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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06222020-175446


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GUIDATO, NICCOLO'
URN
etd-06222020-175446
Titolo
La tutela penale dell'aria
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Avv. Martini, Adriano
Parole chiave
  • ambiente
  • aria
  • inquinamento
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Adottare una nuova politica e nuovi modelli comportamentali in funzione della preservazione dell’atmosfera, dell’aria che respiriamo, dello schermo che preserva il pianeta e le specie viventi dai raggi ultravioletti del sole, del contesto nel quale si determinano le complessive sorti climatiche dell’ambiente terrestre, è un’esigenza non più rinviabile.
Il presente lavoro si propone, dunque, di indagare la tutela penale del fenomeno di inquinamento atmosferico con tutte le implicazioni che comporta e di comprendere l'importanza di tutelare l'ambiente, in particolare l'aria.
Come noto, il più recente (e significativo) sforzo di legiferare strumenti penali per la tutela dell’ambiente è rappresentato dalla l. 22 maggio 2015, n. 68.
La prospettiva di questo lavoro è essenzialmente quella di verificare in che misura si tratti di uno strumentario repressivo adatto alla tutela dell’ambiente atmosferico.
Il bisogno di tutela penale dell’ambiente, in fondo emerso in tempi relativamente recenti, ha trovato risposte sulla spinta da un lato delle suggestioni di fonte eurounitaria, dall’altro di una giurisprudenza coraggiosa, frutto delle scelte di singoli magistrati, che ha provato a farsi promotrice della tutela dell’ecosistema. Si è trattato sovente di un contributo dovuto alla giurisprudenza di merito che ha provato a farsi carico delle esigenze politico-criminali sottese agli episodi disastrosi, rinvenendo nella fattispecie incriminatrice di cui all’art. 434 c.p. la norma chiave per la tutela di tali fenomeni.
In questa indagine si procederà così provando dapprima a definire l’ambiente come bene giuridico meritevole di tutela penale ed a collocare al suo posto, all’interno di un concetto tanto vasto, l’aria e l’atmosfera, affrontando la scelta se optare per una visione che tuteli tali interessi nella loro assolutezza o, piuttosto, procedere nel solco segnato da una logica antropocentrica che privilegi la salvaguardia di ciò che serve all’uomo come specie animale (sia pure in un contesto cronologico condizionato dal principio di precauzione).
Il secondo passaggio porta ad analizzare le norme, nella loro evoluzione storica, soffermandoci in particolare sul D.lgs. n. 152 del 2006, il c.d. T.U. Ambientale, il quale rappresenta il tentativo di ricondurre ad unità il frastagliato sistema normativo che ha disciplinato nel tempo la materia ambientale, inquadrandola per la prima volta all’interno di una cornice di principi generali. Si tratterà di considerare la efficacia politico criminale del sistema repressivo che da esso emerge, ispirato alla scelta della forma contravvenzione in funzione di anticipazione della tutela o di repressione di condotte di pericolo astratto, integrato in corrispondenza alla violazione formale di obblighi amministrativi. Meritevoli di interesse critico sono anche le tradizionali disposizioni codicistiche, che nel tempo una volonterosa giurisprudenza ha piegato alla tutela dell’ambiente, come la contravvenzione di “getto pericoloso di cose” ex art. 674 c.p..
Infine, il capitolo III è il cuore della trattazione. Esso è teso a rappresentare il passaggio da una forma di tutela della funzione amministrativa di governo delle fore di consumo del bene ambiente a quella che pone al centro del palcoscenico l’evento di danno ambientale. Tale operazione, determinata soprattutto dalla progressiva presa di coscienza in capo all’ opinione pubblica della gravità dei fenomeni di inquinamento ambientale, non ha mancato di suscitare critiche e dibattiti, in particolare a livello dottrinale, per gli evidenti limiti di precisione e coerenza, di cui si cercherà di dare conto nell’ elaborato, mettendo in luce le questioni problematiche derivanti da una aggressione ad una matrice ambientale tanto essenziale quanto evanescente quale l’aria, dove il costante rilascio in atmosfera di agenti inquinanti derivanti dal processo industriale, l’annosa problematica relativa all’ accertamento del nesso causale e gli incerti rapporti fra tutela dell’ambiente e tutela della pubblica incolumità mettono a dura prova la concezione del delitto d’evento così come delineato dal Legislatore della riforma.
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