Tesi etd-06202023-110340 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GAMBINA, LUCA
URN
etd-06202023-110340
Titolo
LA DISLESSIA: PROFILI NORMATIVI, SOCIO-CULTURALI E PRATICHE DI RICONOSCIMENTO
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
Relatori
relatore Stradella, Elettra
Parole chiave
- aggiustamento- ajusted
- discriminazione- discrimination
- dislessia- dyslexia
- disturbo- disorder
- etichettamento- labeling
- neurodiversità- neurodiversity
Data inizio appello
06/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/07/2093
Riassunto
Il presente lavoro si propone di riflettere sull’applicazione, gli effetti e la valenza della legge italiana dell’8 ottobre 2010 n. 170 dal titolo Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico (e per estensione universitario), introdotte al fine di tutelare i diritti degli studenti dislessici, disgrafici, disortografici, discalculici.
La tesi si caratterizza per il taglio multidisciplinare dei quattro capitoli in cui è articolata, che pur partendo da studi scientifici e culturali diversi, dalla neurologia alla psicologia cognitiva, dalla sociolinguistica alla pedagogia, dall’antropologia al diritto si concludono tutti con una stessa proposta di aggiustamento (ajusted) normativo: quella di sostituire il termine “disturbo” con “diversità” e di consegua di attribuire un diverso significato all’acronimo DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento). Si tratta di un cambio di paradigma importante per il riconoscimento delle neurodiversità. La dislessia non è, infatti, un deficit, una malattia o un disturbo, ma è un dono che arricchisce l’umanità di stili cognitivi, soprattutto in termini di creatività.
Dalla tesi emerge che la scuola e l’università italiane, nonostante le buone intenzioni legislativo- pedagogiche e nonostante siano tra le migliori istituzioni di cui fruiamo nella nostra società, non sono sempre state né sono per tutti gli studenti dislessici dei luoghi di sviluppo delle loro risorse cognitive e di benessere psico- sociale funzionali al successo formativo. A tal fine, sarebbero necessarie delle Direttive europee in merito, come si coglie dalla breve comparazione legislativa tra i diversi Paesi dell’Unione.
Obiettivo del presente lavoro è anche quello di mettere i soggetti dislessici nelle condizioni di poter aspirare ad una buona qualità della vita, secondo l’indice di sviluppo umano.
La tesi si caratterizza per il taglio multidisciplinare dei quattro capitoli in cui è articolata, che pur partendo da studi scientifici e culturali diversi, dalla neurologia alla psicologia cognitiva, dalla sociolinguistica alla pedagogia, dall’antropologia al diritto si concludono tutti con una stessa proposta di aggiustamento (ajusted) normativo: quella di sostituire il termine “disturbo” con “diversità” e di consegua di attribuire un diverso significato all’acronimo DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento). Si tratta di un cambio di paradigma importante per il riconoscimento delle neurodiversità. La dislessia non è, infatti, un deficit, una malattia o un disturbo, ma è un dono che arricchisce l’umanità di stili cognitivi, soprattutto in termini di creatività.
Dalla tesi emerge che la scuola e l’università italiane, nonostante le buone intenzioni legislativo- pedagogiche e nonostante siano tra le migliori istituzioni di cui fruiamo nella nostra società, non sono sempre state né sono per tutti gli studenti dislessici dei luoghi di sviluppo delle loro risorse cognitive e di benessere psico- sociale funzionali al successo formativo. A tal fine, sarebbero necessarie delle Direttive europee in merito, come si coglie dalla breve comparazione legislativa tra i diversi Paesi dell’Unione.
Obiettivo del presente lavoro è anche quello di mettere i soggetti dislessici nelle condizioni di poter aspirare ad una buona qualità della vita, secondo l’indice di sviluppo umano.
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