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La straordinaria valenza comunicativa e l’alto valore imperituro del dialogo epistolare tra i due maggiori corrispondenti trecenteschi, Petrarca e Boccaccio, eletto a sede privilegiata di una riflessione metaletteraria nonché al dibattito concernente questioni di altissimo profilo ideologico e letterario, ha reso necessario l’approdo al progetto, ad oggi in fase di allestimento, di un’edizione ricostruttiva dell’originario carteggio tra i due dotti, documento di primaria importanza per la ricostruzione del profilo esistenziale e intellettuale di ambedue gli autori e del loro legame amicale ed epistolare. In un tale contesto, il presente lavoro si pone dunque quale significativo contributo, sul fronte filologico-esegetico nonché su quello storico-critico, al panorama degli studi inerenti il carteggio Petrarca-Boccaccio, gettando luce in particolare su quegli elementi della loro corrispondenza rimasti al di fuori delle sillogi canoniche (quali le Disperse petrarchesche e le epistole del certaldese mai raccolte dall’autore), ma completanti il carteggio nella sua dinamica storica, con particolare focus sull’epistolario boccacciano, il cui dettato prosastico, sondata l’imperfezione e talvolta l’inaffidabilità filologica ed esegetica propria dell’ultima edizione, in ordine di tempo, curata da Ginetta Auzzas, è stato sottoposto al vaglio critico della tradizione manoscritta, nonché fornito di un adeguato commento storico-esegetico (parimenti alla coppia di Disperse petrarchesche indirizzate all’interlocutore di Certaldo) e di un apparato critico positivo registrante eventuali varianti o successivi errori propri delle edizioni a stampa.