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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06192020-093621


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
INGROSSO, GIANMARCO
URN
etd-06192020-093621
Titolo
Pattern di espressione dei marker ematici di stress ossidativo e infiammazione nella depressione dell'anziano
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Dell'Osso, Liliana
Parole chiave
  • biomarcatori
  • depressione
  • geriatria
  • infiammazione
  • sostanze antiossidanti
  • stress ossidativo
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2090
Riassunto

Introduzione: con il termine depressione si fa riferimento ad una serie di disturbi classificati nosograficamente in maniera separata, ma tutti caratterizzati dalla presenza di umore depresso; i più rilevanti dal punto di vista epidemiologico sono la depressione unipolare, quella bipolare e la distimia. La depressione è un disturbo psichiatrico piuttosto frequente, e pertanto costituisce un importante problema di salute pubblica. Questo disturbo mentale rappresenta una questione altrettanto rilevante nell’età anziana, a causa del fatto che non solo compromette l’indipendenza di questi soggetti, spesso già pregiudicata da comorbidità mediche preesistenti, ma si associa anche ad un peggioramento dell’outcome delle malattie somatiche concomitanti. La presenza di condizioni cliniche associate (soprattutto di carattere cardiologico e neurologico) è una delle caratteristiche tipiche della depressione dell’anziano, che si contraddistingue da quella che insorge in soggetti di età inferiore anche per la maggiore presenza di sintomi somatici e per il frequente riscontro di deficit cognitivi e mnestici che si sovrappongono al quadro clinico delle demenze.
Sia per la depressione dei soggetti anziani che per quella di individui più giovani, non è ancora stato possibile identificare un modello eziopatogenetico/fisiopatologico unico, o quanto meno sufficiente a delucidarne in maniera soddisfacente tutti gli aspetti. Le teorie che godono di maggiori evidenze scientifiche sono: la presenza di un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene; la teoria delle monoamine, che sostiene l’esistenza di uno squilibrio tra i livelli di neurotrasmettitori monoaminergici cerebrali, con ripercussioni sui fenomeni di neurogenesi e neuroplasticità; la teoria della neuroplasticità, che pone l’accento sulla compromissione dei processi di neurogenesi nell’ippocampo e in altre cortecce; la teoria citochinica, che evidenzia il ruolo deleterio di un’attivazione infiammatoria inadeguata sui fenomeni di neurotrasmissione cerebrale. Anche per lo stress ossidativo, una condizione caratterizzata da danno cellulare dovuto ad uno squilibrio tra le sostanze ossidanti (come i radicali liberi) e quelle antiossidanti (come gli enzimi di detossificazione del perossido d’idrogeno e dell’anione superossido), sono disponibili numerose evidenze in letteratura che ne hanno sottolineato il coinvolgimento nei meccanismi fisiopatologici dei disturbi depressivi, sia del giovane che dell’anziano. Stress ossidativo e infiammazione sono fenomeni biologici intimamente correlati, e anche l’alterazione del sistema del cortisolo è legata ai processi di attivazione immunitaria. Queste considerazioni, tenuto anche conto del fatto che le citochine proinfiammatorie sono capaci di modulare la neurotrasmissione e possono inibire la sintesi di serotonina a livello cerebrale, hanno portato all’elaborazione di un modello neuroimmunoendocrino della depressione, che si viene dunque a configurare come un disturbo sistemico, che interessa l’organismo a più livelli.
La letteratura scientifica che ha analizzato i fenomeni di stress ossidativo e attivazione immunitaria e infiammatoria nella depressione, ha evidenziato l’esistenza di marker biochimici correlati a tali meccanismi biologici in questo disturbo. I più importanti biomarcatori dei suddetti processi patologici sono rappresentati dagli enzimi che regolano lo stato ossidoriduttivo, quali la superossido dismutasi (SuperOxide Dismutase, SOD), la catalasi (Catalase, CAT) e la glutatione S-transferasi (Glutathione S-Transferase, GST), dagli indicatori di danno ossidativo, come i prodotti avanzati dell’ossidazione proteica (Advanced Products of Protein Oxidation, AOPP), e dall’IL-6 (Interleukin 6, Interleuchina 6), la citochina proinfiammatoria per la quale esistono le evidenze più solide e consistenti di coinvolgimento nella fisiopatologia della depressione.

