• responsabilità civile
• risk management
• assicurazione
• terapie avanzate
• biostampa
• bioprinting

Il presente elaborato si propone di analizzare il complesso fenomeno della biostampa tridimensionale per tentare, in primo luogo, un suo inquadramento giuridico e compiere poi un’analisi sistematica dei profili di responsabilità conseguenti al suo impiego. La biostampa, specifica branca delle biotecnologie, consente di creare tessuti bio-ingegnerizzati, a partire da materie prime biocompatibili, tramite un procedimento di stampa 3D. L'ingegneria tessutale può essere sfruttata per i test sui prodotti (cosmetici, in particolar modo), ma soprattutto rappresenta le nuove frontiere della medicina rigenerativa. I pochi studi del Parlamento Europeo propendono per la qualificazione giuridica della biostampa tra i cd. ATMPs, ai sensi del reg. UE n. 1394/ 2007: manca però un’adeguata considerazione delle complessità e particolarità della filiera di produzione. Per stampare un tessuto l'utente finale si interfaccia con la macchina, la materia prima, il software e altri componenti della “catena produttiva”. Questo rende il quadro molto complesso e evidenzia altresì le difficoltà di individuare le corrette condotte e le buone prassi di fabbricazione. L’analisi muove da una prospettiva di bilanciamento tra costi e benefici e opera un confronto con le regole di responsabilità civile (non solo extracontrattuale) al fine di comprendere quale soluzione possa essere la più appropriata per la biostampa, senza trascurare il confronto con specifiche proposte ad hoc avanzate per applicazioni delle nuove tecnologie, come la robotica, che presentano con la biostampa molti più punti in comune di quanto possa sembrare.