Tesi etd-06192017-194756 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CUORVO, LUCIA VERONICA
URN
etd-06192017-194756
Titolo
UTILIZZO DELLA CITOMETRIA A FLUSSO NELLA DIAGNOSI DEI LINFOMI CUTANEI
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
PATOLOGIA CLINICA E BIOCHIMICA CLINICA
Relatori
relatore Prof. Paolicchi, Aldo
correlatore Dott.ssa Leonardi, Elena
correlatore Dott.ssa Leonardi, Elena
Parole chiave
- citometria a flusso
- linfomi cutanei
- supporto diagnostico
Data inizio appello
14/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
I linfomi cutanei (LC) sono malattie linfoproliferative che insorgono primitivamente sulla cute. Fino a dieci anni fa venivano classificati come malattie linfonodali, solo con le prime classificazioni si sono chiariti alcuni aspetti. Attualmente, l’ inquadramento clinico di queste lesioni si basa su una diagnosi di tipo integrato, avvalendosi di varie tecniche ancillari tra cui l’immunoistochimica, la citometria a flusso, la citogenetica e la biologia molecolare. Lo scopo di questa tesi è valutare l’utilità dell’analisi citofluorimetrica nella diagnosi dei linfomi cutanei. I LC sono neoplasie caratterizzate dallo sviluppo clonale di una popolazione di linfociti (di tipo B o di tipo T) primitivamente nella cute che deve essere distinta sia dalle lesioni secondarie a partenza extracutanea che dai cosiddetti pseudolinfomi che sono disordini linfoproliferativi di natura iperplastico-reattiva. La diagnosi differenziale tra queste lesioni può essere molto difficile per la grande varietà di aspetti clinici e di quadri istologici a volte molto sfumati. In particolare, vedremo l’applicazione della citometria a flusso (CFM) nella diagnosi dei disordini linfoproliferativi. Essa costituisce uno strumento indispensabile nel definire con estrema accuratezza l’immunofenotipo delle lesioni linfoproliferative. Nel nostro studio abbiamo esaminato mediante CFM 53 biopsie cutanee con sospetta diagnosi di linfoma contribuendo al raggiungimento di una diagnosi corretta. Come vedremo nello specifico la CFM si è rivelata un valido strumento ai fini diagnostici permettendoci in molti casi di identificare quote percentuali molto piccole di cellule atipiche non rilevabili né a livello istologico né a livello immunoistochimico consentendo al patologo di effettuare approfondimenti sul caso. Siamo arrivati alla conclusione che spesso la diagnosi è un puzzle il cui disegno si riconosce bene quanti più tasselli ci sono: la CFM è un tassello importantissimo che completa il quadro.
File
Nome file | Dimensione |
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Tesi_UTI...ultim.pdf | 82.20 Mb |
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