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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06212017-184917


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
FIASCONARO, ELISA
URN
etd-06212017-184917
Titolo
[18F]FDG-PET/TC nel carcinoma ovarico: focus su valore prognostico e valutazione della carcinosi peritoneale.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA NUCLEARE
Relatori
relatore Prof. Volterrani, Duccio
Parole chiave
  • carcinoma ovarico epiteliale
  • MTV
  • OS
  • PCI
  • TC con mdc
  • [18F] FDG PET/TC
Data inizio appello
07/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: il cancro ovarico è una delle cause principali di malignità ginecologica. Nella maggior parte delle pazienti questo tumore è diagnosticato quando si è già esteso oltre la pelvi; la forma localizzata è infatti di solito asintomatica e la sintomatologia fa la sua comparsa con la diffusione della malattia. Pertanto, la diagnosi precoce e accurata della malattia è importante per una prognosi migliore. Sebbene il tasso di risposta globale con la terapia primaria sia di circa l'80%, la maggioranza dei pazienti avrà una recidiva e morirà della malattia entro 5 anni dalla diagnosi. Alla luce dell'alta probabilità di ricaduta del tumore ovarico, sono stati utilizzati diversi approcci per rilevare, quanto più precocemente, le lesioni metastatiche ricorrenti dopo il trattamento primario chirurgico citoriduttivo seguito da chemioterapia.
Scopo dello studio: l’obiettivo dello studio riportato nella presente tesi è stato quello di valutare l'utilità e l'affidabilità della [18F]FDG-PET/TC nella conferma della ricorrenza di malattia, nella prognosi e nella gestione clinica; e nei casi in cui è stato possibile confrontare l’imaging medico-nucleare con quello radiologico convenzionale (TC con mdc).
Materiali e Metodi: sono state valutate 95 pazienti affette da carcinoma ovarico epiteliale, già sottoposte a trattamento primario citoriduttivo e chemioterapico, che avevano eseguito almeno un’indagine PET/TC con [18F]FDG presso il Centro Regionale di Medicina Nucleare della AOUP, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2016 (totale esami PET/TC: 281). La maggior parte delle pazienti disponevano già di un esame PET/TC antecedente alla data d’inizio dello studio. In diversi casi le pazienti avevano eseguito, inoltre, in vicinanza dello studio [18F]FDG PET/TC, una TC torace/addome e pelvi con mezzo di contrasto.
Risultati: Dal confronto tra i risultati della PET/TC e della TC con mdc (positivo, negativo) non è emersa un’associazione statisticamente significativa tra i risultati della PET/TC e la TC con mdc (K di Fleiss: NS). Per quanto concerne la prognosi (OS) la positività della PET/TC effettuata come prima valutazione in fase di restaging o post-chemioterapia, radioterapia e nel follow-up ha dimostrato una correlazione inversa statisticamente significativa con la sopravvivenza. La maggior parte delle immagini PET/TC considerate non sono state sottoposte a rilettura per l’analisi dei dati, eccetto 21 esami, ovvero le indagini PET/TC in cui si era rilevato la presenza di carcinosi peritoneale confermate da concomitante studio TC con mdc. Le lesioni ipermetaboliche evidenziate alla PET/TC sono state quantizzate mediante il calcolo del “metabolic tumor volume” (MTV) e per quanto riguarda le lesioni TC abbiamo calcolato Il “Peritoneal Cancer Index” (PCI) secondo il sistema di classificazione di Sugarbaker. Abbiamo osservato una correlazione lineare significativa tra i dati emersi dalle rispettive modalità d’imaging.
Conclusioni: La rilevazione e la precisa localizzazione delle lesioni ricorrenti è un compito importante, in quanto il risultato guida il management e la scelta di un appropriato approccio terapeutico, aiutando così a prolungare la sopravvivenza. Il ruolo della [18F] FDG PET/TC rispetto alle altre metodiche è tutt’ora sempre controverso, dalla nostra analisi si conferma un contributo importante nel restaging e nella valutazione post-terapia, in particolare nella localizzazione della malattia metastatica sovradiaframmatica e nell’individuazione della carcinosi peritoneale, nonostante alcune limitazioni. Per una migliore gestione di queste pazienti l’integrazione [18F]FDG-PET/TC con mdc costituisce, senz’altro, un’accurata modalità d’imaging nella valutazione della ricorrenza del cancro ovarico, riducendo la frequenza di interpretazioni equivoche osservate dalla sola PET/TC senza mezzo di contrasto.
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