Tesi etd-06212011-172746 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SCOCCA, ILARIA
URN
etd-06212011-172746
Titolo
User Generated Content: YouTube
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
SISTEMI E PROGETTI DI COMUNICAZIONE
Relatori
relatore Dott.ssa Bracciale, Roberta
Parole chiave
- politics
- social media
- social web
- UGC
- User Generated Content
- video virali
- YouTube
- YouTubers
Data inizio appello
11/07/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2051
Riassunto
Con l’espressione “Web 2.0” si tende a indicare tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato grado di interazione tra il sito web e l’utente e tra gli stessi internauti. Attraverso piattaforme come YouTube, Facebook, Twitter, MySpace, Flickr e Wikipedia, i cosiddetti Social Media, tutti possono potenzialmente diventare creatori di contenuti digitali senza dover possedere particolari abilità tecniche.
Numerosi organismi europei e americani, come l’Eurostat, l’Istat e il Pew Research Center, registrano cambiamenti nei modi in cui gli utenti accedono alla Rete e producono, distribuiscono e condividono informazioni.
Ultimamente YouTube è diventato uno dei più famosi e più interessanti casi di website basato su dinamiche di User Generated Content, ossia frutto di un insieme di materiali digitali creati da individui non professionisti e reso disponibile in Rete.
Una sua analisi più approfondita risulta importante per la comprensione delle relazioni che si instaurano tra produttori e contenuti stessi, dato che al suo interno convivono e partecipano soggetti diversi: dai grandi conglomerati mediatici, proprietari di copyright, alle piccole imprese in cerca di un modo alternativo di raggiungere pubblici di massa per trasmettere in maniera capillare i propri contenuti; dalle istituzioni culturali e politiche agli artisti musicali e cinematografici agli utenti amatoriali in parte creatori di video, in parte distributori e in parte intrattenitori (gli YouTubers).
Molti studiosi hanno tentato di proporre classificazioni della piattaforma più ibrida della Rete, non senza difficoltà.
YouTube riesce, infatti, a sfuggire qualsiasi tentativo di definizione avanzata e perentoriamente classificatoria: c’è chi lo percepisce come un semplice archivio digitale di contenuti, chi come una vera e propria memoria storica di filmati da poter consultare ogni qualvolta se ne abbia voglia, chi ancora come un mezzo efficace per l’auto-rappresentazione online, chi infine come uno strumento utile per raggiungere una popolarità attraverso i media mainstream.
Anche la politica ha compreso, e lo sta forse tuttora facendo, le opportunità comunicative offerte da YouTube.
Da un lato, la vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali americane del 2008 ha completamente innovato l’utilizzo di questa piattaforma all’interno della comunicazione politica internazionale, dall’altro è aumentata la partecipazione degli YouTubers nelle dinamiche di creazione e diffusione di video di contenuto satirico-umoristico.
Come non ricordare, in Italia, le produzioni realizzate da “Tolleranza Zoro”, “Inception Berlusconi”, “Lost in Berlusconi” e “Sora Cesira”, che, con le loro creazioni, hanno tentato di sottolineare eventi importanti nella storia istituzionale italiana e di stimolare la discussione e la riflessione attraverso un approccio innovativo al dibattito politico.
Numerosi organismi europei e americani, come l’Eurostat, l’Istat e il Pew Research Center, registrano cambiamenti nei modi in cui gli utenti accedono alla Rete e producono, distribuiscono e condividono informazioni.
Ultimamente YouTube è diventato uno dei più famosi e più interessanti casi di website basato su dinamiche di User Generated Content, ossia frutto di un insieme di materiali digitali creati da individui non professionisti e reso disponibile in Rete.
Una sua analisi più approfondita risulta importante per la comprensione delle relazioni che si instaurano tra produttori e contenuti stessi, dato che al suo interno convivono e partecipano soggetti diversi: dai grandi conglomerati mediatici, proprietari di copyright, alle piccole imprese in cerca di un modo alternativo di raggiungere pubblici di massa per trasmettere in maniera capillare i propri contenuti; dalle istituzioni culturali e politiche agli artisti musicali e cinematografici agli utenti amatoriali in parte creatori di video, in parte distributori e in parte intrattenitori (gli YouTubers).
Molti studiosi hanno tentato di proporre classificazioni della piattaforma più ibrida della Rete, non senza difficoltà.
YouTube riesce, infatti, a sfuggire qualsiasi tentativo di definizione avanzata e perentoriamente classificatoria: c’è chi lo percepisce come un semplice archivio digitale di contenuti, chi come una vera e propria memoria storica di filmati da poter consultare ogni qualvolta se ne abbia voglia, chi ancora come un mezzo efficace per l’auto-rappresentazione online, chi infine come uno strumento utile per raggiungere una popolarità attraverso i media mainstream.
Anche la politica ha compreso, e lo sta forse tuttora facendo, le opportunità comunicative offerte da YouTube.
Da un lato, la vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali americane del 2008 ha completamente innovato l’utilizzo di questa piattaforma all’interno della comunicazione politica internazionale, dall’altro è aumentata la partecipazione degli YouTubers nelle dinamiche di creazione e diffusione di video di contenuto satirico-umoristico.
Come non ricordare, in Italia, le produzioni realizzate da “Tolleranza Zoro”, “Inception Berlusconi”, “Lost in Berlusconi” e “Sora Cesira”, che, con le loro creazioni, hanno tentato di sottolineare eventi importanti nella storia istituzionale italiana e di stimolare la discussione e la riflessione attraverso un approccio innovativo al dibattito politico.
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