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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06202016-094834


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DE FEO, GIULIA
URN
etd-06202016-094834
Titolo
Studio retrospettivo su 33 casi di IMHA primaria del cane: caratteristiche clinico-patologiche, follow-up e tempi di sopravvivenza
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Lubas, George
correlatore Dott.ssa Gavazza, Alessandra
Parole chiave
  • anemia emolitica immunomediata
  • cane
  • dog
  • follow-up
  • immune-mediated hemolytic anemia
  • immunosuppressive therapy
  • retrospective study
  • studio retrospettivo
  • terapia immunosoppressiva
Data inizio appello
06/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background: L’anemia emolitica immunomediata primaria (pIMHA) è la malattia immunoematologica più comune del cane, rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica ed è caratterizzata da tassi di mortalità elevati soprattutto nelle prime due settimane dall’esordio. Attualmente, sono solo pochi gli indicatori prognostici che sono stati riconosciuti costantemente in diversi studi.
Obiettivi: Questo studio retrospettivo ha indagato l’influenza della terapia impostata dai veterinari referenti sulle caratteristiche clinico-patologiche, sulla gravità della malattia al momento della presentazione, sul follow-up e sulla sopravvivenza. Inoltre, ha analizzato la correlazione dei punteggi di gravità della IMHA (CHAOS e Tokyo) e dei principali fattori prognostici già segnalati in letteratura con l’esito della malattia.
Materiali e metodi: Sono stati inclusi 33 casi di pIMHA, presentati tra febbraio 2010 e febbraio 2016, e sono stati raccolte informazioni circa il segnalamento, l’anamnesi, gli esami di laboratorio e la terapia immunosoppressiva ricevuta. La popolazione è stata suddivisa in due gruppi (16 pazienti presentati con una terapia immunosoppressiva già avviata e 17 pazienti non trattati), che sono stati comparati statisticamente.
Risultati: I due gruppi sono risultati statisticamente diversi per: conta piastrinica (P=0,002), proteine totali (P=0,025), globuline (P=0,002), proteina C reattiva (P=0,003), fosfatasi alcalina (P=0,010), lattato deidrogenasi (P=0,028), pigmenturia (P=0,0003) e bilirubinuria (P=0,041). Il sistema CHAOS si è rivelato predittivo dell’esito a 30 e 120 giorni, mentre per il sistema Tokyo non è stata riscontrata alcuna correlazione con la prognosi. Le alterazioni clinico-patologiche che hanno mostrato una correlazione con la prognosi sono state la trombocitopenia (<150x109/L), l’iperbilirubinemia (>1,5 mg/dL), la concentrazione di urea >55 mg/dL e il riscontro di un numero di eritrociti nucleati ≥ 30/100 WBC.
Conclusioni: La terapia immunosoppressiva messa in atto dai veterinari referenti può attenuare o mascherare alcune caratteristiche clinico-patologiche tipiche della malattia, perciò è fondamentale considerare questo fattore anamnestico nell’inquadramento del caso. Il presente studio ha confermato quanto riportato in letteratura circa i protocolli terapeutici, i segni indicativi della risoluzione dell’emolisi e i tempi di sopravvivenza. Il riscontro di un numero elevato di eritrociti nucleati all’esame dello striscio ematico si è rivelato un fattore promettente nel monitoraggio della malattia e nella previsione dell’esito.
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