Tesi etd-06202019-234743 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CASTAGNOLA, DAVIDE
URN
etd-06202019-234743
Titolo
Archiviazione e digitalizzazione del patrimonio Cerratelli: dalla conservazione al monitoraggio, dal restauro alla valorizzazione, dallo studio alla gestione
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Maffei, Sonia
Parole chiave
- archiviazione
- digitalizzazione
- Fondazione Cerratelli
- patrimonio Cerratelli
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2089
Riassunto
Archiviazione e digitalizzazione del patrimonio Cerratelli:
dalla conservazione al monitoraggio, dal restauro alla valorizzazione dallo studio alla gestione
Il mio elaborato finale è il frutto del percorso di lavoro e studio dal 2013 a oggi all’interno della Fondazione Cerratelli, in questi anni grazie ai preziosi insegnamenti della Presidente Floridia Benedettini ho avuto modo di scoprire quale sia, almeno in parte, la vera potenzialità di questa collezione.
La ricchezza dell’archivio Cerratelli va oltre i 30.000 costumi storici e di scena, realizzati dalla casa d’arte fiorentina, ma ha radici profonde: nei registri contabili per esempio, che raccolgono pedissequamente tutti noleggi dal 1914 al 1992, anno di chiusura della Casa d’Arte Cerratelli, i numerosi manoscritti, le lettere, le fatture fanno risalire l’origine della sartoria fino al 1800 alla Sartoria Teatrale di Oreste Aliandri, che verrà rilevata con tutto il suo patrimonio cartaceo, di costumi e di modelli appunto da Arturo Cerratelli nel 1914.
Senza mai fermarsi nemmeno durante i due conflitti mondiali Cerratelli riesci ad ottenere importanti riconoscimenti, dall’essere fornitore per i regi teatri fino ad esportare i propri costumi in tutto il mondo: dal Teatro Colón di Buenos Aires alla Metropolitan Opera House di New York e ancora dal Teatro Reale del Cairo ai Grandi teatri dell’U.R.S.S.
Il tesoro di questo archivio è il tramandarsi del lavoro da una generazione all’altra, delle tecniche di tintura e realizzazione, attraverso i cartamodelli storici che nel tempo sono stati conservati e ripetuti per ricreare vere proprie riproduzioni d’epoca.
Tra le numerose personalità che hanno frequentato assiduamente la Casa d’Arte Cerratelli possiamo citare alcuni artisti che all’epoca, avevano un forte legame con la famiglia, come Franco Zeffirelli, Eduardo De Filippo, Mauro Bolognini e persino il VII° Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini.
Curioso il fatto che la sede della principale sartoria fosse in Borgo Pinti, in quella che fu la Bottega di un maestro indiscusso dell’arte, Jean de Boulogne (Giambologna); un luogo dove Eduardo De Filippo amava prendere il caffè durante i suoi soggiorni fiorentini e dove i maestri della pittura del XX sec. creavano con i sarti veri e propri costumi d’artista, che immergevano lo spettatore all’interno di un tableau vivant.
Tra gli artisti che collaborarono con la sartoria abbiamo giganti come: Giorgio de Chirico (I Puritani, 1933), Gino Carlo Sensani (L’incoronazione di Poppea, 1937), Umberto Brunelleschi (Turandot, 1940) e Alberto Savinio (Armida, 1952) i quali lavorarono alla realizzazione di quelle maestose messinscena che imposero il neonato Festival del Maggio Musicale Fiorentino nel pantheon mondiale dei Teatri d’Opera. Poche ma significative le tracce cartacee di questi artisti all’interno dell’Archivio Cerratelli sopravvissute all’alluvione dell’Arno del 1966, tra cui alcuni esemplari di bozzetti, i modelli, tutti i registri e alcuni scritti storici.
La tesi sarà incentrata sull’archiviazione e digitalizzazione dei bozzetti dei maestri dell’arte presenti all’interno della collezione della Casa d’Arte Cerratelli. Grazie al preziosissimo contributo e alla guida della Professoressa Sonia Maffei verrà creato un archivio utilizzando WordPress.
