pazienti con DA hanno un maggior livello di stress rispetto alla popolazione generale, legato sia al tempo impiegato per gestire le questioni riguardanti la patologia del figlio, sia per l’impatto economico ed emotivo. Questo potrebbe influenzare la percezione che i genitori hanno della qualità di vita e delle possibili problematiche psicologiche/psichiatriche dei propri figli.
Una risposta alternativa ai nostri risultati statistici può essere che il soggetto in un’età particolare come l’adolescenza tenda a sottovalutare l’insorgenza di alcuni aspetti negativi riguardo alla propria qualità di vita, manifestando con più frequenza, infatti, problemi legati alla somatizzazione.
I limiti del nostro studio potrebbero esser stati
-Un numero maggiore di pazienti con DA lieve, rispetto a pazienti con DA moderata e ancor più con DA grave.
-Le visite dai pazienti spesso non coincidevano con il periodo di riacutizzazione della patologia.
-I questionari erano molti e alcuni con numerose domande, alcune risposte potrebbero esser state date in modo affrettato.
CONCLUSIONI
Il nostro studio offre una conferma ai dati riportati in letteratura sull’ associazione tra dermatite atopica e un’alterazione della qualità della vita. Per quanto riguarda invece l’associazione della dermatite con patologie psicologiche-psichiatriche i nostri dati non ne hanno dimostrato la presenza, i dati in letteratura in merito all’ argomento ad oggi rimangono ancora limitati, soprattutto in merito alla popolazione adolescenziale. Il nostro studio ha dimostrato come i genitori di adolescenti con DA percepiscano una qualità di vita peggiore e una maggiore sofferenza psicologia nei figli, soprattutto riguardo a problemi internalizzanti, rispetto sia al gruppo dei genitori di controllo, sia ai loro figli. Persiste l’importanza di ulteriori studi per poter definire se queste differenze che si riscontrano tra la percezione dei genitori e quella dei figli, sia dovuta ad una eccessiva preoccupazione da parte dei genitori oppure da una sottostima delle problematiche psicologiche-psichiatriche da parte degli adolescenti con dermatite atopica. Inoltre, è importante che la ricerca continui per definire con più precisione il profilo psicologico-psichiatrico nel paziente affetto da DA. Dal nostro studio, in linea con la letteratura, emerge l’importanza da parte del clinico di non sottovalutare l’aspetto psicologico di questa malattia, non concentrandosi solamente sulla cura della patologia eczematosa, ma indagando su possibili disagi esistenti dal punto di vista psichico, affiancando, dove necessario, un supporto psicologico; quindi, per il clinico, è importante non scindere la patologia dal paziente stesso, ma valutarlo sempre nell’ insieme.

INTRODUCTION
Atopic dermatitis is a chronic inflammatory disease characterized by pruritic eczematous lesions and is the most common skin disease in the pediatric population. It is a multifactorial disease with a complex etiopathogenesis and primarily manifests during early childhood.
The signs and symptoms of atopic dermatitis (eczema, lichenification, itching) have a significantly negative impact on the quality of life. Atopic dermatitis also has a significant emotional impact on parents and caregivers, leading to a reduction in the overall quality of life and increased levels of stress within the entire family. Additionally, the costs associated with this condition should not be underestimated.
For these reasons, a multidisciplinary approach to the management of patients with atopic dermatitis is considered crucial. The primary objective of this study is to characterize the alterations in quality of life and potential psychopathological profiles in adolescents with atopic dermatitis in relation to the severity of their allergic-dermatological condition and to assess the consequent impact on the quality of life of their family members. The study collected data through questionnaires administered to patients with atopic dermatitis and their parents or caregivers.
Atopic dermatitis is considered to have a high burden, measured with the disability-adjusted life years (DALYs), with approximately 40% of patients considering the condition disabling. Although often underestimated, the impact on the quality of life is significant, especially during adolescence when patients are developing their own identity. The main problems encountered are related to the loss of sleep quality due to itching, social issues, and limitations in leisure activities.
There appears to be an association between atopic dermatitis and anxiety disorders in adolescents, while in adults, the association with depressive disorders seems to be more frequent. Furthermore, the association between atopic dermatitis and ADHD in patients has been widely studied, although definitive answers are still lacking. There have also been studies investigating a possible association between atopic dermatitis and suicidal ideation and behaviors, with conflicting results. However, it has been observed that atopics have a peak in suicide rates during the first half of the year, corresponding to the exacerbation of allergies.
