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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06192015-082536


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (6 anni)
Autore
MODESTI, MATTEO
URN
etd-06192015-082536
Titolo
Resezioni coliche in urgenza: un fattore critico per il rispetto dei criteri oncologici?
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
CHIRURGIA GENERALE
Relatori
relatore Prof. Chiarugi, Massimo
Parole chiave
  • urgenza
  • criteri oncologici
  • chirurgia colon
  • neoplasia colon
Data inizio appello
08/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Gli attuali criteri oncologici di resezione per i tumori del colon e del retto intraperitoneale comprendono la resezione en-bloc delle strutture e degli organi infiltrati, un adeguata estensione della resezione e dei margini liberi e la rimozione di un appropriato numero di linfonodi. La perfetta applicazione di tali linee guida può risultare difficile in condizioni d’urgenza dove l’attenzione del chirurgo è maggiormente rivolta a risolvere la complicanza che mette a repentaglio la vita del paziente. Lo scopo di questa tesi è di valutare se il rispetto dei criteri oncologici di resezione curativa rappresentino un fattore critico in regime d’urgenza. E’ stato costruito un database raccogliendo i dati di 576 pazienti presentatisi presso l’U.O di Chirurgia generale e d’urgenza, la SD Chirugia delle vie Biliari e l’U.O. Endocrinochirurgia tra Gennaio 2006 e Gennaio 2015 e sottoposti a resezione chirurgica per cancro del colon e del retto intraperitoneale. Di questi 123 sono stati esclusi perché sottoposti a resezione palliativa (M1); dei rimanenti 453, 362 (gruppo A) sono stati operati in elezione e 91 (gruppo B) sono stati operati in regime d’urgenza. I due gruppi sono stati comparati per stadio della neoplasia, lunghezza del pezzo operatorio, margine libero distale, linfonodi rimossi, mortalità e morbilità al fine di eseguire una valutazione prospettica dei risultati.
Il gruppo B tende ad avere uno stadio più alto di malattia (p=0,107) dovuto alla totale assenza di tumori in stadio 0/I e ad una maggiore prevalenza di tumori in stadio III/IV. In particolare questo sembra essere determinato da una maggiore invasività locale (T3-4: 96,7% vs 72,93%; p<0,0001). Il numero medio di linfonodi rimossi è maggiore in urgenza (medie 32(±20) vs 28(±14);p=0,11) e comunque superiore alla media descritta in letteratura. I due gruppi non differiscono statisticamente neanche per la lunghezza del margine libero distale (media 113 vs 100; p=0,35) che è comunque, anch’esso, maggiore in urgenza. Confrontato con il gruppo A, il gruppo B presenta maggiore mortalità (14,3% vs 1,1%; p<0,0001) ed una tendenza ad una maggior morbilità come confermato dal maggior numero complicanze che hanno richiesto un reintervento (7,69% vs 3,85%; p=0,147) e dalla maggior durata del ricovero post-operatorio 12,97± 7,55 vs 10,94±6,67; p=0,018) dati in linea con la letteratura.
Non c’è differenza per quanto riguarda il rispetto dei criteri oncologici di resezione tra il gruppo A e il gruppo B. La nostra casistica dimostra che i criteri oncologici di resezione per la chirurgia del cancro del colon possono essere rispettati anche in condizioni d’urgenza sebbene siano necessari ulteriori studi per quantificare l’impatto di tale modello comportamentale nell’outcome chirurgico a distanza. Morbilità e mortalità sono superiori in urgenza rispetto all’elezione dato probabilmente ascrivibile ad una peggiore condizione generale all’ammissione ed ridotta riserva funzionale del paziente come dimostra la maggiore prevalenza di pazienti over 70 nel gruppo B rispetto al gruppo A (p=0,008). A tale proposito i risultati ottenuti si sono dimostrati in linea con i migliori valori riportati in letteratura.
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