logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06212023-130737


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COSENTINI, IRENE
Indirizzo email
i.cosentini@studenti.unipi.it, irenecosentini@hotmail.it
URN
etd-06212023-130737
Titolo
«Far giustizia una buona volta di un annoso pregiudizio»: polemica, militanza, metodo di un rinnovamento critico. Ricerche intorno a "La fortuna dei primitivi" di Giovanni Previtali
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Savettieri, Chiara
Parole chiave
  • Settecento
  • primitivi
  • storiografia
  • Lionello Venturi
  • gusto
  • critica marxista
  • tavole sinottiche
Data inizio appello
06/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/07/2093
Riassunto
L’elaborato si propone di ricostruire le vicende intorno alla pubblicazione dell’opera prima di Giovanni Previtali, “La fortuna dei primitivi dal Vasari ai Neoclassici” (1964), e, insieme, di comprendere i fondamenti e la complessità dell’atto interpretativo, il sostrato da cui si origina, le metodologie che lo determinano, le idee che lo orientano e la modalità della sua ricezione. Il volume, rompendo con la tradizione degli studi, diveniva il primo che, sanando un “annoso pregiudizio”, riconduceva la riscoperta dell’arte medievale ad un fatto storico settecentesco, prettamente italiano, di matrice illuminista, neoclassica, laica e razionalista. In aperta polemica con “Il gusto dei primitivi” (1926) di Lionello Venturi, “La fortuna dei primitivi” rivendicava la necessità di un’impostazione concreta, rigorosa e logica, che, rifuggendo da ogni “astratto filosofema”, aveva permesso uno studio meticolosissimo delle fonti in grado di conferire nuovo respiro critico all’ondata di studi degli anni Sessanta sull’arte medievale. Emblema di un modo di pensare, di un integrale modo di fare, “La fortuna dei primitivi” è l’originale fusione di un metodo consolidato, di un vissuto personale e di un’urgenza etica nel partecipare al dibattito culturale e politico: al nostro sguardo retrospettivo, in un’interessante continuità, si rende evidente che siano la sola scientifica lucidità e una cultura aperta, progressista e laica a permettere la riscoperta rivoluzionaria, di opere che sarebbero state destinate all’oblio e della storiografia di un’epoca storica, che nell’oblio era immersa.
File