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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06182019-173420


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BERNARDINI, LORENZO
URN
etd-06182019-173420
Titolo
«Il nesso inscindibile». Continuità tra politica estera e politica di difesa dell’Italia repubblicana nel Mediterraneo (1973-80)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Marzano, Arturo
correlatore Prof. Coticchia, Fabrizio
Parole chiave
  • mediterraneo politica estera politica di difesa
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza il rapporto tra politica estera e politica di difesa dell’Italia repubblicana nel Mediterraneo. È stato preso in esame un arco temporale che va dal 1973 - anno della pubblicazione dell’articolo “Orientamenti e Prospettive” - al 1980, nel quale si chiude la stagione dei governi di “solidarietà nazionale” e Lelio Lagorio, nuovo ministro della Difesa, propone i propri “Indirizzi di politica militare”. Nell’arco di questi sette anni i mutamenti dello scenario internazionale, il processo di integrazione comunitaria e l’instabilità della regione mediterranea concorreranno ad una ridefinizione degli orientamenti strategici e politici dell’Italia nel proprio settore geopolitico di competenza. A livello di politica estera, l’Italia si proporrà per un’azione più decisa nelle dinamiche regionali, puntando costantemente ad una concertazione europea, con l’obiettivo di garantire stabilità e sicurezza ad una regione tormentata da conflitti insanabili. A livello di politica di difesa, avverrà una costante rivalutazione dell’utilizzo del dispositivo militare come strumento di politica estera, con particolare attenzione alla capacità di proiezione della Marina Militare, poiché è sul mare che l’interesse nazionale è più vulnerabile alle instabilità. Questi due percorsi, seppur partendo da posizioni parallele, finiscono nel corso degli anni per convergere poiché sostanzialmente puntano allo stesso obiettivo: salvaguardare la stabilità e la sicurezza della nazione, minacciata da una serie di fattori che esulano dal conflitto bipolare e impongono all’Italia la capacità di intervenire autonomamente, sia in ambito diplomatico che militare.
La tesi si propone dunque di colmare quanto più possibile le lacune rilevate nella storiografia e, sopratutto, di procedere unitariamente con lo studio della defence policy e della politica mediterranea dell’Italia, superando un approccio che le ha viste affrontate fino ad ora separatamente per quanto riguarda gli anni Settanta. L’analisi verrà strutturata secondo lo schema dei tre livelli: nel primo capitolo verrà approfondito il contesto internazionale in cui si dispiega la politica estera dell’Italia. Verranno dunque presentati i vincoli e le opportunità che la distensione - e il suo tramonto nel 1980 - comporterà per gli attori intermedi dello scenario internazionale. A livello regionale si vedrà come l’Europa dei Nove giocherà la propria partita nel settore mediterraneo, che, nella stagione del tentato superamento del bipolarismo, rappresentò il naturale complemento della proiezione geopolitica del possibile “quarto polo” dell’ordine internazionale. A livello nazionale ci si concentrerà sull’Italia, paese rivierasco per eccellenza. Al centro del secondo capitolo infatti ci sarà l’interrelazione tra integrazione europea e proiezione mediterranea, traguardo finalmente raggiunto alla fine degli anni Sessanta, nonché la politica messa in atto nei confronti della questione palestinese, del mondo arabo e della cooperazione tra i paesi rivieraschi in generale.
La base su cui condurre l’analisi saranno i documenti prodotti in sede parlamentare, dai resoconti stenografici delle sedute di Camera e Senato ai bollettini prodotti dalle Commissioni Esteri dei due rami del Parlamento. Inoltre, verranno utilizzati anche i testi e i documenti prodotti dagli esponenti del Ministero degli Affari Esteri, compresi gli interventi dei Ministri nei vari fori di discussione nazionali e internazionali. Il ricorso serrato ai documenti d’archivio garantirà un grado di oggettività storiografica tale da poter stabilire se la continuità ipotizzata esista oppure no.
Nel terzo e ultimo capitolo l’analisi verterà invece sulla defence policy dell’Italia. Dapprima verrà contestualizzata nei mutamenti dello scenario regionale, nell’ambito delle minacce alla sicurezza nazionale. Verrà quindi presentata l’evoluzione del Fianco Sud della NATO, di cui l’Italia, nel corso degli anni Settanta, è l’anello centrale. La crisi del sistema difensivo “atlantico” nel Mediterraneo fa da sfondo al generale ripensamento della politica di sicurezza nazionale, di cui costituisce l’innesco principale. Contestualmente, verranno presi in esame i documenti programmatici prodotti in sede di governo e in ambito militare, di cui verranno evidenziati i fattori di continuità, nonché il dibattito parlamentare sul tema, al pari di quello sulla politica estera.
In virtù dei risultati ottenuti dai due capitoli, nella conclusione essi verranno comparati, con il duplice obiettivo di: primo, stabilire se davvero si è saldato un intreccio tra politica regionale e politica di difesa negli anni Settanta; secondo, se gli scopi che il mondo politico si era prefissato nei due diversi ambiti coincidessero con quanto messo in atto negli anni Ottanta. Nell’eventualità in cui i due obiettivi fossero raggiunti, si potrebbe infine rispondere alla domanda che ha originato questa tesi: e cioè se gli anni Settanta possano davvero costituire l’incubatoio delle motivazioni che hanno spinto l’Italia a intervenire in Sinai e in Libano nel 1982, nel segno di una continuità fino ad oggi non sufficientemente messa in luce.
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