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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06202023-090251


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BILANCI, GIOVANNI
URN
etd-06202023-090251
Titolo
La nascita dell'attivismo femminile in Siria. Il contributo di Nazik al-'Abid e della rivista "Nur al-Fayha"
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ORIENTALISTICA: EGITTO, VICINO E MEDIO ORIENTE
Relatori
relatore Prof. Marzano, Arturo
Parole chiave
  • studi di genere
  • storia delle donne
  • storia del Medio Oriente
  • Middle Eastern studies
  • gender studies
  • women's history
Data inizio appello
06/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/07/2093
Riassunto
La presente tesi prenderà in esame i principali articoli della rivista siriana Nur al-Fayha’, fondata nel 1919 a Damasco da una delle principali protagoniste del nascente attivismo femminile, Naziq al-‘Abid. Attraverso le pagine di uno dei più importanti giornali dell’epoca, dal quale nacque l’omonima associazione, verranno analizzati i temi e i dibattiti che animavano i circoli delle prime attiviste siriane. I rapporti con il mondo del lavoro e con la politica, le riflessioni sul nazionalismo arabo, sul colonialismo e sul settarismo religioso stavano diventando questioni sempre più cruciali per la società siriana. Nur al-Fayha’ rappresentò una voce autorevole e originale che approfondì e sviluppò in modo inedito le tematiche centrali del dibattito politico dell’epoca. Con queste pagine tradotte si tenterà di ripercorrere la storia e la nascita del movimento femminile in Siria, il modo in cui si sviluppò e operò, analizzando la transizione politica che vide la fine del regno pan-arabo di re Faysal (1918-1920) e l’inizio del mandato coloniale francese. Verrà considerata anche la prospettiva internazionale, con la quale verranno evidenziati i rapporti che c’erano con le attiviste delle altre regioni post-ottomane (Egitto, Iraq, Balcani). Gli scambi di idee e di esperienze, attraverso i primi giornali femminili del Medio Oriente e i primi congressi internazionali, contribuirono a stimolare nuove forme di emancipazione.
Nel corso della prima metà del XX secolo, la regione della Grande Siria (attuali Siria, Libano, Israele e i Territori Palestinesi Occupati) fu attraversata da una serie di cambiamenti che mutarono radicalmente l’ordine politico, sociale ed economico. Questi sconvolgimenti iniziarono con la caduta dell’Impero Ottomano, proseguirono con il regno di re Faysal e culminarono nel mandato coloniale francese. Durante queste fasi le attiviste siriane cercarono progressivamente di ritagliarsi nuovi spazi, prima con contributi intellettuali individuali che arricchirono la letteratura della Nahda, poi con la formazione graduale di un vero e proprio movimento. In seguito, queste donne si rapportarono sempre di più con il movimento nazionalista arabo e con altre forze progressiste, tra le quali il Partito Comunista. Nonostante ciò, la retorica civilizzatrice e paternalistica usata dalla Francia coloniale, attraverso dibattiti parlamentari e stampa, descriveva la Siria e i siriani come una società incapace di autogovernarsi. Anche le donne siriane furono infatti al centro della propaganda per giustificare e consolidare il sistema mandatario. La situazione della Siria rispecchiava la narrazione coloniale, o le autorità francesi agirono come una forza regressiva? La presente tesi tenta di rispondere a questa domanda, analizzando le varie modalità con le quali le attiviste siriane hanno reagito ai cambiamenti, come si sono organizzate e come hanno contribuito alla ricerca e alla sperimentazione di nuove forme di inclusività.
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