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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06192024-184723


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MONETTI, RACHELE
URN
etd-06192024-184723
Titolo
Pattern di resistenza infettiva nei pazienti vittime di trauma maggiore; analisi epidemiologica e clinica.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Coccolini, Federico
Parole chiave
  • analisi epidemiologica e clinica
  • pattern di resistenza infettiva
  • vittime trauma maggiore
Data inizio appello
15/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2094
Riassunto
Introduzione: la gestione dei pazienti politraumatizzati rappresenta una sfida significativa a causa delle molteplici lesioni che coinvolgono diversi sistemi e organi. La fase iniziale di valutazione e stabilizzazione è cruciale, ma successivamente possono insorgere varie complicanze, tra cui le infezioni, che rappresentano una delle principali cause di mortalità tardiva. Tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo delle infezioni ritroviamo: l’età, obesità, ipoperfusione prolungata e la durata della degenza. I principali distretti colpiti sono il sistema respiratorio, in cui tra i principali microrganismi responsabili ritroviamo Staphlylococcus aureus e Enterobacteriaceae; le vie urinarie dovuto a E. coli, Enterococcus, Staphylococcus, Pseudomonas e funghi (Candida); le infezioni del flusso sanguigno dovuto a Staphylococcus aureus, stafilococchi coagulasi-negativi, Corynebacterium spp., Bacillus spp., Candida spp e le infezioni del sito chirurgico e intraddominali dovute a stafilococchi meticillino-resistenti, enterococchi vancomicina-resistenti, Enterobacterales, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii.
Materiali e metodi: lo studio è stato condotto utilizzando il registro traumi (o “trauma registry”) dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana - Trauma Center, raccolto in modo prospettico dall’istituzione del trauma center stesso e contenente dati demografici e clinici relativi al bilancio lesionale presentato dal paziente (comprensivo di score come l’AIs, l’ISS ecc) e l’evoluzione clinica. Da questo registro traumi sono stati estratti i pazienti che hanno sviluppato un’infezione presentando almeno un isolato batterico e/o fungino. Per ogni paziente sono stati raccolti le differenti tipologie di campioni da cui erano stati isolate specie microbiche (tra cui emoculture, bronco aspirati, tamponi da ferita e urinocolture). Una volta raccolte le specie microbiche isolate, sono state ottenute per ciascuna l’antibiogramma con valutazione di resistenze e sensibilità ai differenti antibiotici.
Risultati: i pazienti che hanno presentato un’infezione e almeno un isolato positivo sono risultati essere 75. Svariati pazienti avevano almeno un campione contaminato da almeno una specie microbica. Gli isolati risultati positivi sono stati pari a 234. Il microrganismo isolato con maggiore frequenza Acinetobacter baumannii (15.0%), seguito da Staphylococcus aureus (12,8%) e Pseudomonas aeruginosa (11,1%). Di seguito l’elaborazione dei dati ha messo in luce le classi di antibiotici in cui i microrganismi presentavano maggiore resistenza con focus sulle classi che presentavano una soglia di resistenza maggiore del 20%, osservando la presenza di 8 classi con soglia superiore tra cui: Amminoglicosidi (44%), B-Lattamici (61,5%), Carbapemeni (40,6%), Cefalosporine (47%), Penicilline (71,4%), Fluorochinoloni (56%), Fosfomicina (29,1%), Trimetroprim-Sulfametassazolo (34,2%). Infine, per ognuna di queste 8 classi sono state valutate le resistenze dei singoli microrganismi.
Conclusioni: questo studio ha permesso di mettere in luce importanti aspetti epidemiologici sulle tipologie di microrganismi e sui loro pattern di resistenza all’interno di una popolazione estremamente specifica e fragile quale quella dei politraumatizzati. Ha inoltre confermato la necessità di una gestione multidisciplinare dell’evoluzione clinica e della terapia antibiotica delle infezioni post-traumatiche, con un ruolo chiave giocato dal chirurgo del trauma. Futuri studi saranno necessari per approfondire tale argomento, di importanza cruciale data la correlazione tra le infezioni e la mortalità.
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