Tesi etd-06222020-125104 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BINI, FEDERICO
URN
etd-06222020-125104
Titolo
L'evoluzione dei partiti politici. Dall'Italia liberale ai nostri giorni
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Dal Canto, Francesco
Parole chiave
- Diritto
- Italia
- Partiti
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2090
Riassunto
Scopo di questa tesi è mettere in evidenza l’evoluzione dei partiti politici dal 1900 fino ai nostri giorni.
Il lavoro qui sviluppato inizia con il dibattito fra Sonnino e Giolitti sulla possibilità e necessità di creare un partito liberale, quindi analizza i due grandi partiti di massa quali il PSI e il PPI di Sturzo.
Con l’avvento del fascismo i partiti saranno completamente soppressi in modo da favorire il pieno sviluppo del PNF con il suo modello burocratico e corporativo incentrato sul culto della personalità di Mussolini.
Sarà all’indomani della caduta del fascismo che i partiti torneranno protagonisti, tenendo a battesimo la Costituzione e formulando un loro riconoscimento nell’art. 49 (Cost.)
Il legislatore tuttavia non preciserà mai cosa si intenda per “metodo democratico”, art. 49 Cost., motivo per cui sarà necessario entrare nel campo delle interpretazioni.
Due figure chiave da me analizzate segneranno il destino politico-costituzionale della Repubblica italiana: Alcide De Gasperi e Aldo Moro.
Il primo avvierà il progetto di “democrazia protetta” all’indomani della rottura dei rapporti con il PCI nel ’47, mentre il secondo sarà artefice prima del centro-sinistra e poi del quasi riuscito compromesso storico.
Il modello della Prima Repubblica italiana si caratterizza per essere un bipartitismo imperfetto, mentre la sua evoluzione sfocerà in un bipartitismo mancato tra destra e sinistra.
Il lavoro termina con l’analisi di due grandi forze populiste, il M5S e la Lega, figlie della stagione berlusconiana e capaci di creare in Italia e nel mondo occidentale il primo governo nazionalpopulista facendo del nostro paese un vero e proprio laboratorio politico.
Il lavoro qui sviluppato inizia con il dibattito fra Sonnino e Giolitti sulla possibilità e necessità di creare un partito liberale, quindi analizza i due grandi partiti di massa quali il PSI e il PPI di Sturzo.
Con l’avvento del fascismo i partiti saranno completamente soppressi in modo da favorire il pieno sviluppo del PNF con il suo modello burocratico e corporativo incentrato sul culto della personalità di Mussolini.
Sarà all’indomani della caduta del fascismo che i partiti torneranno protagonisti, tenendo a battesimo la Costituzione e formulando un loro riconoscimento nell’art. 49 (Cost.)
Il legislatore tuttavia non preciserà mai cosa si intenda per “metodo democratico”, art. 49 Cost., motivo per cui sarà necessario entrare nel campo delle interpretazioni.
Due figure chiave da me analizzate segneranno il destino politico-costituzionale della Repubblica italiana: Alcide De Gasperi e Aldo Moro.
Il primo avvierà il progetto di “democrazia protetta” all’indomani della rottura dei rapporti con il PCI nel ’47, mentre il secondo sarà artefice prima del centro-sinistra e poi del quasi riuscito compromesso storico.
Il modello della Prima Repubblica italiana si caratterizza per essere un bipartitismo imperfetto, mentre la sua evoluzione sfocerà in un bipartitismo mancato tra destra e sinistra.
Il lavoro termina con l’analisi di due grandi forze populiste, il M5S e la Lega, figlie della stagione berlusconiana e capaci di creare in Italia e nel mondo occidentale il primo governo nazionalpopulista facendo del nostro paese un vero e proprio laboratorio politico.
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