Obiettivo: nonostante sia ben noto che sia la depressione che l’invecchiamento sono associati ai fenomeni di stress ossidativo e ad un’alterazione della risposta immunitaria e infiammatoria, il ruolo fisiopatologico dei processi di stress ossidativo è stato poco investigato nei pazienti depressi anziani. Il presente studio si è pertanto proposto di indagare i pattern di stress ossidativo e infiammazione in un campione di soggetti con età maggiore o uguale di 65 anni affetti da disturbo dell’umore, con una storia di episodi depressivi multipli e con attuale episodio depressivo maggiore, nonché in gruppo di soggetti con età maggiore di 65 anni non affetti da disturbi psichiatrici.

Metodi: sono stati misurati i livelli plasmatici di AOPP, CAT, del potere antiossidante basato sulla riduzione dello ione ferrico (Ferric Reducing Antioxidant Power, FRAP), dell’enzima GST, dell’IL-6, dell’enzima SOD, dei tioli totali plasmatici (Total Thiols, TT) e dell’acido urico (Uric Acid, UA) durante un episodio depressivo maggiore in 30 pazienti di età superiore o uguale a 65 anni con disturbi dell’umore (Depressed Patients, DP), nonché in 30 controlli sani di pari età (Healthy Controls, HC). I soggetti sono anche stati valutati con vari tipi di scale psicometriche: Hamilton Depression Rating Scale (HAM-D), Hamilton Rating Scale for Anxiety (HAM-A), Geriatric Depression Rating Scale (GDS), Scale for Suicide Ideation (SSI), Reason for Living Inventory (RFL), Activities of Daily Living (ADL) e l’Instrumental Activity of Daily Living (IADL).

Risultati: Per quanto concerne i punteggi ottenuti nelle scale psicometriche, come atteso i DP hanno totalizzato punteggi maggiori degli HC nei questionari che valutavano ansia, sintomi depressivi, suicidalità e compromissione dell’indipendenza nelle attività quotidiane, mentre gli HC hanno riportato score superiori nella scala RFL. Per quanto riguarda i parametri biochimici, i DP presentavano livelli maggiori di AOPP e IL-6 rispetto agli HC, mentre mostravano valori inferiori di FRAP, TT e CAT. Non è stato possibile rilevare, invece, alterazioni significative rispetto al gruppo di controllo dei livelli di UA, SOD e GST. Inoltre, nel gruppo dei DP è stato possibile riscontrare correlazioni specifiche tra i vari parametri biochimici analizzati, e tra gli analiti e le scale psicometriche. Più in particolare: l’attività della SOD si correlava positivamente con i livelli di UA e AOPP; i livelli di TT si correlavano negativamente a quelli di SOD e UA e ai punteggi ottenuti nelle scale GDS, HAM-A, e IADL, mentre i punteggi della GDS erano correlati positivamente con SOD, FRAP e UA; la concentrazione plasmatica di SOD si correlava positivamente con gli score del questionario IADL; i valori di IL-6 erano correlati positivamente con quelli del FRAP e negativamente con i livelli di CAT. Nella valutazione delle correlazioni tra i parametri biochimici e le scale di valutazione della suicidalità è stata riscontrata una correlazione positiva tra il punteggio della SSI e i parametri FRAP e SOD, mentre una correlazione negativa è stata rilevata tra FRAP e risultati della scala RFL, per la quale punteggi minori denotano maggiore tendenza alla suicidalità.

Conclusioni: I risultati di questo studio sembrano testimoniare la presenza nel gruppo dei DP di fenomeni di stress ossidativo e riduzione delle difese antiossidanti, con una compromissione che sembra essere maggiore per il sistema di clearance dell’acqua ossigenata rispetto a quello dell’anione superossido. Le correlazioni riscontrate parrebbero inoltre suggerire l’esistenza di mutui meccanismi di compenso tra i sistemi di difesa antiossidante plasmatici, con aumento compensatorio di alcuni indici di potere antiossidante a fronte della riduzione degli altri.
Globalmente, quindi, nei pazienti anziani con depressione sembra possibile riscontrare specifiche alterazioni del pattern ossidoriduttivo, che dovranno essere approfondite da parte di ulteriori studi in campioni più ampi e con disegno longitudinale.
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