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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06212021-155537


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VIVIANI, NICOLO'
URN
etd-06212021-155537
Titolo
La penisola instabile. Storia della Crimea dalla conquista zarista alla riconquista putiniana
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Paoli, Simone
Parole chiave
  • Crimea
  • tatari
  • conflitti interetnici
  • Unione Sovietica
  • Federazione Russa
  • Ucraina
Data inizio appello
12/07/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2061
Riassunto
La presente tesi si propone di ripercorrere le tappe fondamentali degli sviluppi storico-sociali della penisola di Crimea a partire dall’occupazione dell’Impero Russo avvenuta nel 1783-84 fino alla controversa annessione da parte della Federazione Russa nel 2014.
La regione analizzata si trova al centro del Mar Nero, posizione geografica che, nel corso dei secoli, le ha permesso di rappresentare un crocevia di fiorenti interscambi culturali e commerciali fra una molteplicità di popoli di differenti lingue e religioni. Nell’arco temporale oggetto di studio, le etnie più rilevanti del contesto crimeano furono i russi, gli ucraini e i tatari, le prime due di fede cristiano-ortodossa, l’ultima di culto islamico. Durante il XIX secolo, la Russia adottò una profonda opera di “russificazione” del tessuto sociale locale attraverso una mirata esclusione della componente autoctona dei tatari dalle leve del potere politico ed economico. In ogni caso, queste politiche non condussero a scontri interetnici di vaste proporzioni fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e della conseguente implosione dell’Impero Russo; furono proprio questi due eventi storici a far deflagrare le tensioni fra le comunità residenti nella penisola, rese ulteriormente accese dalla guerra civile russa del 1917-1921. L’inserimento della regione crimeana nell’Unione Sovietica avvenne con la neutralizzazione delle forze nazionaliste locali e con la concessione di una parziale autonomia alla Crimea; nel 1954 quest’ultima fu trasferita dalla Repubblica Socialista Sovietica russa a quella ucraina, cessione che ebbe notevoli conseguenze nella fase post-sovietica. Dal 1991, infatti, la nuova Ucraina indipendente fu titolare della sovranità sulla Crimea, la quale, tuttavia, divenne un elemento di forte contrapposizione fra Kiev e Mosca per la sua collocazione strategica e per la presenza della flotta russa del Mar Nero nel porto crimeano di Sebastopoli. La popolazione russofona rimasta nella regione dopo il crollo dell’URSS mostrò fin da subito segnali di intolleranza nei confronti della dirigenza politica ucraina, accusata di disinteressarsi di quest’area periferica del proprio stato; tali fenomeni sociali, connessi alle velleità espansionistiche della Russia putiniana e al repentino cambio di regime occorso a Kiev dopo le manifestazioni di EuroMaidan, nel marzo 2014 hanno condotto alla sottrazione della Crimea all’Ucraina e la sua incorporazione nella Federazione Russa dopo una brevissima manovra militare di Mosca. Quest’evento, perno dell’intera trattazione del lavoro di ricerca, ha costituito un’enorme ferita nel quadro delle relazioni internazionali contemporanee fra Russia e Paesi occidentali, poiché questi ultimi non hanno riconosciuto la legittimità giuridica dell’operazione, applicando pesanti sanzioni nei confronti dei protagonisti della vicenda.
Per concludere, la tesi ha il compito di dimostrare la genesi dell’attuale centralità della Crimea all’interno delle dinamiche internazionali e di delineare gli aspetti di continuità etnico-strategici della penisola, originatisi nel corso dell’Ottocento e ancora oggi presenti nel contesto degli interessi geopolitici nell’area eurasiatica.
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