Grazie alla garanzia di Floridia Benedettini e l’indicibile generosità con cui la famiglia Cerratelli mi ha aperto le porte di casa ho avuto modo di studiare e digitalizzare quelle tracce di vita lavorativa e familiare, segni indelebili di una vita dedicata all’arte. Così ho potuto toccare con mano bozzetti disegnati da: Corrado Cagli, Gino Carlo Sensani, Emanuele Luzzati, Mino Maccari, Anna Anni, Nicola Benois e altri, fino ad arrivare a due serie complete di bozzetti risalenti alla seconda metà del 1800 attribuibili a Stefano Fioretti, costumista attivo a Firenze nella seconda metà del XIX sec.
Il mio elaborato finale sarà l’inizio della costruzione di un Archivio Storico della Casa d’Arte Cerratelli, un tesoro non solo di costumi ma una vera propria arca dei saperi artigiani e dello spettacolo. Partendo dai registri, dai documenti e dai bozzetti per ricostruire le performance, collegandole ai costumi, ai programmi di sala, fino anche alle riproduzioni audio originali.
Per focalizzare meglio e mostrare un “ciclo completo” di quello che vuole essere il progetto ho deciso di focalizzarmi sul Giasone di Francesco Cavalli che andò in scena nel 1972 a Genova, i cui costumi e scene furono disegnati da Mino Maccari.
Attraverso l’archiviazione digitale dei registri si può partire per l’inserimento delle immagini, dei bozzetti, dei costumi e dei documenti e tutto il materiale per un processo di schedatura e digitalizzazione della collezione, che vuole essere un punto di incontro tra diverse discipline e diversi saperi.
La maggior parte dei bozzetti presenti all’interno dell’elaborato infatti è inedita e direttamente arrivata dagli archivi personali della famiglia Cerratelli che mi ha dato l’opportunità di poterli studiare e poterli digitalizzare, come collegamento diretto tra l’idea dell’artista e la realizzazione del costumista.
Il progetto è patrocinato e fortemente voluto dall’amministrazione della Fondazione Cerratelli è un punto di partenza per dimostrare come l’archivio Cerratelli abbia dentro di sé un enorme patrimonio di valenza artistica, linguistica e sociale.
dalla conservazione al monitoraggio, dal restauro alla valorizzazione dallo studio alla gestione
Il mio elaborato finale è il frutto del percorso di lavoro e studio dal 2013 a oggi all’interno della Fondazione Cerratelli, in questi anni grazie ai preziosi insegnamenti della Presidente Floridia Benedettini ho avuto modo di scoprire quale sia, almeno in parte, la vera potenzialità di questa collezione.
La ricchezza dell’archivio Cerratelli va oltre i 30.000 costumi storici e di scena, realizzati dalla casa d’arte fiorentina, ma ha radici profonde: nei registri contabili per esempio, che raccolgono pedissequamente tutti noleggi dal 1914 al 1992, anno di chiusura della Casa d’Arte Cerratelli, i numerosi manoscritti, le lettere, le fatture fanno risalire l’origine della sartoria fino al 1800 alla Sartoria Teatrale di Oreste Aliandri, che verrà rilevata con tutto il suo patrimonio cartaceo, di costumi e di modelli appunto da Arturo Cerratelli nel 1914.
Senza mai fermarsi nemmeno durante i due conflitti mondiali Cerratelli riesci ad ottenere importanti riconoscimenti, dall’essere fornitore per i regi teatri fino ad esportare i propri costumi in tutto il mondo: dal Teatro Colón di Buenos Aires alla Metropolitan Opera House di New York e ancora dal Teatro Reale del Cairo ai Grandi teatri dell’U.R.S.S.
Il tesoro di questo archivio è il tramandarsi del lavoro da una generazione all’altra, delle tecniche di tintura e realizzazione, attraverso i cartamodelli storici che nel tempo sono stati conservati e ripetuti per ricreare vere proprie riproduzioni d’epoca.
