Tesi etd-06202013-023140 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GIANFREDA, DAVIDE
URN
etd-06202013-023140
Titolo
L'exercitio navis nel diritto romano
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Petrucci, Aldo
Parole chiave
- actio exercitoria
- actiones adiecticiae qualitatis
- exercitor
- ignorantia
- impresa di navigazione
- impresa di navigazione collettiva
- impresa di navigazione peculiare
- lex Rhodia
- locatio conductio
- magister navis
- receptum nautarum
- scientia
- voluntas
Data inizio appello
08/07/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Problematiche connesse all'esercizio dell'impresa di navigazione nel diritto romano.
“Ad summam rem publicam navium exercitio pertinet ”: l’esercizio di un’impresa di navigazione riguarda il sommo interesse della Repubblica . Emblematica la frase riportata da Ulpiano in chiusura di un noto frammento del commentario edittale: centrale doveva essere, nell’economia romana, il ruolo ricoperto dal commercio marittimo dal momento che assumeva rilevante interesse pubblico.
Più specificamente, nel corso dei secoli, la crescente necessità di approvvigionamento di un territorio che si ampliava sempre più, in conseguenza delle conquiste militari, rese il trasporto marittimo lo strumento fondamentale della circolazione delle persone e delle merci ed una delle principali fonti di ricchezza, specialmente in epoca imperiale. L’impresa di navigazione, di solito qualificata dalle fonti giuridiche come exercitio navis , si diffuse perché redditizia e per la rapidità delle sue attività, potendo strutturarsi secondo schemi organizzativi elastici ed articolati.
Data l’importanza strategica di questo settore, tra il II secolo a. C. e il III secolo d. C. potè consolidarsi, attorno ad esso, una disciplina speciale, in deroga al regime ordinario.
Questo l’oggetto principale della mia ricerca, che si svilupperà, attraverso l’analisi delle fonti, nel tentativo di illustrare le peculiarità di alcuni istituti tipici del diritto commerciale romano e, parallelamente, di mettere a fuoco alcune singolari connessioni tra lo stesso e il diritto civile moderno.
“Ad summam rem publicam navium exercitio pertinet ”: l’esercizio di un’impresa di navigazione riguarda il sommo interesse della Repubblica . Emblematica la frase riportata da Ulpiano in chiusura di un noto frammento del commentario edittale: centrale doveva essere, nell’economia romana, il ruolo ricoperto dal commercio marittimo dal momento che assumeva rilevante interesse pubblico.
Più specificamente, nel corso dei secoli, la crescente necessità di approvvigionamento di un territorio che si ampliava sempre più, in conseguenza delle conquiste militari, rese il trasporto marittimo lo strumento fondamentale della circolazione delle persone e delle merci ed una delle principali fonti di ricchezza, specialmente in epoca imperiale. L’impresa di navigazione, di solito qualificata dalle fonti giuridiche come exercitio navis , si diffuse perché redditizia e per la rapidità delle sue attività, potendo strutturarsi secondo schemi organizzativi elastici ed articolati.
Data l’importanza strategica di questo settore, tra il II secolo a. C. e il III secolo d. C. potè consolidarsi, attorno ad esso, una disciplina speciale, in deroga al regime ordinario.
Questo l’oggetto principale della mia ricerca, che si svilupperà, attraverso l’analisi delle fonti, nel tentativo di illustrare le peculiarità di alcuni istituti tipici del diritto commerciale romano e, parallelamente, di mettere a fuoco alcune singolari connessioni tra lo stesso e il diritto civile moderno.
File
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