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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06202015-114644


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LAURICELLA, MARTINA
URN
etd-06202015-114644
Titolo
La neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione societaria: la fusione.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Dott. Zanotti, Nicolò
Parole chiave
  • neutralità fiscale
Data inizio appello
06/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La fusione di società è un'operazione a cui, ormai, gli operatori economici fanno largo utilizzo; scopo di questo elaborato è quello di darne una definizione, sotto il profilo civilistico, per poi analizzare la disciplina fiscale delle imposte dirette di cui all'art. 172 del Tuir e affrontare le principali problematiche fiscali ad essa connesse.
Il primo capitolo, al fine di dare una completa ed asaustiva definizione dell'operazione di fusione, analizza innanzitutto quelle che sono le finalità sottese all'operazione stessa: con il ricorso a tale "strumento" gli operatori perseguono l'obiettivo di effettuare una concentrazione con altre società accrescendo così le proprie dimensioni, la propria efficienza e riducendo, al tempo stesso, i costi di gestione e amministrativi; di conseguenza, spesso diventa uno strumento per affrontare anche la crisi in cui versa il nostro sistema economico.
La fusione, quale che sia la forma - propriamente detta piuttosto che per incorporazione, con tutte le diverse sfaccettature che quest'ultima può assumere - viene inserita all'interno delle operazioni straordinarie d'impresa proprio perchè si tratta di un'operazione che viene posta in essere al di fuori dell'ordinaria gestione d'impresa e che mira ad una vera e propria ristrutturazione aziendale.
Dopo aver definito il perimetro ed il quadro civilistico all'interno del quale si inserisce l'operazione, l'ultima parte di questo capitolo introduttivo tratta l'argomento da un punto di vista fiscale delineandone i principi cardini sui quali si basa fiscalmente la fusione - il principio di continuità dei valori fiscalmente riconosciuti e il principio di neutralità - e sottolineando il favor
che il legislatore tributario esprime nei confronti di tutte quelle fusioni, e in generale di tutte le operazioni straordinarie, che abbiano come unica finalità sottesa quella riorganizzativa.
Il secondo capitolo affronta il tema delle imposte dirette calando, nello specifico, il principio di neutralità alle differenze di fusione: sia gli avanzi che i disavanzi - da concambio o da annullamento - che risultano dalla fusione sono delle poste fiscalmente neutrali e, pertanto, non hanno alcun effetto sulla determinazione del reddito imponibile.
Inoltre, il subentro della società risultante dalla fusione o incorporante nelle posizioni delle società fuse o incorporate fa sì che venga dettata una disciplina ad hoc per la ricostituzione delle riserve, per il trattamento fiscale delle perdite con i relativi limiti dettati dal legislatore tributario e per la deducibilità degli interessi passivi; queste discipline sono oggetto di un'approfondita analisi nel prosieguo del secondo capitolo.
Infine, il terzo ed ultimo capitolo esamina le principali problematiche fiscali connesse all'operazione di fusione: dall'elusione fiscale che, spesso, è sottesa a tale operazione in quanto gli operatori economici cercano di conseguire dei vantaggi fiscali che vengono definiti indebiti dall'Amministrazione Finanziaria piuttosto che dei salti d'imposta; al trattamento delle participation exemption in merito alle partecipazioni che a seguito della fusione vengono annullate ovvero trasferite alla società incorporante o risultante dalla fusione; ancora, alla deducibilità degli interessi passivi nel particolare caso in cui viene posta in essere un'operazione di L.B.O dal momento che questa è caratterizzata da un ingente finanziamento che viene assunto al fine di acquisire la società target.
Altre problematiche si concentrano poi sulla disciplina del riporto delle perdite fiscali nel caso in cui le società che si fondono avevano precedentemente optato per la tassazione di gruppo, il cosiddetto consolidato nazionale e nel caso in cui la fusione avviene tra società che non risiedono nello stesso territorio dello Stato.
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