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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06192023-121649


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SIMONCINI, CHIARA
URN
etd-06192023-121649
Titolo
L'influenza dei traumi infantili sul vissuto della gravidanza.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof.ssa Smorti, Martina
Parole chiave
  • desiderio di gravidanza
  • depressione
  • attaccamento prenatale
  • pregnancy
  • childhood trauma
  • maternal distress
  • couple relationship
  • prenatal attachment
  • depression
  • desire for pregnancy
  • gravidanza
  • traumi infantili
  • disagio materno
  • relazione di coppia
Data inizio appello
20/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2093
Riassunto
Con la seguente tesi di laurea è stata indagata l’influenza dei traumi precoci sul vissuto attuale della gravidanza; in particolare, riconoscendo la gravidanza come un evento di vita stressante in grado di riattivare ricordi traumatici ed esacerbare disturbi psicopatologici, è stato approfondito l’effetto dei traumi precoci sul desiderio di gravidanza, sulla presenza e l’intensità dei sintomi depressivi, sulla qualità della relazione col nascituro(in termini di attaccamento prenatale) e sulla qualità della relazione di coppia.
Inoltre, un ulteriore obiettivo è stato quello di valutare se vi siano differenze nel vissuto della gravidanza tra donne a basso rischio (coloro che non presentano traumi), a medio rischio (donne che presentano da 1 a 2 traumi infantili) e donne ad alto rischio (3 o più traumi), nelle variabili prese in esame (desiderio della gravidanza, sintomi depressivi, attaccamento prenatale, qualità della relazione con il partner). La scelta di considerare la divisione dei gruppi in base al numero di traumi è stata fatta in accordo con la letteratura, che ha evidenziato come chi ha subito più di due traumi rischia quattro volte di più di sviluppare depressione in gravidanza (Robertson-Blackmore et al 2013). Alla luce di questa teoria, l’ipotesi iniziale dello studio era quella di riscontrare nel gruppo con tre traumi più sintomi depressivi, un peggiore attaccamento prenatale, minor desiderio di gravidanza e una relazione di coppia meno soddisfacente.
Per raggiungere tali obiettivi, è stato condotto uno studio su un campione di 134 donne incinte a basso rischio, nell’ultimo trimestre di gravidanza. Al campione è stato assegnato un questionario con i seguenti test: Adverse Childhood Experiences (ACEs) per valutare numero e tipologia di traumi infantili; London Measure of Unplanned Pregnancy (LMUP) per valutare il desiderio di gravidanza; Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) per valutare i sintomi depressivi; Maternal Antenatal Attachment Scale (MAAS) per valutare l’attaccamento prenatale; Romance Qualities Scale (RQS) per valutare la relazione di coppia.
Le analisi statistiche sono state condotte con l’ausilio del pacchetto statistico per le scienze sociali (SPSS). È stato eseguito il test della varianza univariata (ANOVA) per verificare se i tre gruppi (basso rischio, medio rischio, alto rischio) differissero nei livelli di qualità relazionali (bambino e coppia), sintomi depressivi e desiderio di gravidanza. Inoltre, è stato eseguito il test post hoc di Sheffe per verificare tra quali gruppi vi sono differenze.
Dai risultati ottenuti, seppur con dei limiti, è emerso che le donne con più di tre traumi sono positive per depressione prenatale e riportano una ridotta soddisfazione nella relazione di coppia rispetto agli altri due gruppi. Inoltre, è emerso che il numero di traumi condiziona anche il desiderio di gravidanza, che risulta maggiormente ambivalente. Nonostante questo, l’indice dell’attaccamento prenatale non appare diverso nei tre gruppi.
In conclusione, lo studio ha messo in evidenza l’importanza di considerare i traumi pregressi nelle gestanti per le implicazioni sul vissuto della gravidanza, sulla relazione con il feto, con il partner e per il rischio di riattivare e/o sviluppare nuovi traumi con il parto. Si auspicano studi futuri in cui si possa approfondire maggiormente la relazione di attaccamento prenatale, ma soprattutto la relazione con il figlio dopo il parto, così da valutare anche il vissuto post partum della donna.
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