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Thesis etd-06222016-172353


Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
SANTARSIERI, MICHELE
email address
santarsieri.miche011@tiscali.it
URN
etd-06222016-172353
Thesis title
PROSTATECTOMIA RADICALE OPEN E ROBOTICA: VALUTAZIONE COMPARATIVA DEGLI EFFETTI DELLA PRESERVAZIONE DEL COLLO VESCICALE
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
UROLOGIA
Supervisors
relatore Selli, Cesare
Keywords
  • carcinoma prostatico
  • chirurgia robotica
  • chirurgia tradizionale
  • sclerosi collo
Graduation session start date
06/07/2016
Availability
Full
Summary
Diversi studi hanno dimostrato che la preservazione delle fibre circolari del collo vescicale, dopo prostatectomia radicale, è una metodica in grado di garantire un recupero più rapido della continenza urinaria. In particolare, è risultata efficace sia nei pazienti operati con tecnica chirurgica laparoscopica robot-assistita (RALP) sia con tecnica chirurgica a cielo aperto (RRP).
Lo scopo del nostro studio è stato quello di rivalutare i pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di prostatectomia radicale per adenocarcinoma prostatico presso l’Urologia Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, da gennaio 2011 a dicembre 2014, al fine di verificare i risultati funzionali riguardanti la continenza urinaria nei soggetti operati con i due diversi approcci: robotico e standard a cielo aperto.
Abbiamo valutato 86 pazienti omogenei per età, Body Mass Index, Comorbidity Index e volume prostatico, sottoposti a prostatectomia radicale nel periodo compreso tra gennaio 2011 e dicembre 2014: 46 operati con tecnica a cielo aperto (RRP, gruppo 1) e anastomosi vescico-uretrale eseguita con 6 punti staccati in Polysorb, e 40 operati con tecnica laparoscopica robot-assistita (RALP, gruppo 2) e anastomosi eseguita con 2 suture semicontinue in Poliglecaprone, previa ricostruzione posteriore secondo Rocco modificata da Patel. I pazienti sono stati sottoposti ad uroflussometria, misurazione ecografica del residuo post-minzionale e, in caso di incontinenza urinaria, a pad-test nelle 24 ore, per un follow-up medio nei due gruppi di 33 e 29 mesi rispettivamente. Criterio aggiuntivo di valutazione è stata la durata di permanenza del catetere vescicale nel periodo post-operatorio.
Il catetere vescicale è stato rimosso mediamente dopo 20,8 giorni nel gruppo 1 e 9,5 giorni nel gruppo 2. Undici pazienti che presentavano neoplasia di stadio maggiore di pT2, dei quali sette (15%) del gruppo 1 e quattro (10%) del gruppo 2, sono stati sottoposti successivamente a radioterapia, assieme a due pazienti del gruppo 1 con malattia pT2c. Il flusso massimo dei pazienti operati con RALRP è risultato migliore di quello dei pazienti operati con RRP (28,8 vs. 20,4 ml/s) con una significatività statistica p<0,001. Sei pazienti del gruppo 1 hanno sviluppato stenosi dell’anastomosi vescico-uretrale e sono stati sottoposti a successivo trattamento chirurgico di uretrotomia endoscopica; in nessuno dei pazienti sottoposti a RALRP abbiamo riscontrato questa complicanza. I soggetti continenti (non utilizzo di pad o utilizzo di un pad di sicurezza/die) erano rispettivamente 42 (91,3%) e 38 (95%) nei due gruppi, mentre gli incontinenti erano 4 (8,7%) e 2 (5%).
La preservazione del collo vescicale consente il recupero a lungo termine di una buona continenza urinaria post-operatoria. La tecnica robotica fornisce risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con la tecnica open, ma non risulta gravata nella nostra esperienza da stenosi dell’anastomosi vescico-uretrale richiedenti trattamento endoscopico, garantendo inoltre un flusso urinario significativamente più valido.
Pertanto, le indicazioni per l’esecuzione della preservazione del collo vescicale sono valide sia nella chirurgia a cielo aperto che nella chirurgia robotica, ma quest’ultima, essendo associata ad un minor rischio di stenosi anastomotica, sembra trovare sempre maggiori indicazioni di applicazione.
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