Tesi etd-06212015-125237 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MONTEMAGGI, PAOLO
URN
etd-06212015-125237
Titolo
Utilizzo di tecniche chirurgiche mininvasive nel trattamento delle metastasi ossee: revisione della letteratura e nostra esperienza
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Lisanti, Michele
Parole chiave
- elettrochemioterapia
- elettroporazione
- metastasi ossee
- tecniche mininvasive
Data inizio appello
21/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le tecniche mini-invasive percutanee grazie alla loro capacità di determinare una rapida riduzione del dolore sono un valido trattamento alternativo alle metodiche convenzionali, anche nel trattamento delle metastasi ossee.
I pazienti che fino a pochi anni fa venivano esclusi dalla chirurgia in quanto affetti da lesioni metastatiche che non erano a rischio di frattura o in zone non portanti dello scheletro assile o peduncolare possono rientrare, oggi, nel trattamento mini-invasivo.
Il trattamento mini-invasivo delle metastasi ossee, nonostante sia descritto in letteratura da oltre un decennio, sta osservando, solo da poco, un vero sviluppo sia quantitativo, sia qualitativo
L’intento iniziale di ottenere una palliazione del dolore delle lesioni sintomatiche, che ha guidato i primi trattamenti, sta lentamente cedendo il posto alla possibilità di trattare tali lesioni per ottenere una ablazione completa del tumore sostituibile alla chirurgia tradizionale. In particolare su metastasi ossee difficilmente aggredibili sia per sede, come la zona acetabolare, sia per qualità delle metastasi, come le lesioni ipervascolarizzate da carcinoma tiroideo o renale, l’utilizzo di una tecnica percutanea minimizza i rischi chirurgici e consente di ottenere una necrosi del tessuto tumorale che può essere considerata equivalente all’intervento chirurgico di rimozione.
In casi selezionati, inoltre, l’associazione tra una tecnica ablativa come la radiofrequenza e una ricostruttiva come la cementoplastica consente non solo di ottenere una necrosi del tessuto ma anche di restituire in tempi immediati una stabilità meccanica al segmento colpito, evitando chirurgie complesse e impegnative per il paziente.
Le metodiche mini-invasive percutanee hanno come finalità la distruzione con mezzi fisici della lesione tumorale, allo scopo di diminuirne la sintomatologia e di rallentarne la progressione. Si tratta di metodiche inizialmente sviluppate per il trattamento di lesioni benigne, ma che hanno dimostrato la loro efficacia anche nella malattia metastatica ossea per il controllo palliativo della sintomatologia algica in aggiunta ai trattamenti principali medici, radioterapici e chirurgici. Queste tecniche possono essere associate alle terapie sistemiche (chemioterapia, terapie ormonali e biologiche), all’uso dei difosfonati (detti anche bifosfonati), del denosumab, alla radioterapia ed alla terapia del dolore, per il controllo del dolore osseo metastatico.
In questo lavoro, dopo aver fatto una panoramica sulle varie tecniche adottate, sul loro avanzamento tecnologico, sulle indicazioni di ciascuna metodologia, si è fatto un approfondimento della elettrochemioterapia. Tale tecnica, applicata per la prima volta negli anni ’90, si sta dimostrando una terapia antitumorale mininvasiva tra le più sicure ed efficaci. Dopo aver analizzato a fondo il principio fisico della ECT, si sono viste le molteplici indicazioni e alcune controindicazioni, andando infine ad approfondire lo stato dell’applicazione di questa metodologia alle metastasi ossee. In ultimo, si è descritto la prima applicazione clinica, eseguita all’Università di Pisa, presso il Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia I, relativa alla cura con ECT di una metastasi su branca ileo-pubica destra da carcinoma tiroideo.
I pazienti che fino a pochi anni fa venivano esclusi dalla chirurgia in quanto affetti da lesioni metastatiche che non erano a rischio di frattura o in zone non portanti dello scheletro assile o peduncolare possono rientrare, oggi, nel trattamento mini-invasivo.
Il trattamento mini-invasivo delle metastasi ossee, nonostante sia descritto in letteratura da oltre un decennio, sta osservando, solo da poco, un vero sviluppo sia quantitativo, sia qualitativo
L’intento iniziale di ottenere una palliazione del dolore delle lesioni sintomatiche, che ha guidato i primi trattamenti, sta lentamente cedendo il posto alla possibilità di trattare tali lesioni per ottenere una ablazione completa del tumore sostituibile alla chirurgia tradizionale. In particolare su metastasi ossee difficilmente aggredibili sia per sede, come la zona acetabolare, sia per qualità delle metastasi, come le lesioni ipervascolarizzate da carcinoma tiroideo o renale, l’utilizzo di una tecnica percutanea minimizza i rischi chirurgici e consente di ottenere una necrosi del tessuto tumorale che può essere considerata equivalente all’intervento chirurgico di rimozione.
In casi selezionati, inoltre, l’associazione tra una tecnica ablativa come la radiofrequenza e una ricostruttiva come la cementoplastica consente non solo di ottenere una necrosi del tessuto ma anche di restituire in tempi immediati una stabilità meccanica al segmento colpito, evitando chirurgie complesse e impegnative per il paziente.
Le metodiche mini-invasive percutanee hanno come finalità la distruzione con mezzi fisici della lesione tumorale, allo scopo di diminuirne la sintomatologia e di rallentarne la progressione. Si tratta di metodiche inizialmente sviluppate per il trattamento di lesioni benigne, ma che hanno dimostrato la loro efficacia anche nella malattia metastatica ossea per il controllo palliativo della sintomatologia algica in aggiunta ai trattamenti principali medici, radioterapici e chirurgici. Queste tecniche possono essere associate alle terapie sistemiche (chemioterapia, terapie ormonali e biologiche), all’uso dei difosfonati (detti anche bifosfonati), del denosumab, alla radioterapia ed alla terapia del dolore, per il controllo del dolore osseo metastatico.
In questo lavoro, dopo aver fatto una panoramica sulle varie tecniche adottate, sul loro avanzamento tecnologico, sulle indicazioni di ciascuna metodologia, si è fatto un approfondimento della elettrochemioterapia. Tale tecnica, applicata per la prima volta negli anni ’90, si sta dimostrando una terapia antitumorale mininvasiva tra le più sicure ed efficaci. Dopo aver analizzato a fondo il principio fisico della ECT, si sono viste le molteplici indicazioni e alcune controindicazioni, andando infine ad approfondire lo stato dell’applicazione di questa metodologia alle metastasi ossee. In ultimo, si è descritto la prima applicazione clinica, eseguita all’Università di Pisa, presso il Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia I, relativa alla cura con ECT di una metastasi su branca ileo-pubica destra da carcinoma tiroideo.
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