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La tesi indaga l’evoluzione della prospettiva italiana sul conflitto Nord-Sud tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta, con particolare riferimento alle problematiche aperte dal progetto del Nuovo Ordine Economico Internazionale (NIEO). Il lavoro considera il NIEO nel suo duplice significato di Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1974 e di ampio dibattito politico e culturale che attirò l’interesse internazionale rispetto alla promozione di nuovi rapporti economici globali.
Lo studio si articola in due parti, dedicate rispettivamente, da un lato, all’approfondimento del progetto del NIEO e del percorso che portò alla sua elaborazione e, dall’altro, alle modalità in cui le questioni poste da tali processi trovarono uno spazio all’interno del dibattito politico italiano.
Prendendo le mosse dalle prime forme di organizzazione della solidarietà afroasiatica, una prima parte del lavoro ripercorre le principali tradizioni che contribuirono al delinearsi di una cultura economica della decolonizzazione lungo l’arco di tempo compreso tra la Conferenza di Bandung e la Sesta Sessione Speciale delle Nazioni Unite.
La seconda parte dello studio si sviluppa in tre capitoli che ricostruiscono le prospettive italiane sul NIEO tenendo in considerazione, parallelamente, l’avanzamento del confronto politico interno e la posizione espressa dall’Italia nelle sedi internazionali. Muovendo dai primi confronti parlamentari sull’UNCTAD del 1968 fino ai dibattiti attorno alla Convenzione di Lomé del 1976, il tratto unificante dei tre capitoli è il tentativo di osservare il modo di operare delle specificità del contesto interno nel modellare gli sguardi italiani sulle relazioni Nord-Sud.