Tra le numerose personalità che hanno frequentato assiduamente la Casa d’Arte Cerratelli possiamo citare alcuni artisti che all’epoca, avevano un forte legame con la famiglia, come Franco Zeffirelli, Eduardo De Filippo, Mauro Bolognini e persino il VII° Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini.
Curioso il fatto che la sede della principale sartoria fosse in Borgo Pinti, in quella che fu la Bottega di un maestro indiscusso dell’arte, Jean de Boulogne (Giambologna); un luogo dove Eduardo De Filippo amava prendere il caffè durante i suoi soggiorni fiorentini e dove i maestri della pittura del XX sec. creavano con i sarti veri e propri costumi d’artista, che immergevano lo spettatore all’interno di un tableau vivant.
Tra gli artisti che collaborarono con la sartoria abbiamo giganti come: Giorgio de Chirico (I Puritani, 1933), Gino Carlo Sensani (L’incoronazione di Poppea, 1937), Umberto Brunelleschi (Turandot, 1940) e Alberto Savinio (Armida, 1952) i quali lavorarono alla realizzazione di quelle maestose messinscena che imposero il neonato Festival del Maggio Musicale Fiorentino nel pantheon mondiale dei Teatri d’Opera. Poche ma significative le tracce cartacee di questi artisti all’interno dell’Archivio Cerratelli sopravvissute all’alluvione dell’Arno del 1966, tra cui alcuni esemplari di bozzetti, i modelli, tutti i registri e alcuni scritti storici.
La tesi sarà incentrata sull’archiviazione e digitalizzazione dei bozzetti dei maestri dell’arte presenti all’interno della collezione della Casa d’Arte Cerratelli. Grazie al preziosissimo contributo e alla guida della Professoressa Sonia Maffei verrà creato un archivio utilizzando WordPress.
Grazie alla garanzia di Floridia Benedettini e l’indicibile generosità con cui la famiglia Cerratelli mi ha aperto le porte di casa ho avuto modo di studiare e digitalizzare quelle tracce di vita lavorativa e familiare, segni indelebili di una vita dedicata all’arte. Così ho potuto toccare con mano bozzetti disegnati da: Corrado Cagli, Gino Carlo Sensani, Emanuele Luzzati, Mino Maccari, Anna Anni, Nicola Benois e altri, fino ad arrivare a due serie complete di bozzetti risalenti alla seconda metà del 1800 attribuibili a Stefano Fioretti, costumista attivo a Firenze nella seconda metà del XIX sec.
Il mio elaborato finale sarà l’inizio della costruzione di un Archivio Storico della Casa d’Arte Cerratelli, un tesoro non solo di costumi ma una vera propria arca dei saperi artigiani e dello spettacolo. Partendo dai registri, dai documenti e dai bozzetti per ricostruire le performance, collegandole ai costumi, ai programmi di sala, fino anche alle riproduzioni audio originali.
Per focalizzare meglio e mostrare un “ciclo completo” di quello che vuole essere il progetto ho deciso di focalizzarmi sul Giasone di Francesco Cavalli che andò in scena nel 1972 a Genova, i cui costumi e scene furono disegnati da Mino Maccari.
Attraverso l’archiviazione digitale dei registri si può partire per l’inserimento delle immagini, dei bozzetti, dei costumi e dei documenti e tutto il materiale per un processo di schedatura e digitalizzazione della collezione, che vuole essere un punto di incontro tra diverse discipline e diversi saperi.
La maggior parte dei bozzetti presenti all’interno dell’elaborato infatti è inedita e direttamente arrivata dagli archivi personali della famiglia Cerratelli che mi ha dato l’opportunità di poterli studiare e poterli digitalizzare, come collegamento diretto tra l’idea dell’artista e la realizzazione del costumista.
Il progetto è patrocinato e fortemente voluto dall’amministrazione della Fondazione Cerratelli è un punto di partenza per dimostrare come l’archivio Cerratelli abbia dentro di sé un enorme patrimonio di valenza artistica, linguistica e sociale.
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