Atopic dermatitis also has a significant impact on parents and caregivers, similar to diabetes. This reduction in quality of life seems to be due to sleep loss caused by the child's sleep disturbances, concerns about treatment side effects, and feelings of guilt. Studies report an average wakefulness time of 2.6 hours per night for parents. Additionally, the financial costs of the condition should not be underestimated, including direct costs (visits, emollient creams, detergents, etc.) and indirect costs (absenteeism). Parental stress mainly affects mothers since they tend to be more involved in the care of their children, who, in this case, require special attention such as frequent washing and avoidance of triggers. This can lead to overprotectiveness toward their children, causing stress and strain on marital relationships. Parents often experience guilt and are prone to developing depressive and anxiety disorders. Studies have also examined the possibility of an association between suicidal ideation and behaviors in parents of patients with atopic dermatitis, with a higher frequency compared to the general population.
The literature is consistent in suggesting that these comorbidities are dependent on the severity of the disease. The more severe the atopic dermatitis, the higher the risk of associated psychopathological profiles.
MATERIALS AND METHODS
The study was conducted from March 2023 to June 2023 and involved adolescents with atopic dermatitis from the Pediatric Allergy Clinic at Santa Chiara Hospital in Pisa, the Dermatology Clinic at Santa Chiara Hospital in Pisa, and the Pediatric Allergy and Pediatric Dermatology Clinic at Mayer Hospital in Florence.
For the case group, forty-eight patients with atopic dermatitis were recruited. The inclusion criteria were as follows:
-Age between 11 and 18 years.
-Previous diagnosis of atopic dermatitis.
-Absence of ongoing psychological treatment and diagnosis of psychiatric disorders.
The study included a control group represented by adolescent patients receiving treatment at the Pediatric Endocrinology Service of the Pediatric Unit of Santa Chiara Hospital in Pisa (Control Patients) and their parents (Control Parents). The control group consisted of twenty-six Control Patients. The inclusion criteria were:
-Age between 11 and 18 years.
-Absence of a diagnosis of atopic dermatitis.
-Absence of any other ongoing organic pathology.
-Absence of ongoing psychological treatment and diagnosis of psychiatric disorders.
The only inclusion criterion for the Control Parents was being the parent of a patient.
In this study, the recruited patients underwent a medical examination, and the severity of dermatitis was evaluated using PO-SCORAD. They also completed questionnaires. The following questionnaires were given to the patients to fill out: CDQLI, PEDS-QL 8-12 or 13-18 (depending on age), TQoL, YSR 11-18.
The parents, on the other hand, completed the following questionnaires: DFIQ, PEDS-QL 8-12 or 13-18 (depending on the patient's age), CBCL 6-18, and a baseline questionnaire.
The Control Patient completed the following questionnaires: PEDS-QL 8-12 or 13-18 (depending on age), YSR 11-18.
The Control Parent completed the following questionnaires: PEDS-QL 8-12 or 13-18 (depending on the patient's age), CBCL 6-18, and a baseline questionnaire.
The CDLQI assesses the impact of atopic dermatitis on the patient's quality of life and is a self-assessment questionnaire. The TQoL also assesses the quality of life but is not validated in Italian. A higher score corresponds to a greater impact.
The baseline questionnaire completed by the parents includes personal information, parental education level, marital status, income range, and associated pathologies in the family (such as asthma, allergic rhinitis, anaphylactic shock) and ongoing therapies for their children.
The PEDS-QL questionnaire investigates health and physical activity, emotional states, social life, and school activities. The elements are assessed in reverse and transformed linearly on a scale from 0 to 100, with higher scores indicating better quality of life.
Regarding the YSR 11-18 questionnaire, the questions cover various aspects of life, including symptoms of anxiety, depression (internalizing problems), aggressive behaviors (externalizing problems), and social problems. Additionally, according to the diagnostic criteria of the DSM, affective problems, anxiety problems, somatic problems, attention/hyperactivity problems, oppositional defiant problems, conduct problems, obsessive-compulsive problems, and post-traumatic stress problems are investigated. The aim is to obtain a subjective assessment of adolescents' mental health and psychological functioning. The CBCL 6-18 is a questionnaire that investigates similar aspects and is completed by the parents.
