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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06212021-224801


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAINI, GIOVANNI
URN
etd-06212021-224801
Titolo
Ceo Power e Performance Aziendali: un'analisi empirica
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore D'Onza, Giuseppe
Parole chiave
  • ceo
  • amministratore delegato
  • ceo power
  • performance aziendali
  • risk management
  • governance
Data inizio appello
12/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2091
Riassunto
Negli ultimi anni la letteratura si è focalizzata molto sulla figura del Chief Executive Officer (CEO) e sul suo rapporto con l’impresa. Infatti, tra le molteplici figure professionali inerenti alla realtà aziendale, non si può certamente eludere quella del CEO. Trattasi del dirigente di più alto livello, avente responsabilità diretta dell’organizzazione aziendale, della sua governance e dei suoi risultati. Pur non esistendo ancora oggi una teoria che affermi la correlazione diretta tra potere del CEO e successo aziendale, la ricerca indaga da tempo su vari tipi di leadership alla base del successo delle imprese. È risultato di notevole importanza, ad esempio, il concetto di orientamento cognitivo, con il quale è possibile far riferimento ad alcuni aspetti riguardanti le caratteristiche personali e professionali, come sesso, età, esperienza lavorativa, appartenenza a board esterni, le quali sono capaci di influenzare un CEO e di stabilirne il potere, fino ai casi estremi di CEO-Only o CEO-Hamstrung, rispettivamente casi di potere assoluto e potere molto basso. Tali caratteristiche sono state analizzate in modo approfondito e dettagliato per comprendere meglio come e se queste possono avere un’influenza sulle strategie e sul potere del CEO e, di conseguenza, sulle performance aziendali. Le ricerche presenti in letteratura sull’argomento evidenziato sono numerose, tanto che è possibile individuare risultati eterogenei tra loro con conseguenti dibattiti e controversie, rendendo l’argomento molto interessante e favorevole a nuove ricerche.
A seguito di quanto riportato, l’obiettivo del presente elaborato è quello di andare ad investigare come e se la presenza attiva del CEO (Chief Executive Officer), intesa come leadership e potere, può andare ad influenzare le performance aziendali. Secondo l’opinione degli studiosi, infatti, è un aspetto rilevante capire se esiste effettivamente una relazione tra il potere del CEO e le performance aziendali, in virtù del fatto che il CEO è considerato come il ruolo apicale del sistema di governance aziendale, in grado di influenzare la strategia e i processi decisionali.
L’analisi di una possibile relazione tra il potere del CEO e le performance aziendali deriva in primo luogo da letture di articoli accademici presenti, in particolare dalla teoria di Hambrick e Mason del 1984, la “Upper Echelons Theory”, oltre ad un interesse personale incline allo studio di tale argomento, incrementato anche da eventi attuali.
Prima di presentare i risultati dell’analisi oggetto di ricerca, a cui è stato dedicato interamente l’ultimo capitolo, nel primo capitolo viene analizzata ampiamente la letteratura presente sulla figura del CEO, evidenziando il ruolo ricoperto e le attività svolte. Inoltre, siamo andati ad analizzare le fonti di potere del CEO sulla base delle teorie sviluppate, descrivendo in particolar modo gli aspetti relativi al numero di titoli, ai compensi, alle competenze, all’istruzione e all’età, con una digressione, che può essere di particolare interesse per studi futuri, relativa agli assetti proprietari per analizzare le differenze tra imprese familiari e non. Nel secondo capitolo, invece, si è illustrato in modo dettagliato il concetto di CEO power, performance aziendali e composizione del board, elementi che il presente lavoro si propone di analizzare con l’obiettivo di individuarne la relazione e dipendenza reciproca. Sempre nel secondo capitolo è stato studiato il concetto di managerial discretion che identifica l’importanza e la latitudine di azione di un manager all’interno della società, oltre alla formulazione e motivazione della nostra ipotesi, verificata empiricamente nel terzo capitolo. Si è ritenuto di notevole interesse andare a verificare empiricamente la possibile esistenza di una relazione tra le caratteristiche e il potere del CEO con le performance economiche dell’azienda, al fine di capire se il soggetto che si trova al vertice dell’organo esecutivo e gestionale dell’impresa è in grado di influenzare i risultati ottenibili dall’organizzazione per la quale opera e con quale importanza.
In tale sede, il presente elaborato vuole in primo luogo riconoscere l’importanza del ruolo ricoperto dal CEO, ponendosi l’obiettivo di rispondere a tale interrogativo:
1. Esiste una relazione tra il potere del CEO e le performance dell’impresa?
Al fine di rispondere a tale domanda, nell’ultimo capitolo si è descritta la procedura seguita per svolgere la ricerca empirica, descrivendo brevemente le fonti utilizzate per la raccolta dei dati e il campione di analisi. Successivamente, il capitolo prosegue con la descrizione delle variabili utilizzate, suddividendole in variabili dipendenti, indipendenti e di controllo, che ci permettono di verificare la nostra ipotesi grazie alle correlazioni generate ed evidenziare le conclusioni. Rispettivamente, consideriamo come variabile dipendente le performance aziendali, studiate in termini di ROE e ROA. Come variabile indipendente consideriamo il CEO power, identificando quattro dimensioni del potere: strutturale (number of titles), relativa al capitale umano (general, firm specific e task specific human capital), relativa al capitale sociale (personal network) e quella relativa al capitale simbolico (awards). Inoltre, siamo andati a considerare come variabili di controllo la Ownership Concentration, Board size, Board age, Firm size e Firm age. Il sample sul quale è stata svolta l’analisi è costituito dalle aziende quotate presenti nella borsa italiana in via continuativa, con esclusione di quelle operanti nel settore finanziario, facendo riferimento ad un arco temporale di 5 anni (2013 – 2017). Il sample finale è composto da circa 74 aziende e 3767 osservazioni.
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