Tesi etd-06202018-223531 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANTINI, MARTINA
URN
etd-06202018-223531
Titolo
Vitamina D e obesità
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof. Tuccinardi, Tiziano
Parole chiave
- integrazione
- ipovitaminosi D
- obesità
Data inizio appello
11/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2088
Riassunto
L’ipovitaminosi D rappresenta un problema di salute pubblica a livello mondiale, così come l’obesità e il sovrappeso: è stato visto che queste situazioni cliniche non sono così lontane le une dalle altre. L'accumulo di grasso svolge un ruolo importante nello sviluppo del basso livello di vitamina D rispetto ad altri componenti del corpo, pertanto, stimare quest’ultimo potrebbe essere clinicamente rilevante per identificare gli individui con alto rischio di un basso livello di vitamina D. C'è una preoccupazione universale in termini di assunzione di vitamina D, e questa varia da paese a paese, a seconda degli effetti combinati di diversi fattori tra cui l’alimentazione, la posizione geografica, l’esposizione ai raggi UVB, l’ inquinamento e le abitudini solari. Negli ultimi anni i cambiamenti sfavorevoli nello stile di vita tradizionale mediterraneo (riduzione dell’ attività fisica svolta all’aperto, abbigliamento, smog, ecc.) potrebbero aver reso difficile un'adeguata assunzione di vitamine e minerali. Nonostante l'esposizione sensibile alla luce solare rimanga il migliore, il più economico e il modo più sicuro per ottenere vitamina D3, i programmi di fortificazione alimentare rappresentano un approccio logico per risolvere l’epidemia globale di questa carenza vitaminica. Il mio lavoro di tesi ha analizzato la possibile influenza reciproca tra questi due fattori, ipovitaminosi D e obesità, in particolare è stato approfondito come:
- il BMI sia correlato negativamente alle concentrazioni sieriche di 25 (OH) D e se quindi possa essere usato come efficace predittore dello stato di vitamina D indipendentemente dall'età e dalla stagione.
- la concentrazione sierica di 25 (OH) D sia associata a misure antropometriche tenendo conto dell’adiposità
- la concentrazione sierica di 25 (OH) D sia correlata più strettamente con il tessuto adiposo viscerale rispetto a quello sottocutaneo
- i bassi livelli sierici di vitamina D siano associati, anche nei giovani, a insulino-resistenza e fattori di rischio cardiometabolici.
I vari studi hanno fornito chiare indicazioni di come l’obesità sia un fattore di rischio per la carenza di vitamina D e come l’adiposità giochi un ruolo determinante per il livello sierico di 25(OH)D. L’associazione fra questi due fattori è complessa, i molteplici studi effettuati al fine di chiarire tale associazione non hanno fornito indicazioni univoche, tuttavia i possibili meccanismi fisiopatologici non escludono un’origine in realtà multifattoriale, sostenendo quindi, l’importanza in pazienti obesi di integrare la vitamina D. I nutrizionisti devono quindi affrontare con precisione gli aspetti che influenzando il basso livello di vitamina D nell'obesità e valutarne un eventuale supplemento.
- il BMI sia correlato negativamente alle concentrazioni sieriche di 25 (OH) D e se quindi possa essere usato come efficace predittore dello stato di vitamina D indipendentemente dall'età e dalla stagione.
- la concentrazione sierica di 25 (OH) D sia associata a misure antropometriche tenendo conto dell’adiposità
- la concentrazione sierica di 25 (OH) D sia correlata più strettamente con il tessuto adiposo viscerale rispetto a quello sottocutaneo
- i bassi livelli sierici di vitamina D siano associati, anche nei giovani, a insulino-resistenza e fattori di rischio cardiometabolici.
I vari studi hanno fornito chiare indicazioni di come l’obesità sia un fattore di rischio per la carenza di vitamina D e come l’adiposità giochi un ruolo determinante per il livello sierico di 25(OH)D. L’associazione fra questi due fattori è complessa, i molteplici studi effettuati al fine di chiarire tale associazione non hanno fornito indicazioni univoche, tuttavia i possibili meccanismi fisiopatologici non escludono un’origine in realtà multifattoriale, sostenendo quindi, l’importanza in pazienti obesi di integrare la vitamina D. I nutrizionisti devono quindi affrontare con precisione gli aspetti che influenzando il basso livello di vitamina D nell'obesità e valutarne un eventuale supplemento.
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