DFIQ investigates the impact of atopic dermatitis on parents, helping to understand the effects of the disease on the family's daily life.
STATISTICAL ANALYSIS and DISCUSSION
The populations have shown homogeneity across all variables used.
The PO-SCORAD identified 29 patients (60.4%) with mild eczema, 13 patients (27.1%) with moderate eczema, and 6 patients with severe eczema (12.5%). The lower presence of the latter is due to their smaller representation in the population.
Comparing the values obtained from CDLQI, TQoL, PEDS-QL, and YSR (considering the total competency score) with the severity of dermatitis, it was found that patients with moderate and severe AD have higher scores than the population with mild AD, indicating a worse quality of life. The scores of patients with severe AD are lower than those of patients with moderate AD but remain much higher than those with mild AD. This can be explained by the limited number of patients with severe AD in our population.
We analyzed the scores of the questionnaires completed by parents, PEDS-QL, DFIQ, and CBCL (total competencies), based on the severity of their children's AD. There is a correlation between increased severity of AD and worsening scores on the DFIQ, often resulting from dissatisfaction with the incurred expenses.
From these analyses, it is clear that patients with AD experience a reduced quality of life, especially in relation to the severity of the condition. The average values indicate a "slight variation in quality of life," which is lower compared to the cases reported in the literature.
We compared the scores of PEDS-QL between patients with AD and control patients, between parents of AD patients and control parents, between AD parents and AD patients, and between control parents and control patients. No significant statistical differences emerged among these groups regarding the perception of limited quality of life.
We also conducted similar comparisons using the scores obtained from YSR and CBCL questionnaires on adolescent psychopathology.
The results of our analysis did not demonstrate an association between psychological or psychiatric disorders and AD. Specifically, the data did not confirm the findings that patients with AD have a higher prevalence of ADHD and internalizing problems such as anxiety or depression. Furthermore, our results can be explained by the fact that the majority of the study population consisted of patients with mild and moderate AD. A recent study has shown the absence of mental health impacts in these patients, whereas it is present in patients with severe AD.
The significances that emerged primarily concern the idea of somatization and total psychiatric problems, as observed from the comparison between AD parents and control parents' perceptions. Therefore, parents of adolescents with AD perceive more psychopathological issues in their children compared to parents whose children do not have AD. The same difference is also evident when comparing the perception of AD parents with AD patients themselves. Parents perceive more somatization problems, total psychiatric problems, affective disorders, and there is a trend towards significance for post-traumatic disorders as well. There were no perception differences between patients without AD and their parents, nor were there any significant differences observed from comparing AD patients with control patients.
These data may indicate that parents of adolescents with AD may have excessive concerns regarding their children's psychosocial well-being. As reported in the literature, parents of patients with AD experience higher levels of stress compared to the general population, which is linked to the time spent managing their child's condition and the emotional and economic impact. This could influence the parents' perception of their children's quality of life and potential psychological/psychiatric issues.
An alternative explanation for our statistical results could be that individuals in a specific age group, such as adolescence, tend to underestimate the occurrence of certain negative aspects regarding their own quality of life, often expressing problems related to somatization.
The limitations of our study could have been:
-A higher number of patients with mild AD compared to patients with moderate and severe AD.
-Patient visits often did not coincide with periods of disease exacerbation.
-The questionnaires were numerous, and some had numerous questions, which may have led to hurried responses.
CONCLUSIONS
Our study provides confirmation of the data reported in the literature regarding the association between atopic dermatitis and impaired quality of life. However, regarding the association between dermatitis and psychological-psychiatric disorders, our data did not demonstrate their presence. The literature on this topic remains limited, especially concerning the adolescent population. Our study showed that parents of adolescents with AD perceive a lower quality of life and greater psychological distress in their children, particularly concerning internalizing problems, compared to both the control group of parents and their own children. Further studies are needed to determine whether these differences between parents' perception and adolescents' perception are due to excessive parental concerns or an underestimation of psychological-psychiatric issues by adolescents with atopic dermatitis. Moreover, ongoing research is important to define the psychological-psychiatric profile more precisely in patients with AD. From our study, in line with the literature, it is evident that clinicians should not underestimate the psychological aspect of this condition. They should not focus solely on treating the eczematous condition but also investigate potential psychological distress, providing psychological support when necessary. Therefore, for clinicians, it is crucial not to separate the disease from the patient but always evaluate them as a whole.
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